Le piccole morti, la recensione

Le Piccole Morti sarà un'eccellente scoperta per coloro che vorranno conoscere un nuovo ambito del panorama nostrano

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Il fumetto indipendente si muove oggi verso i nuovi media ottenendo incredibili risultati sul web, dove il costo di produzione e quasi nullo. Esistono ancora autori, tuttavia, che non intendono staccare il proprio cordone ombelicale dal materiale primigenio, la carta, e continuano ad autoprodursi.

Le Piccole Morti, pubblicato da Manticora Autoproduzioni, ne è un encomiabile esempio. Il brossurato in bianco e nero raccoglie quattro episodi legati a un binomio fondamentale che governa la nostra esistenza e a cui per primo diede risalto Sigmund Freud: Eros e Thanatos. Il primo, inteso nella sua accezione più pagana, è la pulsione alla vita, il secondo alla distruzione. Queste energie positive e negative, tuttavia, sono le due facce di un'unica medaglia, aspetti distinti e contrapposti di un'unica psiche. Quando vengono a confondersi, addirittura a fondersi, portano l'individuo all'autodistruzione.

Il titolo del volume, d'altronde, è preso in prestito dal termine con cui i francesi indicano, con una sfumatura romantica, l'orgasmo. È un momento di piacere sublime e al contempo quasi una perdita di coscienza, accompagnato da spasmi, in cui il confine tra malessere e benessere dell'intero organismo è sul punto di svanire. Si nasce e si può morire per un atto sessuale. Il desiderio di soddisfare la carne può portare ad annientare la stessa.

Il volume ci narra quattro di questi casi, diversissimi tra loro per stile, genere e tono, ma sempre opera del medesimo scrittore, Brian Freschi. Sono il frutto di una suggestione che scaturisce dal reale, come il fatto di cronaca, il pettegolezzo storico, la manifestazione estrema dell'arte, elaborati attraverso la potenza della finzione, filtrati dalla lente dell'immaginazione. Troverete alla fine di ogni racconto un breve, illuminante accenno alla fonte di ispirazione, che accrescerà il vostro apprezzamento per le pagine appena scorse.

Nobisi, disegnato da Flavia Biondi, è il risultato più complesso e compiuto della tetrade, per la stesura dei testi accompagnati da una fluidità della gabbia sempre funzionale e per la cura dei disegni. È una vicenda cruda, drammatica, quella di una prostituta dello Zimbabwe, pronta a tutto per soddisfare i clienti più perversi, fino a perdersi nell'abisso più buio da cui non c'è ritorno e che si richiuderà sul lettore con un'ultima tavola agghiacciante.

Storia di una decapitazione è illustrato con un tratto fresco, brillante e tipico della strip, da Ivan Lodi. È un lungo dialogo di un giovane con il proprio membro a cui è accaduto un terribile incidente. È un susseguirsi di vignette divertenti, di citazioni colte e ironiche che faranno però scorrere un brivido lungo la schiena, soprattutto a noi maschietti.

Dashi è il lavoro più elegante e strabiliante. È un omaggio al geniale fotografo giapponese Daichiki Amano, che ha trasfigurato sulla pellicola il lato più ambiguo e meno solare della cultura e dei costumi dei giapponesi, il loro rapporto con il cibo e con il sesso. Di chiara ambientazione nipponica nelle sequenze mute, disposte con sapiente scelta sequenziale da Freschi, emerge una certa influenza manga nella grafica di Anna Ferrari. La scopriamo piacevolmente nell'uso della scala di grigi, così come nelle sembianze del protagonista e dei mostri che popolano questo inquietante e pruriginoso incubo porno-culinario.

In conclusione, con Del balletto e della perla rosa, davvero irriverente, del suo patrizio, si cambia ancora registro narrativo, passando all'argomento tragicomico affidato al segno caricaturale e umoristico di Lorenza De Luca, stimolato da un artista del calibro di Aubrey Beardsley. Il soggetto del lezioso scherno è addirittura il Presidente della Repubblica Francese Félix Faure (1844 – 1899), vittima di una grottesca dipartita che si presta alla perfezione per questo apologo sull'ipocrisia e il falso perbenismo di alcuni uomini di fede.

Le Piccole Morti sarà un'eccellente scoperta, un'inconsueta esperienza, per coloro che vorranno conoscere un altro ambito del panorama nostrano, lontano dai grandi nomi e dalle note case editrici, ma altrettanto capace di offrire qualità.

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