La prima stagione di Andor si è conclusa e Tony Gilroy, creatore e showrunner del progetto prequel di Rogue One, ha chiarito alcuni passaggi della trama e condiviso molti retroscena relativi al season finale.

Non proseguite con la lettura se non volete anticipazioni!

I risultati ottenuti in streaming

Il regista e produttore ha dichiarato di non sapere nulla dei dati di ascolto delle puntate, ammettendo di essere convinto che nessuno abbia le idee chiare riguardanti il modo di capire se gli spettatori stanno seguendo i contenuti in streaming:

Per quel che si sa i numeri potrebbero significare molte cose diverse. Chi sta guardando, quanto a lungo sta guardando, stai creando un contenuto che ha un valore in grado di essere sfruttato per dei decenni? E stai aprendo la strada ad altre proprietà intellettuali che aumentano il valore del tuo show più di quanto tu possa imaginare? Ci sono così tanti modi per misurare la situazione e sono tutti oscuri. Penso che tutti stiano cercando di capire e ci vorrà del tempo prima di riuscirci.

I limiti del budget

Gilroy ha inoltre spiegato che sul set non sono state girate scene che non sono poi state utilizzate perché compiono le riprese aggiuntive al termine della giornata se pensano di aver bisogno di altro materiale o di non aver realizzato le scene nel migliore dei modi. Nonostante il budget limitato la produzione è efficiente, anche se il regista ha ammesso:

Spero di avere abbastanza. Stiamo proponendo un menu davvero ambizioso, ma proviamo a farlo.

L’importanza di Ferrix

Tony ha rivelato che per la scena finale ambientata a Ferrix è stata creata un’enorme scenografia e mentre stava sviluppando lo script della puntata si è reso conto che tutto quello che accade al protagonista ha degli effetti su Ferrix e viceversa. Per questo motivo gli spettatori possono vedere la sua odissea interna e quello che prova evolversi. Gilroy ha sottolineato:

Anche se si provano dei sentimenti complicati nei confronti di Cassian e della sua moralità, o altri aspetti, anche se sei riluttante nell’accettarlo e seguirlo, è davvero difficile non innamorarsi di Ferrix, è quasi impossibile non sentirne il calore che lo contraddistingue e quello gli dà calore.

Come è stato realizzato B2EMO

Lo showrunner ha rivelato che fin dall’inizio avevano pensato che ci sarebbe stato un droide e che questo doveva essere di Maarva, come se fosse un cane anziano. Con quell’idea gli autori sono poi andati da Neal Scanlon per spiegargli che aspetto doveva avere, dando vita a sette diverse versioni. In un secondo momento sono stati compiuti dei cambiamenti nell’aspetto, arrivando poi ai Pinewood Studios dove hanno presentato quello che avevano creato, lasciando stupiti tutti. Dave Chapman, che muoveva il personaggio sul set, ha quindi dato la sua voce alle battute per permettere durante le riprese agli attori di avere i tempi giusti nella loro interpretazione:

Lui ha una grande esperienza ed è la voce di Dave fino a quel momento. Abbiamo sempre avuto l’intenzione di cambiare la voce alla fine, come è sempre accaduto. Siamo arrivati alla fine delle riprese, abbiamo iniziato la ricerca, ricevendo tutte le cassette da ascoltare… Di circa una dozzina di persone, grandiosi doppiatori e diverse interpretazioni.. Mio fratello un giorno mi ha chiamato e ha detto ‘Questo è folle. Nessuno è bravo quanto Dave. Lui è fantastico. Abbiamo il permesso di usarlo?’. Non avremmo avuto bisogno nemmeno di modificare, era tutto lì.

Dopo aver contattato i responsabili di Skywalker e Lucasfilm, Tony Gilroy ha quindi chiamato Chapman:

Non penso di aver mai avuto una telefonata migliore. E non era qualcosa in cui sperava. Ho potuto dire ‘Amico, sei tu’. Si è trattata di una telefonata davvero emozionante, potente. Quella performance è sul set.

Lo showrunner ha inoltre ammesso:

Se avessi provato a uccidere B2EMO sarebbero arrivati con i forconi a casa mia, lo dico direttamente. Non ho le palle di uccidere B2 nella prima stagione.

La storia di Mon Mothma

Parlando di Mon Mothma, interpretata da Genevieve O’Reilly, il creatore della serie ha sottolineato che nessuno ha avuto un percorso più difficile rispetto al suo perché tutto quello che fa viene osservato ed è sempre vista dagli altri, non potendo dare fisicamente spazio alla propria ansia, dovendo rimanere sempre al suo posto. Le decisioni che deve prendere sono semplicemente terrificanti e si rende conto che il suo destino è legato a quello di altre persone come Luthen, Vel, oltre a dover pensare alla figlia. Gilroy ha raccontato che era affascinato dall’idea di questi genitori in stile hippie che devono prendere delle scelte specifiche per la figlia in una cultura che è davvero all’insegna delle apparenze e dei rituali.

Il confronto tra Cassian e Luthe

Andor, secondo lo sceneggiatore, nella scena finale è sincero quando parla con Luthen perché ha perso Ferrix, la madre, ha vissuto delle esperienze che lo hanno segnato ed è stanco, oltre al fatto che non può continuare a fuggire. Il protagonista sente di non appartenere a nessun luogo ed è stato in esilio, essendo ora esausto dopo essere stato inoltre in prigione. Tony ha spiegato che hanno bisogno di una casa e che c’è la passione suscitata dalla rabbia e dall’aver capito di quanto sia oscuro, malvagio e grandioso distruggere l’Impero. Andor, parlando con Luthen, esprime il suo impegno alla causa e sta compiendo un percorso che lo porterà a diventare un leader e ad affrontare il resto della rivoluzione.

La situazione di Bix, che è in trappola, rappresenta poi parte della sua motivazione perché si sente responsabile. Guardando le scene girate sul set, il regista si è reso conto che erano riusciti bene a interpretare la sensazione che il protagonista stesse rendendosi conto della situazione e di come ogni parte di lui stia dando vita alla persona che sta diventando.

La scena post-credit

La scena post-credit è stata ideata in collaborazione con il production designer Luke Hall, coinvolto fin dalle prime fasi della stesura degli script:

Quando stavamo girando le scene della prigione abbiamo detto che non le avremmo realizzate se non avessimo avuto in mente qualcosa di inedito. Non riesco a ricordare quanto velocemente abbiamo sviluppato quell’idea, ma qualcuno ha detto ‘Pavimenti elettrici’. E io ho risposto ‘Okay, wow, come è?’. E poi l’idea di realizzare queste cose. Poi siamo andati da Luke e loro hanno ideato il processo e cosa fosse, ridefinendo ogni dettaglio e arrivando a quel punto. Abbiamo detto ‘Che cosa stanno costruendo? Stanno costruendo parti della Morte Nera’. Abbiamo avuto quell’idea.

L’idea è stata poi passata ai responsabile deglii effetti speciali:

Quel dipartimento è come Babbo Natale, dai loro queste idee e ritorni per visionarli e pensi ‘O mio dio, possiamo averlo?’. Sono entrati in azione e hanno costruito tutto quello, riportandocelo. E lo abbiamo cambiato un po’, ma è realmente il loro figlio.

Tony Gilroy ha quindi ribadito:

Cassian è al centro. Quel ragazzo è in prigione, è diventato un radicale e un leader per la prima volta e ha dentro di sé tutti questi elementi che si stanno sommando. Sta costruendo questa cosa. Non ha idea di cosa sia, non lo saprà mai. Sta costruendo quello che alla fine lo ucciderà.

Che ne pensate delle spiegazioni di Tony Gilroy sul finale di Andor? Lasciate un commento!

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Fonte: The Wrap

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