Dylan Dog 370: Il terrore, la recensione
Abbiamo recensito per voi Dylan Dog 370: Il terrore, scritto da Gabriella Contu e disegnato da Giampiero Casertano
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.

Il terrore è un fumetto di questa pasta, intelligente e ironico - o meglio sarcastico - che prende in considerazione uno dei temi più sentiti e temuti oggi: gli attacchi perpetrati da gruppi estremisti di varia e dubbia matrice. Londra, città dell'Indagatore dell'Incubo e una delle capitali europee maggiormente ferite da questa follia contemporanea, qui diventa un luogo predestinato, l'ambientazione di un racconto incentrato su un probabile attentato terroristico.
Tuttavia, la vicenda descritta dalla Contu si focalizza non tanto sull'atto criminale in sé e sulla sua conseguente devastazione, quanto più sulla fobia che lo precede: le misure preventive, i protocolli di difesa e le intercettazioni della cosiddetta cellula impazzita che distorcono la realtà, seppur per nobili questioni, ed entrano a far parte di un grottesco teatro dell'assurdo. A scatenare il panico generale è la leggerezza e il disorientamento che può colpire chiunque, ma può anche essere frutto di mali più profondi e radicati quali la discriminazione razziale e religiosa, madre e matrigna dei variegati movimenti nazionalisti odierni.Nel suo soggetto, la scrittrice di origini sarde intercetta alla perfezione tutti questi elementi riuscendo a tessere un intreccio suggestivo e intrigante, capace di tenere in scacco il lettore, proprio come accade nella storia alla capitale inglese e alla polizia di Scotland Yard, a cui l'ex ispettore Bloch si ritrova a dare una mano, richiamato in azione dal sergente Rania Rakim. Ne abbiamo conferma qui: non era frutto di un delirio (vedi Graphic horror novel), sembra esserci davvero del tenero tra la bella detective e il protagonista.
Dylan, suo malgrado e come spesso accade, si ritrova fagocitato dagli eventi, avendo investito e quindi aiutato i genitori sconvolti del giovane Ahmed Kerongo: è lui il presunto kamikaze, ricercato dall'esercito e dai media, una caccia che dà luogo - nella seconda metà dell'episodio - a inseguimenti degni dei Blues Brothers di John Landis.
A stemperare il paradosso narrativo e a confinarlo nei limiti del perimetro della continuity seriale rendendo tutto più familiare ai fan di una delle principali icone Sergio Bonelli Editore, interviene la mano esperta di Casertano, che ci restituisce sia l'inquilino di Craven Road n. 7 che i suoi comprimari in ottima forma.