Soldi pubblici a Helmut Berger?
I mass media hanno dedicato grande spazio allo stato di indigenza dell'attore Helmut Berger, così come alle manifestazioni contro i tagli del governo al mondo dello spettacolo. Inoltre, nel nuovo Quinto potere la Cucinotta nuda e i baci saffici...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Forse, dopo l'appello di Lino Banfi per Laura Antonelli, va di moda cercare storie di ex divi finiti in miseria. Ecco che molti hanno ripreso un'agenzia stampa dell'Agi (che a sua volta aveva trovato un articolo del quotidiano tedesco Bild) e hanno raccontato lo stato del'artista. Il problema è che, magari involontariamente, si rischia di finire nel ridicolo. Ecco infatti cosa è stato scritto dall'Agi (e poi da molti mass media nostrani):In effetti, mi viene da piangere a pensare che Berger sia "costretto" a stare in quel luogo orrendo che è Ibiza, presumibilmente in una casa-tugurio (come tutte quelle che normalmente hanno le contesse). Giusto per rendersi più simpatico, l'ex divo parla del suo matrimonio:Helmut Berger e' ridotto in miseria, costretto a vivere ospite di amici perche' non ce la fa ad andare avanti con i 200 euro di pensione al mese che percepisce dallo Stato italiano. Il quotidiano 'Bild' ha incontrato il protagonista del "Ludwig" di Luchino Visconti ad Ibiza, nella villa della sua amica contessa Sylvia Serra di Cassano, che attualmente lo ospita.
"Quando volevo divorziare", spiega Berger, "lei ha cercato di approfittarne economicamente. Adesso sono io che non voglio divorziare. Quando staro' ancora peggio tocchera' a lei mantenermi".
A questo punto, oltre a chiedermi se i mass media italici si rendono conto della differenza tra drammi veri e queste vicende che non meriterebbero nessuna pietà, non posso che complimentarmi con Luigi Mascheroni, che sul Giornale giustamente si incazza.
L'armata Brancaleone
In questi giorni, molto spazio è stato dedicato alle proteste del mondo della cultura per i tagli decisi dal governo. Ovviamente, si possono avere le idee più disparate sulla materia, ma è abbastanza sorprendente ritrovarsi con titoli come "Cultura, omicidio di stato" (Il Messaggero), che peraltro deriva da uno striscione alla manifestazione. Ma siamo per caso tornati agli anni di piombo e alla retorica stile Lotta Continua? E le solite dichiarazioni apocalittiche ("Non si tratta solo del cinema, della lirica o della prosa, il rischio è l'impoverimento di tutta la società", Ettore Scola; "Questo non è un governo sciatto, anzi. Segue una strategia lucida e mortuaria nei confronti del pensiero libero. Punta così al pensiero unico", Citto Maselli; "Artisti mobilitati: i tagli portano alla barbarie", titolo del Manifesto) non saranno un po' eccessive, anche considerando che di solito non vengono da persone che vivono con 500 euro di pensione al mese?
Anche peggio il titolo dell'Unità, Ora la cultura alza la voce: "Dopo i libri al rogo i teatri". Fermo restando che non è semplice capire da dove è stata presa la frase virgolettata (leggendo tutto l'articolo non se ne trova traccia), il paragone con il nazismo mi sembra terribilmente controproducente. Che Sandro Bondi non sia uno straordinario ministro della cultura (anche per il semplice fatto di non avere il controllo della situazione e di aver subito i tagli dimostrando che non ha praticamente potere) è palese; ma nelle vesti del nuovo Goebbels fatico a vedercelo. Bizzarra invece la proposta di Riccardo Scamarcio, intervistato da Paolo Calcagno dell'Unità: "Vorrei che si facesse come hanno fatto negli Stati Uniti gli sceneggiatori, ma anche gli attori e i registi: uno sciopero a oltranza". Qualcuno dica a Scamarcio (che francamente finora mi era sembrato decisamente più brillante di questa trovata) che negli Stati Uniti lo sciopero può funzionare perché il referente contro cui si protesta sono le major, che con i film bloccati perdono miliardi di dollari. In Italia, al governo cosa gliene frega se qualche attore non partecipa a un film? Anche perché, pensate veramente che i produttori dei cinepanettoni, di Pieraccioni e di Aldo, Giovanni e Giacomo rinuncerebbero ai milioni di euro che ottengono questi titoli per una questione di principio? Al massimo, sciopererebbe qualche sfigato...
Ah, last but not least: vantarsi di avere alle manifestazioni gente come Citto Maselli (regista che da decenni gira film che nessuno vede con soldi pubblici) è il peggior autogol che si possa commettere. Poi uno dice perché vince la Lega...
Badcorrige
Errore brutto e spiacevole quello che ho fatto in un recento Quinto potere. Criticando pesantemente un articolo su Fabio De Luigi, ho sostenuto che fosse di Maria Teresa Veneziani. In realtà, ho confuso la firma dell'articolo a lato (quello veramente della Veneziani e su cui non c'era nulla da dire) con l'articolo-intervista che avevo criticato, che è di Chiara Maffioletti, forse dando per scontato che fossero entrambi dello stesso autore. Ovviamente, non è una gran scusa e non cercherò disperatamente di arrampicarmi sugli specchi, ho semplicemente fatto un grave sbaglio, di cui non posso che scusarmi con l'interessata, con l'impegno di fare maggiore attenzione in futuro.
La Cucinotta nuda? Che sonno...
Tanti giornali riprendono il 7 giugno la notizia della Cucinotta nuda. Il bello è che tutto nasce dalle sue stesse dichiarazioni, per un film di cui è produttrice e una sequenza che ha anche diretto. Inoltre, sostiene di aver potuto decidere quanto esporsi. Ergo, inutile sperare in grandi scene stile L'impero dei sensi, si tratta solo di ottenere l'attenzione dei media. Per quello, un annuncio a effetto che poi verrà dimenticato è ottimo...
Déjà Vu
Che l'ufficio stampa che si occupa di Mine vaganti stia facendo un ottimo lavoro non c'è dubbio (per una volta, non sono ironico). Così, una proiezione a Los Angeles diventa un misto tra un evento mondano straordinario (neanche fosse la festa di Vanity Fair per gli Oscar) e lo sbarco de La dolce vita. Inizia l'Ansa e tanti altri si accodano. D'altronde, che l'occasione sia importante lo dimostrano i biglietti d'auguri di John Travolta e Madonna. E' noto che, quando le star devono mostrare il loro disprezzo verso un evento, decidono di essere fisicamente presenti per rovinarlo...
Che barba, che noia
"Che noia la moda saffo-hollywoodiana" titola il Corriere dell'8 giugno. Nel pezzo di Matteo Persivale si dice:
Risolutamente privo del significato politico dei «kiss-in» studiati per choccare, ormai il bacio gay mediatico (almeno tra donne) è un sistema di garantirsi a buon mercato un titolo sui giornali, qualche manciata di secondi in tv, un riquadro in homepage".
O, aggungo io, un articolo sul Corriere...
E per non essere sempre caustici, anche una nota positiva. Di solito, si tendono a sottovalutare i settimanali, soprattutto quelli più gossipari. Invece, spesso capita che chi scriva di cinema in queste riviste svolga un lavoro nettamente migliore di firme e giornali ben più prestigiosi. Per esempio, vanno fatti i complimenti a Caterina Pozzi, che su DiPiù ricorda molto bene Dennis Hopper, in bilico tra cinema e vita privata (ma l'attore in effetti di cose forti fuori dal set ne ha fatte tante), soprattutto senza errori. Brava!
Vi ricordo che, per segnalarci articoli interessanti, potete scrivere su questo Discutiamone nel Forum Cinema