Venimmo, vedemmo e festeggiammo: Ghostbusters compie 30 anni

Ghostbusters compie 30 anni a ridosso della possibile reincarnazione in un nuovo franchise nel 2015. Ghostbusters, ieri, vinceva grazie allo scetticismo.

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Non poteva cadere in un momento più complicato l'anniversario dei 30 anni di Ghostbusters.

Come si evince dalle cronache di Andrea Bedeschi, e dai commenti preoccupati dei lettori di BadTaste.it, è difficile pensare al passato di un titolo così amato dai ragazzi degli anni '80 senza fare un pensierino al futuro, ovvero a quel Ghostbusters 3 ormai diventato un vero e proprio oggetto del mistero.

Cosa funzionò nel 1984? Sostanzialmente... il contenimento, per non usare la parola censura, di Dan Aykroyd. Era già successo ai tempi lontani dei Blues Brothers dei primi anni '80. Il grande comico canadese cresciuto nella tradizione del Second City Stage ed esploso con la prima stagione del Saturday Night Live nel 1976, tendeva a scrivere sceneggiature fantascientifiche per commedie, molto lunghe, costose e sostanzialmente non filmabili. John Landis ricorda ancora oggi con una certa ironia come la sceneggiatura dei Blues Brothers che Aykroyd gli gettò nel giardino di casa fosse "lunga come un elenco del telefono" e contenesse degli elementi di puro cinema fantastico come lo svelamento delle proprietà metafisiche della Bluesmobile. Landis saggiamente eliminò quelle scene perché convinto che il mistero circa i poteri eccezionali della macchina di Jake ed Elwood avrebbe convinto ancora di più gli spettatori rispetto a quella scena in cui Elwood la ricarica in modo magico prima di andare a dormire.
E pertanto... come ve li sareste immaginati i Ghostbusters del 1984 armati di bastoni magici nodosi come il Gandalf de Il Signore degli Anelli?

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Anche nel caso del primo film diretto da Ivan Reitman, il buon Dan si presentò con la solita sceneggiatura costosissima, piena di dettagli romanzeschi e alcune idee sballate come i bastoni da maghi più un'ambientazione futuristica che avrebbe reso la produzione assai complicata.
Fu fondamentale l'apporto del compianto Harold Ramis per razionalizzare il tutto, portare il tempo della storia al presente, giocare con la passione per la tecnologia dell'epoca piuttosto che con il fantasy e inserire quell'ingrediente fondamentale che in Aykroyd mancava quasi del tutto.
Ghostbusters fu un film molto casuale. A ripensarci oggi, ti viene quasi da ridere. Dovevano esserci John Belushi, Chevy Chase, Eddie Murphy e John Candy e si finì con l'originale Aykroyd più le nuove entrate di Bill Murray (al posto di Belushi), Harold Ramis (non trovava nessuno che meglio di lui capisse come interpretare Egon Spengler), Ernie Hudson (al posto di Murphy) e Rick Moranis (al posto di John Candy). Molte battute furono improvvisate e, come qualche volta capita, il caso e la fortuna ci misero del loro ad affiancare la bravura dei realizzatori.
Un tema fondamentale, quasi quanto la hit firmata Ray Parker Jr., ci sembra ancora oggi chiave nell'operazione: lo scetticismo.
Che cos'è in fondo Ghostbusters se non l'incontro ironico e iconico tra la tradizione del National Lampoon (da cui proveniva Ramis) + il Saturday Night Live + George Lucas? Una brillante combinazione tra quella formidabile generazione di comici dissacratori e il mondo dell'effettistica speciale (all'epoca c'era la EEG con il quarantaquattrenne Richard Edlund candidato all'Oscar nella vfx crew) diventato molto importante grazie a Guerre stellari?
New York è una città tremendamente prosaica. Tutto il lavoro di Ramis è contrapporre il lavoro di acchiappafantasmi alla razionalità e spinto materialismo di un città e un contesto storico in cui nessuno può permettersi il lusso, o ha il tempo, di credere a sciocchezze del genere.
E allora viva il casting dei tre protagonisti attraverso i tre gradi di scetticismo: 1) Dottor Peter Venkman (Bill Murray, estremamente scettico) 2) Dr. Raymond Stantz (un entusiasta reso scettico da anni di sconfitte) 3) Dottor Egon Spengler (un perenne entusiasta perché totalmente immune dallo scetticismo grazie alla fede nel paranormale).
C'è un tale equilibrio tra i tre uomini che sappiamo subito che Venkman preferirà sempre uscire con una ragazza piuttosto che studiare fenomeni paranormali mentre Egon... il contrario (e infatti la sua storia d'amore con la segretaria Janine non troverà spazio nel film).
Il successo fu legato a questo mix perfetto di satira del cinema fantastico che poi diventa, grazie alla precisione di effettistica e bravura degli attori, pura commedia fantastica totalmente coerente in sé.
Gli effetti speciali convincono in primis i personaggi del film attraverso i quali anche i più scettici (i più Bill Murray) sposeranno gli ultimi minuti di film facendo il tifo per i nostri tre pompieri dell'apocalisse.
Dalle tre facce di Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis... viene il resto.
Oggi sappiamo che il film ha retto bene nel tempo ed è impressionante vedere come da Armageddon (1998) di Michael Bay a 40 anni vergine (2005) di Judd Apatow passando per i simpatici membri dei One Direction o La fine del mondo (2013) di Edgar Wright... tutti siano ancora pazzi per i Ghostbusters ripetendo battute o citando personaggi storici.
Ma a voi non ricorda niente il gigantesco pupazzone bianco di Big Hero 6?
Forse... "l'uomo della pubblicità dei Marshmallow"?
E' per questo che siamo terrorizzati quando sentiamo parlare Dan Aykroyd di un futuro Ghostbusters come fosse la Fase 2 dell'Universo Marvel teorizzata da Kevin Feige. Ghostbusters a 9 anni di età? Ghostbusters donne? Ghostbusters come piccoli Harry Potter pronti ad entrare in un franchise Sony a 10 anni per uscirne a 20 come Daniel Radcliffe?
Non è che Dan sta esagerando come al solito? Lo scetticismo stavolta è nostro.
Harold Ramis, purtroppo, ci ha lasciati questo febbraio. Ivan Reitman ha comunicato ad Amy Pascal che non si occuperà più della regia.
Ben Stiller, che avremmo visto benissimo come nuovo Ghostbuster al posto di Ramis con Vince Vaughn (come Murray) e Owen Wilson (buono come Aykroyd), tornerà anche questo Natale con il suo Ghostbusters per bambini che altro non è se non Una notte al museo 3.
L'originale del 1984 era pieno di allusioni sessuali e doppi sensi figli di quella generazioni di comici yankee portati alla provocazione e fortemente influenzati dagli eccessi di Mel Brooks e Monty Python.
Bill Murray tirava in ballo anche le mestruazioni in una conversazione.
Era un film per bambini realizzato da uomini sporcaccioni nel pieno stile degli '80.
Cosa possano diventare nel 2015 i Ghostbusters... è un grande dubbio.
Più che ascoltare Aykroyd in vita... dovremmo forse tutti fare una bella seduta spiritica per chiedere ad Harold Ramis di cacciare via i fantasmi, e i sospetti, di un'operazione commerciale, senza cuore e senso cinematografico.

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