I film del weekend: Apes Revolution e Chef

La fantascienza politica di Apes Revolution e il dramma culinario e umano di uno chef con il bel faccione di Jon Favreau

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Due film molto interessanti e diversi tra loro segnano questo weekend finale di luglio.

Il primo è il sequel assai sofisticato Apes Revolution: il Pianeta delle Scimmie firmato Matt Reeves e seguito del buon L'Alba del Pianeta delle Scimmie del 2011 che aveva recuperato la saga.

Iconico e ironico insieme che l'uomo grazie al quale abbiamo potuto vedere il sogno di John Carpenter realizzarsi (la Statua della Libertà rotolare per le strade di New York in Cloverfield), sia lo stesso regista a tornare sul luogo del relitto impegnato a riportare in vita quella saga che per prima utilizzò la distruzione della Statua della Libertà come simbolo della decadenza della nostra specie.

In questo film molto piovoso, umido e dagli umori autunnali ci si concentra con grande classe sulle divisioni all'interno delle due comunità di uomini e scimmie.

I primi sono stati infiacchiti dalla rivoluzione capitanata da Cesare qualche anno prima mentre le seconde si troveranno nell'imbarazzante posizione di chiedersi se, da un punto di visto politico, Cesare deve morire per lasciare spazio a un altro capo con una visione diversa del futuro del pianeta.
Molto gustosa l'idea del dibattito che lacera le due famiglie.

Tanto George Romero nel primo film del 2011 attraverso il recupero di uno dei suoi film meno noti ma più disturbanti come Monkey Shines (1988) nello sviluppo del rapporto tra Cesare e il Dr. Rodman di James Franco e tanto, tanto, tanto Romero anche qui ma più in versione zombi con una bella citazione de La terra dei morti viventi (2005). La scena più bella vede una scimmia, due uomini... e un mitra. Non aggiungiamo altro.
Ci piace questa saga così riflessiva. Non ce l'aspettavamo fosse scritta, prodotta e diretta con tale classe. La motion capture è ancora una volta incredibilmente bella e lo show è tutto per un pazzesco Toby Kebbell nei panni della scimmia Koba protagonista di un idiosincratico rapporto con il sempre più pacato Cesare di Andy Serkis. L'unico problema del recupero del franchise Pianeta delle scimmie potrebbe essere legato al fatto che, a differenza della serie su Lo Sfogo di DeMonaco (La notte del giudizio, Anarchia), sappiamo già dove dovrebbe andare a parare.
Un problema solo per i vecchi? Forse non solo per loro.

Tutto un altro tipo di cinema per Chef di Jon Favreau anche se il mondo dei kolossal blockbuster è citato anche in questo caso quantomeno come luogo metaforico da abbandonare per un ritorno agli inizi indy e autoriali da parte del regista, sceneggiatore e attore esploso nel 1996 con Swingers diretto da Doug Liman.

Il regista dei primi due Iron Man + Cowboys and Aliens forse non farà dell'autobiografismo fantastico ma è veramente difficile non vedere nel suo capo chef frustrato una metafora della sua carriera hollywoodiana. Probabilmente il buon Jon voleva solo tornare a fare un piccolo film per poi rigettarsi nel mondo pop che ha così ben frequentato fin dall'adorabile Elf (2003) con Will Ferrell.

Eccolo quindi partire con un figlio che non si è mai filato troppo per un viaggio dove il suo corpulento capo chef ritroverà le giuste vibrazioni servendo cibo alla gente della strada da uno scalcinato foodtruck ripulito dalla sporcizia proprio insieme a quel bambino che vedeva svogliatamente solo una volta a settimana in quanto padre prossimo al divorzio.

Ci sono piaciute tantissime cose in questo film: Favreau chef (bravissimo a interpretare un povero diavolo né buono-buono né cattivo-cattivo), suo figlio (che bello quando i parenti in un film si somigliano almeno un po'; complimenti al casting director), donne affettuose ma indipendenti (Scarlett Johansson e Sofia Vergara non utilizzate solo come sventolone), John Leguizamo dolce (esiste anche questo lato del cattivo per antonomasia dei '90!) e un cameo S-T-R-E-P-I-T-O-S-O di Robert Downey Jr. così surreale e nonsense da far pensare a un incontro in scrittura tra Harold Pinter e i Monty Python.

E il cibo? Avrete voglia di tuffarvi nella fragranza succosa della cucina cubana, e non solo, dopo aver visto questa pellicola così intelligente anche su un altro aspetto: un padre vecchio e lontano dalla contemporaneità verrà aiutato ad aggiornarsi da un figlio piccolo genietto dei social network.

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