The Great (seconda stagione): la recensione
The Great, con gli episodi della seconda stagione, si conferma come una delle serie più intelligenti e brillanti degli ultimi anni. Huzzah!
Elle Fanning e Nicholas Hoult ritornano sugli schermi televisivi con la seconda stagione di The Great, dal 19 dicembre disponibile su STARZPLAY, confermando che il progetto ideato da Tony McNamara ha tutte le carte in regola per rimanere una delle comedy migliori degli ultimi anni.
Ispirandosi, molto liberamente, a fatti storici realmente accaduti, i nuovi episodi non esitano a ironizzare sulle battaglie politiche, intrighi sentimentali e speranze di trasformare una società, aggiungendo però una dose di drammaticità e sensibilità che mantiene l'intreccio ben ancorato a sentimenti ed emozioni reali, seppur essendo totalmente sopra le righe.
La storia riprende dal colpo di stato ideato da Caterina la Grande ai danni del marito Pietro, situazione che ha dato vita a uno scontro a distanza senza esclusione di colpi che sta seminando morte e desolazione. I due coniugi, in attesa del loro primo figlio, stringono quindi un accordo che porta la giovane ad assumere il potere totale. Pietro, che continua ad avere i suoi seguaci che tramano più di lui per cercare di liberarsi di Caterina, sembra trovare il suo equilibrio tra l'attesa per il figlio, l'amore per la moglie e la libertà di seguire i suoi impulsi sessuali. Caterina cerca invece di portare l'Illuminismo in Russia, con lezioni per le ragazze e incontri filosofici, ritrovandosi però alle prese con la mancata voglia di cambiamento. Intorno a lei il generale Velementov (Douglas Hodge) è sempre pronto a cambattere, mentre Orlo (Sacha Dhawan) è un po' in difficoltà a gestire la realtà della società e le ambizioni dell'Imperatrice, ed Elizabeth (Belinda Bromilow) e l'Arcivescovo (Adam Godley) provano a raggiungere i propri obiettivi.
Intorno ai due protagonisti si forma così una complessa e intricata rete di alleanze, amori, tradimenti e tentativi di mantenere, o riprendersi, il potere. A rendere ancora più interessante, e complicata, la relazione tra Caterina e Pietro è poi l'arrivo di Joanna (Gillian Anderson), la madre della ragazza che entra in scena minando sicurezze e causando numerosi problemi.
Hoult e Fanning, quando sono insieme, possiedono i tempi comici giusti per rivolgersi frasi taglienti e dichiarazioni di amore improbabile tra amplessi e complotti, arrivando a un confronto finale davvero emozionante regalando agli spettatori anche attimi di dolcezza e grande empatia. I due attori hanno trovato davvero il giusto approccio a due personaggi complessi e in continuo divenire, ed è più che meritata l'attenzione che stanno ricevendo dal pubblico e dalla critica.
McNamara riesce a tratteggiare con The Great una serie in costume che ha le basi nel presente, come dimostrano elementi come il modo in cui si sviluppano le relazioni e le dinamiche della politica, con accordi non voluti necessari per ottenere il proprio obiettivo, l'obbligo per le donne di dimostrare costantemente il proprio valore in una società ancora fin troppo maschilista, problemi sociali che affliggono chi non è nato negli agi o ha perso il proprio status sociale (tra cui un matrimonio di convenienza tanto assurdo quanto tragico), e persino convinzioni pseudoscientifiche che vengono diffuse come assolutamente reali a causa della mancanza di un'istruzione adeguata. Sfruttando una sceneggiatura brillante, oltraggiosa, irresistibile e a tratti profondamente commovente grazie alle performance dei due protagonisti, la serie continua a offrire una narrazione coinvolgente e in grado di intrattenere. L'ottimo feeling esistente tra Fanning e Hoult è valorizzato nel migliore dei modi da una regia attenta alle espressioni e agli sguardi sfuggenti di chi sta ancora cercando di fare chiarezza nei propri sentimenti, e la capacità dei due attori di rimanere ben ancorati alla realtà anche nei momenti più folli regalano un racconto di formazione atipico mostrando due giovani che sono obbligati a crescere estremamente in fretta e devono trovare la propria strada avendo sulle spalle il peso di un'intera nazione e subendo un'attenzione a tratti in grado di opprimere e minare anche le sicurezze più radicate. Gillian Anderson, dopo Sex Education, si mette alla prova con un ruolo materno molto atipico e ricco di sorprese e la sua fugace presenza nella serie è destinata a lasciare il segno.
The Great, con i suoi costumi sontuosi e le situazioni spinte ai confini del surreale, una vena malinconica e inaspettatamente romantica, e molti momenti di caos folle e trascinante, continua a maturare e convincere, lasciando la voglia di continuare ad assistere alle vicissitudini con al centro Caterina e Pietro e apprezzarne i tentativi di migliorare se stessi e gli altri compiendo errori di ogni tipo e lottando per trovarsi all'interno di un mondo in cui ognuno ha un proprio obiettivo per cui sarebbe disposto a (far) uccidere, ma si fa realmente fatica a stringere relazioni disinteressate e sincere. The Great è un ritratto davvero intelligente della società e, come tale, dell'innata voglia di amare ed essere amati che spesso si cerca di dimenticare o zittire mentre si compie una spietata, illuminata, ed esilarante scalata verso il potere e la vera libertà.