In questo nuovo podcast parliamo con un ospite speciale, Simone Montaldo: psicologo, criminologo, esperto in psicologia della testimonianza, ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane de La Sapienza di Roma e docente e coordinatore del Master in Criminologia e Scienze Strategiche della stessa università per cui è stata decisa poco tempo fa dall’ateneo una proroga per la scadenza della domanda di ammissione al 10 febbraio 2021, nel caso foste interessati ad iscrivervi.Quest’oggi con Simone abbiamo deciso di divertici con un viaggio tra fantasia e realtà, facendo il debunking dei peggiori cliché di cui i crime show sono normalmente infarciti, spiegando cosa accade nella realtà e perché la versione romanzata delle serie TV non sarebbe mai o quasi mai ad essa applicabile.I cliché nelle serie TV sono all’ordine del giorno, se non – in alcuni casi – quasi necessari. Nei crime show, in particolare, c’è poi la necessità di far progredire la storia con un certo ritmo, il che impone agli autori di prendersi più di qualche licenza poetica, indispensabile per far risolvere all’eroe di turno il caso che gli viene affidato. Certi stereotipi, tuttavia, sono così abusati da essere diventati quasi irritanti e solo recentemente si sta attivamente cercando di dare una svolta più realistica alla rappresentazione che danno della realtà. Polizieschi in cui le forze di polizia vengono rappresentate come intoccabili ed immuni a qualsiasi errore o ripercussione sono fortunatamente sempre più rari, ma non del tutto passati di moda e show come Chicago P.D. ne sono la dimostrazione. Fioriscono poi le serie che si occupano di serial killer, con protagonisti esperti profiler o show incentrati sull’attività delle interviste ai sospettati, cioè gli interrogatori, ma quanto c’è di vero in ciò che vediamo in TV?Per la discussione fra Teresa Soldani e Simone Montaldo non vi resta che ascoltare il podcast.