The Mist 1x05 "The Waiting Room": la recensione

The Mist, la recensione del quinto episodio della serie, tra flashback e uno stallo generale della storia

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Spoiler Alert
Episodio di stallo per The Mist. Si tratta del quinto della prima, e probabilmente unica, stagione della serie di Spike Tv. Se appare superfluo specificare come il livello generale del prodotto non abbia ricevuto un significativo miglioramento, al tempo stesso si tratta di un episodio che a modo suo mostra il tentativo di giocare con alcune sfumature di scrittura, l'idea di poter tendere a qualcosa di più raccontando dei personaggi all'interno di una tragedia. Eppure, focalizzando l'intera puntata sul personaggio di Kevin e giocando moltissimo sui flashback, la scrittura di The Mist non riesce a cogliere quei piccoli accorgimenti dietro meccanismi rodati che le permetterebbero di ottenere risultati migliori.

L'episodio, intitolato The Waiting Room, è dedicato esclusivamente a Kevin e alla sua sottotrama. Che lo ritrae come un eroe per scelta, una specie di salvatore per vocazione che cerca di sistemare i guai intorno a lui. In questo caso lo vediamo arrivare all'ospedale della cittadina insieme ai suoi compagni di viaggio per poter dare soccorso a Clay. Nella struttura, abbandonato su un lettino e perforato da una spranga, trova il fratello Mike. Dopo poco l'uomo gli chiede di ucciderlo, consapevole che il proprio destino è segnato. Ne viene fuori il tentativo disperato di Kevin di salvarlo nonostante tutto e assumendosi rischi molto alti.

C'è un'idea molto lostiana di ricondurre le motivazioni nel presente di un personaggio ad accadimenti passati che giustificano le sue azioni e danno loro un senso nuovo. In questo caso si tratta di ripercorrere i primi passi di Kevin e Eve nella loro nuova casa, il tutto sotto lo sguardo maligno proprio di Mike. In poche parole, si costruisce un complesso dell'eroe mai completamente sviluppato, che porta Kevin a rischiare il tutto per tutto.

Il tentativo tuttavia è grossolano e si muove in modo indelicato tra gli stessi difetti riscontrati in precedenza nella serie. The Mist ha un'idea tutta sua di costruzione dell'azione tramite traumi fortissimi raccontati senza filtro e senza impatto, il senso del pericolo della tensione latitano, la recitazione non aiuta e in generale abbiamo l'impressione che l'orrore segua sempre le esigenze di sceneggiatura piuttosto che le proprie regole. Il flashback in questo caso non giustifica pienamente le azioni del presente e anzi si lega in modo piuttosto confuso a ciò che accade. I dialoghi, soprattutto nei momenti più drammatici, sono spesso scollegati dalle motivazioni dei personaggi e, ancora, sembrano più servire un'idea di racconto piuttosto che la sua effettiva realizzazione.

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