Picnic a Hanging Rock 1x04: la recensione
Il quarto episodio di Picnic a Hanging Rock propone al pubblico un focus sulla piccola Sara, il cui futuro appare appeso a un filo sottile e incerto
Questa settimana tocca alla piccola Sara (Inez Currò) guidare lo spettatore attraverso i misteri e i drammi sotterranei dell'adattamento televisivo del romanzo di Joan Lindsay. Nel corso dell'episodio scopriamo come la bambina sia, in realtà, la sorella perduta dell'aitante Albert (James Hoare). Non è questa l'unica rivelazione che la puntata ci mostra: scopriamo come il marmista Tomasetti (Marcus Graham) conosca fin troppo bene Mrs. Appleyard (Natalie Dormer) e sia quindi a conoscenza delle reali, poco rispettabili origini della donna.
Il passato si manifesta, dunque, nella sua doppia natura di focolare sicuro a cui tornare o di incubo persecutorio da cui fuggire: in entrambi i casi, né Sara né Hester sembrano riuscire nel proprio intento, la prima fatalmente "sfiorata" dal fratello durante una visita del ragazzo al collegio, la seconda riconosciuta dal marmista e solleticata da allusioni che potrebbero sottintendere intenti ricattatori da parte dell'uomo.Al contrario di quanto abbiamo visto nel terzo episodio, la parabola drammatica di Sara è figlia in tutto e per tutto della sua disagiata condizione economica: a causa della sua povertà, ella perde i contatti con l'unico familiare rimastole e finisce sotto la tutela di uno sconosciuto, seppur benintenzionato; una serie di fatalità che sembrano congiurare contro la ragazzina sono, a fronte della sua indigenza, la goccia che fa traboccare il vaso della sua sventura: la scena finale della puntata non lascia presagire nulla di roseo per lei, e il fioco lume della speranza che riponevamo per una sua riunione con Albert va affievolendosi sempre più.
Spostare il focus su Sara impone allo spettatore una riflessione; la storyline dell'orfanella interpretata con vibrante sensibilità dalla giovanissima Currò - visivamente ed emotivamente a metà strada tra la sognante fanciullezza di Ivana Baquero in Il Labirinto del Fauno e l'innocente risveglio sensuale di Helena Bonham Carter in Camera con Vista - svetta parecchie spanne al di sopra di quella legata a Hester Appleyard, mistero che la stagione continua a proporci con insistenza senza sforzarsi di costruire una reale tensione che calamiti il nostro interesse.Ben più accattivante, tra le linee narrative laterali, risulta essere la relazione tra Marion (Madeleine Madden) e Greta McGraw (Anna McGahan); sotto lo sguardo geloso di Irma Leopold (Samara Weaving), allieva e insegnante s'avvicinano, complice la lettura di Giro di Vite di Henry James. Ecco quindi emergere con chiarezza la vicinanza spirituale della professoressa alle fanciulle scomparse: anch'ella, come le studentesse, anela infatti a una libertà negatale dalle convenzioni sociali, a una liberazione dalle maglie di un bigottismo che la costringe a restare in una zona grigia tra rispettabilità e desiderio.
Tra gli aspetti più peculiari di questa trasposizione seriale di Picnic a Hanging Rock c'è, ormai è chiaro, la trattazione dell'omosessualità nell'epoca tardo-vittoriana: alla già comprovata attrazione di Irma nei confronti di Miranda (Lily Sullivan) e alla relazione - platonica? - tra Marion e Greta fa da contrappeso l'ancor più difficoltosa, silente passione tra Albert e Mike Fitzhubert (Harrison Gilbertson). Il facoltoso rampollo, all'indomani del mancato fidanzamento con Irma, si concede un viaggio in giro per il continente oscuro e selvaggio in cui è approdato, nella speranza di divenire l'homo novus che si propone d'essere, spogliatosi dei propri abiti raffinati e all'inseguimento di quell'ideale di libertà che ha visto, seppur per pochi istanti, incarnato dalla bella Miranda.
Se alle giovani nel collegio è concesso il lusso di fanciullesche effusioni saffiche al riparo da sguardi indiscreti, Mike è fuggito dall'Inghilterra a seguito di qualche attenzione di troppo nei confronti del proprio stesso sesso: è dunque con una certa circospezione che apre il suo cuore ad Albert, proponendogli d'unirsi a lui in un viaggio che è esplorazione di sé prima ancora che della terra australiana. In aggiunta ai timori legati all'illegalità dell'attrazione omoerotica, a dividere Mike e Albert ci si mette la non meno rilevante disparità economica: l'ex servitore si rivolge quindi al padrone, ribadendo come non possa permettersi un viaggio "alla pari" al suo fianco, non disponendo di finanze proprie; a nulla vale la rassicurazione dell'altro sull'assoluta uguaglianza di cui il ragazzo godrebbe in sua compagnia.
La povertà diviene, quindi, l'elemento cardine della separazione di Albert dai suoi cari: dapprima lo divide da Sara, costringendolo ad affidare la bambina alle cure di un tutore benestante; in seguito, ostacola la concretizzazione della storia d'amore con Mike, suggerita attraverso pochi ma sapienti giochi di sguardi e gesti apparentemente casuali. Inconsapevole deus ex machina, il padre di Irma Leopold ricompensa generosamente Albert per aver salvato sua figlia dal crepaccio di Hanging Rock: forte della somma ricevuta, il giovane tenta senza successo di recuperare la sorellina in orfanotrofio. I suoi passi s'incrociano con quelli della piccola durante la sua fugace visita all'istituto Appleyard; restano ancora due episodi per sperare in un - a oggi improbabile - lieto fine per i due fratelli.
Tuttavia, siamo portati a supporre che Albert sia ancora in tempo per raggiungere Mike, trovando almeno parziale consolazione a una vita che intuiamo non essere stata parca di sofferenze. Per adesso, possiamo limitarci a dire che Picnic a Hanging Rock sembra aver trovato, nell'approfondimento dei suoi personaggi secondari, una cifra personale efficace per colpire lo spettatore.