Diabolik sottosopra: L'uomo che non sapeva ridere, la recensione

Due grandi autori Disney firmano un omaggio affettuoso, divertente e divertito a uno dei personaggi più iconici del Fumetto Italiano

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Diabolik Sottosopra: L'uomo che non sapeva ridere, anteprima 01 (matite)

In abbinamento all'inedito di Diabolik del mese corrente, Tragico scambio, è possibile acquistare, al costo complessivo di 4,90 Euro, un pocket dai contenuti altrettanto particolari.

Il volumetto in questione si intitola Diabolik sottosopra: L'uomo che non sapeva ridere e la sua copertina reca un logo simile a quello canonico ma con alcune lettere al rovescio, cosa che lascia presagire un episodio del tutto incompatibile con l'ortodossia del Re del Terrore. Siamo sicuri, tuttavia, che saranno proprio i più fedeli fan dell'antieroe delle Sorelle Giussani ad apprezzare maggiormente questa parodia del loro fumetto preferito.

I testi sono firmati da uno degli sceneggiatori più rappresentativi di Diabolik, Tito Faraci, mentre i disegni recano il tratto inconfondibile e l'ironia unica di Silvia Ziche. Da tempo i due autori formano una delle coppie più affiatate e amate del Fumetto Disney e non solo: lo dimostra la brillante saga - per ora giunta a due capitoli - di ¡Infierno! (Rizzoli Lizard).

Non è la prima volta che viene prodotta una parodia di Diabolik: tra quelle più recenti ricordiamo la storia breve La ricompensa (Diabolik fuori dagli schemi, 2017, Oscar Ink), firmata proprio da Faraci e Ziche, e il corto Il re dei ladri, di Mario Gomboli, ancora per le matite della Ziche, apparso su Un'amica in pericolo (Il Grande Diabolik 48, aprile 2019).

È invece inedito il formato scelto da Astorina per quest'ultima trasposizione farsesca del soggetto originale, a cui è stata riservata la stessa veste editoriale di un albo della testata mensile. L'uomo che non sapeva ridere è un racconto autoconclusivo di ben 120 pagine, di estrema gradevolezza e qualità.

Faraci mette in campo la confidenza che ha da ormai parecchi anni con Diabolik per costruire un'avventura basata essenzialmente sui medesimi meccanismi ma con scene ed esiti diametralmente opposti. La sfida, il travestimento, l'imprevisto restano dunque i pilastri della vicenda, ma qui vengono legati dall'elemento comico per eccellenza, l'equivoco, e impiagati magistralmente dalla penna dello sceneggiatore per soluzioni umoristiche, invece che drammatiche.

"Un omaggio affettuoso, divertente e divertito a una delle icone più rappresentative della nostra Nona Arte."Il Signor Norton è il proprietario di una collezione di gioielli inestimabili che attira immediatamente le attenzioni di Diabolik ed Eva Kant. Il magnate ha messo in atto un insieme di misure di sicurezza “inusuali” volte a proteggere la villa e custodire il suo tesoro dal signore del crimine di Clerville e da altri potenziali malintenzionati.

Facendo fede al titolo, la storia si fa beffe del notorio aplomb serioso del protagonista, e nel suo sviluppo dà luogo a un vero e proprio intrigo ricco di gag spiritose e argute, che non risparmiano l'inossidabile legame d'amore e di fedeltà che unisce Diabolik ed Eva, messi alla prova rispettivamente da due dipendenti di villa Norton: il tuttofare Brando e la bella cameriera Letizia. Non aggiungiamo altro per non rovinarvi la gustosa lettura.

L'uomo che non sapeva ridere è un omaggio affettuoso, divertente e divertito a una delle icone più rappresentative della nostra Nona Arte, che - come sottolinea Gomboli nella prefazione al brossurato - ha le spalle abbastanza larghe da reggere l'autoironia; anzi, è in grado di volgerla a suo favore, guadagnandosi ulteriori attestati di fama e carisma.

Per ottenere questo encomiabile risultato, la delicata materia non può che essere trattata da mani sapienti. In questo caso, quelle di Tito Faraci e di Silvia Ziche sono in grado di regalarci tavole illuminate da grande estro artistico, in cui spiccano una caricatura perfetta di Diabolik e una deliziosa, irresistibile Eva Kant, sia al naturale che con uno qualsiasi dei suoi camuffamenti.

[gallery columns="1" size="large" ids="258902,258903,258904,258905,258906,258907,258908,258909,258910"]

Fonte immagini: Diabolik – Il Re del Terrore

Continua a leggere su BadTaste