Stalker 1x01 "Pilot": la recensione
Il nuovo progetto di Kevin Williamson, Stalker, è un deludente thriller procedurale
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Una prima idea potrebbe essere quella di trovarsi di fronte ad una versione modificata di Law & Order: Special Victims Unit, ossia un canonico procedurale poliziesco che si focalizza su un caso specifico di reato, proponendo infinite varianti e mantenendo una struttura invariata. Non sarebbe del tutto esatto. Kevin Williamson è, tranne ovviamente per le note eccezioni, un autore di thriller, e nel porsi alla testa di un progetto come questo ha subito portato una variante nel genere e nella scrittura. Emblematica la scena iniziale, con una donna che viene bruciata viva in macchina da un killer che indossa una maschera. Il reato di stalking non è esattamente la prima cosa a venire in mente.
E il pilot prosegue così, con una malcelata indulgenza verso immagini "forti", o che vorrebbero esserlo, e con una violenza di superficie e fine a se stessa, non lontana dai deliri della setta di Joe Carroll in The Following. Ora, al di là del difficile inquadramento nel genere, che spiazza solo per i primi minuti per poi rientrare nei ranghi dell'ordinario e del prevedibile, la scelta sembra essere stata fatta anche per mostrare sotto una luce più positiva il detective protagonista Jack Larsen (Dylan McDermott), a sua volta uno stalker. Quindi da un lato uno spietato killer in maschera, dall'altro un padre che segue di nascosto l'ex moglie e la figlia. E nel mezzo una voragine di grigio, quella in cui di solito prendono vita prodotti di questo genere, per adesso nemmeno intaccata.Alla fine ciò che rimane è un prodotto incompleto, un ibrido senza fascino che aspira ad essere qualcosa senza averne le capacità. Un marcato procedurale dove si vuole anche porre l'accento sullo sviluppo orizzontale dei due detective protagonisti, un drama con venature thriller che non coinvolge e non costruisce. Se Maggie Q, che interpreta il tenente Beth Davis, cerca di donare forza al proprio personaggio nonostante una scrittura che limita il suo sviluppo all'utilizzo di una scollatura, McDermott si allinea alle prestazioni mediocri viste in American Horror Story e Hostages. Alla fine della visione rimangono più perplessità che altro, compresa quella su quale dovrebbe essere esattamente il target di riferimento della serie.