A sorpresa quello che funziona di più nei primi due episodi di Obi-Wan Kenobi è tutto ciò che ruota intorno all’infanzia di Leia Organa. Non per il personaggio in sé, piuttosto convenzionale nella sua simpatica impertinenza. Semmai perché ci si rende conto di quante storie possono nascere da quel tassello non ancora raccontato nel grande affresco in live action di Star Wars. 

La sorte di Luke è ben più documentata e lineare. Il percorso della Principessa inizia ben prima di quello del fratello gemello. Non a caso Una nuova speranza si apre proprio con la fine di una sua azione. Un’intuizione chiave, quella di avvicinare a lei il maestro Jedi, che evita di smuovere gli eventi di una trilogia ormai intoccabile come un testo sacro e permette agli sceneggiatori di trovare un ottimo punto di partenza per altre saghe e nuovi personaggi paralleli.

Eppure Obi-Wan Kenobi nella continuità ci sguazza. Si presenta come un importante anello di congiunzione tra trilogie. Sin dalle prime immagini (qu...