Se Son Rose..., la recensione
Leonardo Pieraccioni torna in sala con il suo tredicesimo film Se Son Rose, circondandosi di un cast al femminile non di belle statuine
Se Son Rose... non potrebbe essere più pretestuoso nella trama (quindi da commedia diventa comico facendo diventare Pieraccioni una sorta di maschera) perché per colpa della figlia il nostro antieroe sentimentale assai antipaticuccio partirà in un viaggio riepilogativo con 5 donne della sua vita con cui non è stato per più di tre anni + l'ex moglie con cui tirare le somme nel finale. Non è male la trafila di incontri un po' perché si sente che l'autore toscano vuole lasciare la scena a delle attrici che stima e di cui percepisce l'importanza e un po' perché questo sfaccettato mondo femminile lo farà innervosire, tremare nelle certezze di amante, subire attacchi intellettuali, ascoltare critiche pacate ma sferzanti e ricevere pure qualche bello sganassone.
Caterina Murino è morbida, Gabriella Pession scalmanata, Michela Andreozzi rallentata e Antonia Truppo manesca.La ciliegina sulla torta sarebbe stata farlo tornare da questo viaggio con qualcosa di più di un occhio nero ma sappiamo che è molto difficile per un vecchio comedian mettersi completamente in discussione per cui apprezziamo anche questa parziale autocritica esistenziale che non possiamo non leggere in chiave psicanalitica visto che Pieraccioni è un 53enne single con figlia piccola cui probabilmente tra non molto dovrà rendere conto per quanto riguarda la sua popolata vita sentimentale. E allora perché non prepararsi a quel momento esorcizzandolo tramite un film in cui lui ripensa alle sue ex non nella sua personale rilettura legata alla memoria (come già fece una vita fa, nel 1997, con Fuochi d'Artificio) ma attraverso degli incontri, anche burrascosi, nel presente.
Non aspettatevi cicloni comici ma questo nuovo Pieraccioni è meglio del penultimo Il Professor Cenerentolo (2015) che portò a casa 6 milioni di euro facendo intuire voglia di circondarsi, come in passato, di divertenti spalle. Siamo molto curiosi di vedere questa fatica più autocritica e più altruistica quanto renderà al box office in un momento agghiacciante per il cinema italiano in sala.