Venezia 72 - Videorecensione: Behemoth
Francesco Alò ci parla di Behemoth, di Zhao Liang, presentato al Festival di Venezia
Sotto il sole, la celestiale bellezza delle distese erbose sarà presto consumata dalla polvere delle miniere. Tra le ceneri e il frastuono causati dalle pesanti attività minerarie, i pascoli si riducono e ai pastori non resta che partire. Al chiaro di luna le miniere di ferro sono illuminate a giorno. I lavoratori che azionano le trivelle devono rimanere svegli. È una dura lotta, contro le macchine e contro se stessi. Nel frattempo, i minatori sono occupati a riempire di carbone i camion. Con indosso una maschera di polvere, diventano creature simili a fantasmi. Un’infinita coda di autocarri trasporterà i minerali di ferro e di carbone alla fonderia, dove è intrappolata un’altra folla di anime che brucia all’inferno. All’ospedale, il tempo si accumula, sospeso nelle mani dei minatori. Dopo decenni passati a respirare la polvere di carbone, la morte è dietro l’angolo, e loro vivono un’esistenza da purgatorio.