Venezia 73 - Brimstone, la recensione
Arriva in Concorso alla Mostra del cinema di Venezia l'epopea western Brimstorm con Dakota Fanning, Guy Pearce e Kit Harington
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Quattro capitoli (Rivelazione, Esodo, Genesi, Punizione), di cui i primi tre in senso cronologico a ritroso, sono la struttura portante dell'epopea western Brimstorm, prima grande produzione internazionale per il regista l'olandese classe 1969 Martin Koolhoven.
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Dakota Fanning, Kit Harington (completamente sprecato), Guy Pearce e Carice van Houten. Gran cast ma purtroppo la montagna ha partorito un topolino o meglio un film pretenzioso, involontariamente ridicolo e convinto di essere più significativo di quello che è.
Accompagnato da una colonna sonora retorica e ridondante, il film è essenzialmente Dakota Fanning contro Guy Pearce. Lei è una madre del West muta e con una storia di violenza alle spalle mentre lui è un reverendo macchietta, ottusamente crudele, più indistruttibile di Michael Myers del primo Halloween (1978) e con un look identico al Brad Pitt de L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford.Fanning inespressiva (come in un altro film in Concorso a Venezia ovvero il noir ecologico Night Moves del 2013) e Pearce in pieno e snervante overacting.
La Mostra del Cinema di Venezia continua a giocare con gli istinti più bassi da serie b nel suo Concorso. Prima il gioco di Tom Ford sul genere exploitation del rape & revenge con Nocturnal Animals e adesso questo western con vero e proprio mostro da slasher movie al suo interno e un'acrobazia fisica di Dakota Fanning tra le più demenziali e mal coreografate al cinema (i fan di Arma Letale 2 si indigneranno).Il peggior film del Concorso è arrivato in Laguna.