The Professor 2: Revenant, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo numero di The Professor, opera di Giancarlo Marzano e Francesco Mobili

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Lo scorso 28 dicembre è arrivato in edicola il secondo numero di The Professor, l'ultima sfida lanciata al mercato italiano da Erredi Grafiche Editoriali. In questo nuovo episodio dal titolo allusivo, Revenant, ci spostiamo da Londra - dove abita e lavora il protagonista - verso la piccola località di Giverny, in Normandia, Francia.

A chi ama la pittura, questo nome dirà sicuramente qualcosa; si tratta infatti del villaggio dove visse Claude Monet fino alla sua morte, avvenuta nel 1926. Il maestro impressionista, apprendiamo da queste pagine, è un caro amico di Benjamin Love, che ha conosciuto nel corso di un viaggio in Inghilterra e che lui stesso ha contattato per via di alcuni strani casi di morte apparente, verificatisi di recente a Giverny e nei paesi vicini.

A complicare ulteriormente la situazione sopraggiungono uno strano malore che colpisce Blanche, figlia di Alice - seconda moglie di Monet - e il facoltoso quanto arrogante Marchese d'Hauteville, interessato ai quadri del grande artista, ma ben lontano dall'apparire un uomo raffinato; non a caso si rivela essere agli occhi di Benjamin - suo ospite - un sadico schiavista, oltre che un ultrareazionario violento e intransigente.

Giancarlo Marzano riesce a tessere una trama assai intrigante attraverso una sceneggiatura fluida, ben articolata e, su una gabbia a schema libero, elabora un meccanismo narrativo programmato per scattare nel finale con il doveroso colpo di scena. I casi di vampirismo e di non morti erano eventi tutt'altro che rari nel '800, registrati dalla cronaca di allora in tutta Europa; ma il vero tema di Revenant, sebbene cupo e terrificante, riguarda tutt'altro.

A un veterano delle sceneggiature come Marzano, che i fan di Dylan Dog conoscono bene, risponde ai disegni un giovane talento agli esordi su una serie a fumetti: Francesco Mobili, classe 1991. Difficile da credere osservando la padronanza del tratto, della mimica, del movimento e della regia; il disegnatore marchigiano è una piacevole scoperta e, ne siamo certi, sentiremo ancora parlare di lui.

Cambia dunque il team creativo (accadrà in ogni numero di The Professor), ma il livello qualitativo non cala, semmai il contrario. "Il Professore" si dimostra un docente atipico, un personaggio che funziona, protagonista di un horror di qualità caratterizzato da un profondo rispetto per il contesto storico (che funge anche da solida base) e una spiccata tendenza a un soggetto originale che non manca di sorprendere.

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