Monsters & Co. 3D, la recensione

Presentata qualche giorno fa al Future Film Festival la rimasterizzazione 3D di Monsters & Co., in arrivo in Italia a giugno...

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Monsters & Co. può certamente essere annoverato tra le migliori produzioni di casa Pixar, vi si rintraccia quel particolare spirito che forse nei film d'animazione più recenti della compagnia statunitense si è un po' perso, una magia che deriva dalla capacità di saper raccontare storie intriganti, tramite personaggi carismatici, incentrate su temi affascinanti, sensazioni comuni che vengono rielaborate e sulle quali sono costruite vicende bizzarre ma dense di significato.

In Monsters & Co., per i pochi che non l'avessero visto, il tema portante è quello delle paure infantili. In un mondo in cui la principale fonte d'energia è il grido dei bambini spaventati, la centrale elettrica cittadina è il luogo nel quale i mostri entrano in servizio, timbrando regolarmente il loro cartellino, utilizzano delle porte per entrare nelle camere dei piccoli e fanno del loro meglio per terrorizzarli e riempire appositi serbatoi delle loro urla. C'è un piccolo particolare: anche i mostri hanno paura degli esseri umani, considerandoli infetti e pericolosi, pertanto i due mondi devono rimanere ben separati. Ovviamente, è attorno alla rottura di questo equilibrio che il film prende la sua direzione, in un turbinio di eventi che vede protagonisti James Sullivan, il miglior spaventatore di Mostropoli, la sua spalla, Mike Wazowski, e la piccola Boo, una bambina sgattaiolata nel mondo dei mostri.

Il fim passa attraverso una serie di fasi tutto sommato prevedibili, tipiche delle produzioni d'animazione, uno svolgimento che per la maggior parte della sua durata fa affidamento sulla simpatia travolgente dei due mostri protagonisti e sulla dolcissima goffaggine della piccola Boo per catturare lo spettatore, farlo ridere e divertire, tocca il classico momento riflessivo nel terzo quarto della pellicola e si conclude con un ingegnoso finale pieno d'azione e naturalmente a lieto fine. Tutto quello che ci si aspetta avviene, ma non è un problema, impegnati come si è a ridere per le sensazionali trovate umoristiche delle quali il film è pieno; il valore aggiunto del film però, come in quasi tutta la produzione Pixar, è la sensibilità con la quale sono toccati certi argomenti, l'efficacia empatica di determinate scene, la capacità di toccare corde anche profonde con semplicità, attraverso magari un solo sguardo di quello che è un pupazzone animato. Maestria tecnica, ineguagliabile al tempo e perfettamente al passo ancor oggi, ma anche profonda cura e attenzione verso ciò che si vuole trasmettere e nel metodo per farlo.

Se si torna oggi a parlare di Monsters & Co. è per la riedizione in 3D del film Pixar, che dovrebbe aprire la strada a Monsters University, prequel ambientato diversi anni prima delle vicende del primo film, quando James e Mike erano studenti universitari, ovviamente membri di una confraternita.

La conversione in 3D, presentata in anteprima al Future Film Festival e in arrivo a giugno in Italia, aggiunge però veramente poco alla produzione. Non ne beneficia particolarmente la messa in scena, in particolare perché l'impatto dell'effetto stereoscopico è blando, con scene che guadagnano davvero poco in profondità. La scelta del 3D sembra quindi dettata più da ragioni commerciali che da altro, non giustificata né da un sostanziosa rielaborazione tecnica, né da una sorta d'importanza storica del film, con la quale si poteva accettare l'analoga riproposizione in tre dimensioni dl Re Leone. Insomma, la riproposizione nei cinema in 3D sarà una buona occasione (per chi non l'avesse già fatto) di vedere il film per la prima volta sul grande schermo, o - per gli appassionati - di rivederlo.

A cura di Fabio Canonico

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