Gli 80 anni di Sophia Loren: tanti auguri da BadTaste.it!
Tanti auguri a Sophia Loren per i suoi 80 anni portati benissimo. Rimane la nostra più grande diva ancora in vita, insieme a Gina Lollobrigida.
Con Gina Lollobrigida è la nostra più grande diva ancora in vita. Un pilastro del cinema italiano del dopoguerra in grado di formare con Silvana Mangano la coppia delle Torri Gemelle del nostro star system. Creature che dalla penisola italiana affascinarono l'intero globo.
Dopo aver vinto l'Oscar con Sciuscià nel 1948 (all'epoca non esisteva ancora la categoria Miglior Film Straniero, N.d.R.), la nostra cinematografia si fece da neorealista anche glamour grazie a questa ragazza di Pozzuoli, all'anagrafe Sofia Villani Scicolone, capace di passare presto da appariscente maggiorata a una delle maggiori interpreti del cinema mondiale.Una delle Torri Gemelle perché, se la Mangano fu la moglie di Dino De Laurentiis, lei nel 1957 divenne la consorte, con più di qualche difficoltà legata ai costumi dell'epoca, dell'altro grande produttore Carlo Ponti, il quale la notò a un concorso di bellezza nel 1949 quando lei aveva solo 15 anni.
Erano anni d'oro per noi. Avevamo creato un movimento cinematografico invidiato, ed emulato, da tutti (il neorealismo), stavamo per creare autori dominatori agli Oscar come Federico Fellini, tornavamo pionieri della settima arte come ai tempi di Cabiria (1914) e con Sophia Loren imponevamo al mondo una diva mediterranea di straordinaria bellezza, originale e in grado di diventare in pochissimi anni anche attrice di rara sensibilità e talento.
Esaltante fu la sua vittoria dell'Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 1962 con La ciociara (1960) di Vittorio De Sica nel ruolo della popolana Cesira che l'allora ventiseienne incarnò con impressionante maturità. L'idea del sex symbol che quasi si priva della sua femminilità per scalciare nella polvere della trasandatezza fisica... viene da lì.
Qual è la vostra Sophia Loren preferita? La struggente e disperata Cesira de La ciociara, la spiritosa pizzaiola de L'oro di Napoli (1954), la ribelle Cinzia che fa perdere la testa a Cary Grant in Un marito per Cinzia (1958), l'orgogliosa Jimena di El Cid (1961) accanto a Charlton Heston, la triade Adelina-Anna-Mara di Ieri, oggi, domani (1963; di culto il suo spogliarello davanti a un Marcello Mastroianni ululante nei panni discinti di Mara poi ripreso dal Robert Altman di Prêt à porter, N.d.R.), la ruvida prostituta Filumena Marturano dal teatro di Eduardo De Filippo in Matrimonio all'italiana (1964) o la malinconica casalinga Antonietta di Una giornata particolare (1977; l'ultima sua grande prova)?
Il compagno di scena migliore? Per noi Marcello Mastroianni.
Lui dolce e indolente, lei fiera e indomabile.
Bello il momento alla Notte degli Oscar del 1997 quando consegna festante ("Roberto! Roberto!") l'Oscar come Miglior Film Straniero a quel Benigni che con lei e l'Anna Magnani de La rosa tatuata (1956) è l'unico italiano della Storia ad aver portato a casa l'agognata statuetta per miglior interprete principale.
Un piccolo rammarico?
Non averla ancora vista in un grande ruolo da vecchia. Ci piacerebbe ammirarla forte come la ottantacinquenne Emmanuelle Riva di Amour (2012), la sessantacinquenne Julie Christie di Lontano da lei (2006), la settantanovenne Judi Dench di Philomena (2014), l'ottantacinquenne Ruby Dee (scomparsa questo giugno 2014 a novantuno anni, N.d.R.) di American Gangster (2007).
Vorremmo che un giovane regista le permettesse un'altra grande interpretazione.
Non sarebbe bellissimo?
Per non vivere solo nel ricordo di quella grande diva internazionale che fu, aiutando l'Italia del dopoguerra a diventare una delle nazioni più sexy e interessanti dell'intero '900.