Quando nell’agosto del 2022 Bob Chapek aveva annunciato che la Disney era ancora convinta di poter raggiungere l’obiettivo di 215/245 milioni di abbonati ai propri servizi streaming alla fine del 2024, in molti storsero il naso. Qualche mese prima, infatti, Netflix aveva registrato la sua prima frenata nel numero di abbonati, causando un terremoto di proporzioni colossali in tutta l’industria, e spostando l’attenzione degli azionisti dal numero di abbonati alla possibilità di generare profitti da essi. Da allora, Netflix ha dimezzato e poi recuperato la propria capitalizzazione in borsa, ed è tornata anche a crescere timidamente nel numero di abbonati globali pur implementando una serie di misure e di aumenti di prezzi che hanno generato anche un aumento dei ricavi per ciascun abbonato (ARPU).

Le altre major di Hollywood, che rincorrono Netflix con le loro piattaforme proprietarie, non possono dire lo stesso. In particolare, Disney sta pagando caro il mancato rinnovo dei diritti del cricket in India, a causa del quale ha perso decine di milioni di abbonati a Disney+ Hotstar (va detto che la piattaforma indiana è anche quella che genera i ricavi medi più bassi). Anche in altri territori la crescita è scomparsa a causa dell’aumento dei prezzi dell’abbonamento, aumento che non si fermerà (tra poche settimane arriverà anche in Italia il piano con pubblicità, accompagnato da un aumento per la versione senza pubblicità).

A febbraio di quest’anno Bob Iger (che nel frattempo è tornato CEO della compagnia dopo il licenziamento di Bob Chapek) aveva dichiarato che l’azienda non fornirà più previsioni sul numero di abbonati durante l’annuncio dei dati trimestrali (adottando la stessa strategia annunciata da Netflix un anno prima). Il management Disney, rivela ora Bloomberg, ha infatti stabilito che nel 2024 non sarà possibile raggiungere il traguardo di 260 milioni di abbonati promesso poco dopo il lancio di Disney+ nel 2020, nè quello di 2015/245 milioni ribadito nel 2022. Attualmente Disney+ ha 146.1 milioni di abbonati in tutto il mondo, una cifra importante ma molto distante da quei traguardi. Il recente accordo con Charter, che includerà la possibilità di vedere i canali streaming su uno dei più grandi operatori via cavo e pay tv degli Stati Uniti, potrebbe dare una leggera spinta in avanti (anche se con ricavi ridotti). Ma è chiaro che il focus della Disney, ora, è generare quanti più ricavi possibili dagli abbonati attuali, e concentrarsi solo dopo su un’ulteriore crescita.

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