La Torre Nera, la recensione del film

Abbiamo recensito per voi La Torre Nera, film di Nikolaj Arcel tratto dalla celebre saga fantasy di Stephen King

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Spoiler Alert
La Torre Nera, locandinaQual è il giudizio più basico e tiepido che un professore di Italiano può assegnare al vostro tema? Per esperienza possiamo garantirvi che non è né male né bene vedersi appioppare uno "svolgimento corretto". Lo si scrive quando il candidato non esce dalla traccia, ma nemmeno la approfondisce; quando gli argomenti non sono né troppo personali né troppo circostanziati, ma nemmeno incoerenti o insufficienti; quando la struttura dialettica è consueta e non contiene in sé nulla di originale. Se La Torre Nera fosse un tema, sarebbe uno "svolgimento corretto".

Dei romanzi di Stephen King e dei fumetti che ne sono stati tratti, il film di Nikolaj Arcel prende giusto il minimo indispensabile: l'idea della Torre Nera e quella dei Pistoleri, sorta di cavalieri erranti da ciclo arturiano che usano però revolver da film western con precisione e abilità sovrumane, portatori di giustizia e protettori della Torre stessa. Privo dell'alone di mistero che circonda la Torre nei romanzi e nei fumetti, il film ci svela che essa protegge l'universo intero dai mostri oscuri che stanno all'esterno. A tentare di distruggerla tramite la sofferenza e il potere di giovani menti sensitive tratte da tutto l'universo, c'è l'antagonista per eccellenza che ricorre nei romanzi di King. l'oscuro e temibile stregone che i lettori conoscono come Walter O'Dim, pseudonimo di Randall Flag. Il suo volto è quello di Matthew McConaughey.

La guerra tra lo stregone e i Pistoleri è finita da tempo, i secondi sono sconfitti. Solo uno sopravvive ed è Roland, interpretato da Idris Elba. Roland non è in cerca della Torre, come nelle storie di King, ma solo di vendetta nei confronti del malvagio. A scuoterlo dalla sua oscura rassegnazione, ecco piombare nel Mediomondo un adolescente della Terra, il Mondo Cardine, i cui sogni ricorrenti ed inquietanti sono stati interpretati come una psicosi, ma che in realtà sono visioni del conflitto in corso, della Torre minacciata e quasi destinata a cadere, dell'apocalisse che si profila all'orizzonte. Il giovane Jake troverà Roland e i due saranno costretti a stare assieme, ad imparare a conoscersi, forse persino a volersi bene, mettendo assieme due dolori per trovare forza l'uno nell'altro e tentare di scongiurare la fine del mondo.

Tutto succede esattamente come da manuale in La Torre Nera, che è totalmente prevedibile. Sembra scritto da Vladimir Propp, il linguista russo che ha codificato il linguaggio della fiaba, secondo il suo celeberrimo schema. Svogliatamente. Anche la regia fa esattamente il minimo indispensabile per narrare in maniera disciplinata, senza mai entusiasmare. Storia poco originale, ma sempre appena sopra il limite dell'insulso; messinscena di maniera, che rispetta ogni tropo di genere. Non si riesce ad annoiarsi o a detestare perché tutti, ma proprio tutti gli interpreti sono convincenti. Idris Elba ha una faccia da buono stanco semplicemente perfetta ed è talmente facile volergli bene che, nonostante il suo personaggio sia già visto decine di volte, si prosegue; McConaughey gigioneggia, ma senza infastidire, e rimane un volto cinematografico affascinante nonostante la sua recitazione abbastanza monocorde, ma che sta nel personaggio; il giovane Tom Taylor è il ragazzino giusto nel ruolo giusto di eletto conteso dalle forze del bene e del male per risolvere la contesa in un senso o nell'altro.

Il film non diverte, non emoziona, non stupisce, ma intrattiene. Certamente, vista l'importanza del ciclo di Stephen King e l'affetto che i suoi fan gli portano, non piacerà granché al pubblico più informato. Chi si accontenta di poco, lo troverà tiepido, ma non indigesto. Anche perché piuttosto breve. Il pubblico di riferimento sembra essere quello adolescente, dal lato più giovane del secondo decennio. La pellicola dimentica le atmosfere più horror del materiale d'origine e non è mai davvero inquietante. Impossibile dire se siano state le chiacchierate difficoltà di produzione a frenare questa resa su grande schermo della grande saga, ma certo non stupirebbe.

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