Da oggi Disney+ cambia abbonamenti negli Stati Uniti, con l’introduzione del piano che include la pubblicità al prezzo del precedente abbonamento senza pubblicità, ovvero 7.99 dollari al mese. Il piano senza pubblicità, invece, sale di prezzo a 10.99 dollari al mese.

Si tratta di un’importante cambiamento perchè fornirà una nuova fonte di ricavi alla divisione streaming, che negli ultimi conti trimestrali ha mostrato perdite sempre più alte, contribuendo a convincere il consiglio di amministrazione della Disney a nominare come nuovo CEO l’ex CEO Bob Iger, licenziando Bob Chapek. Sono alte le aspettative degli azionisti sul fronte dei ricavi, ora che verrà introdotto il piano con le pubblicità, anche perché secondo le stime diffuse dalla società di ricerche Kantar il 22.8% degli utenti preferirà rimanere all’abbonamento attuale accettando l’introduzione delle pubblicità. Questo vorrebbe dire un maggiore ARPU (ovvero i ricavi medi per abbonato), perché ai ricavi dell’abbonamento attuale si andrebbero ad aggiungere i ricavi pubblicitari.

A giugno le stime di Moffett Nathanson prevedevano che Disney+ potrebbe arrivare a un 70% di utenti americani abbonati al piano pubblicitario nel 2025 (circa 53 milioni di account), generando 1.8 miliardi di dollari in ricavi pubblicitari. Mezzo miliardo più di Netflix, che ha da poco introdotto un piano pubblicitario però proponendo un abbonamento a un costo più basso (riducendo quindi l’ARPU potenziale).

Gli spot pubblicitari su Disney+ durano 15 e 30 secondi e sono pre-roll e mid-roll, per un massimo di 4 minuti di spot ogni ora, senza inserzioni che promuovano alcolici o campagne politiche. Gli utenti identificati come bambini sotto i sette anni non vedranno pubblicità, mentre i minori di 17 anni non vedranno spot targetizzati. Gli inserzionisti attuali sono un centinaio e includono Marriott e Mercedes: l’intenzione è che gli spot siano diversificati quanto basta da non dare l’impressione agli utenti di vedere le stesse pubblicità a ripetizione. Rita Ferro, presidente delle vendite adv della Disney, ha spiegato a Variety che la vera crescita negli inserzionisti avverrà nel 2023, quando potranno sfruttare alcune innovazioni nella tecnologia pubblicitaria della Disney. A differenza di Netflix, infatti, che ha dovuto fare affidamento a Microsoft per integrare gli spot, la Disney ha una divisione pubblicitaria già molto rodata, e la tecnologia è già implementata su piattaforme come ESPN+ e Hulu.

Il piano di Disney+ con la pubblicità verrà introdotto nel resto del mondo nel corso dell’anno prossimo.

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