Sorry for Your Loss (seconda stagione): la recensione

La seconda stagione di Sorry for Your Loss, con Elizabeth Olsen, arriva su Facebook Watch: prosegue la riflessione sul lutto e il senso di perdita

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Sorry for Your Loss (seconda stagione): la recensione

Sarebbe esercizio mentale semplice accostare la seconda stagione di Sorry for Your Loss alla seconda fase del lutto o del dolore. Ma non è così semplice, probabilmente perché, schemi a parte, è la vita stessa a rigettare definizioni così rigide. E allo stesso modo per la giovane Leigh non esiste un netto passaggio ad una nuova fase della convivenza con il dolore per la perdita del marito Matt. La prima stagione dello show di Facebook Watch si era chiusa con chiaro segnale di speranza, di apertura verso nuove esperienze. Questa seconda stagione torna a certi dolori, cerca a tentoni nel buio un appoggio che possa dare sostegno. Lo trova, lo rifiuta, non è lineare, ma la gestione dei traumi non lo è mai.

Sono trascorsi sei mesi dalla morte di Matt (Mamoudou Athie), pochi davvero in effetti per poter andare avanti emotivamente. Leigh (Elizabeth Olsen) cerca ancora di trovare un proprio equilibrio, in famiglia, sul lavoro, nelle relazioni con le altre persone. Intorno a lei, in una stagione che si apre maggiormente al racconto di altre vite, ci sono le storie di sua sorella Jules (Kelly Marie Tran), di sua madre Amy (Janet McTeer) e di Danny (Jovan Adepo), fratello di Matt.

Alla sua seconda stagione, lo show di Facebook Watch diventa meno una narrazione a tesi e più un dramma familiare. La prima stagione bastava a se stessa, ma nel momento in cui si decide di proseguire con la storia, l'intreccio tende a complicarsi. Così i punti di vista si moltiplicano, le storyline assumono maggiore concretezza e si tende a svilupparle di più nel corso delle dieci puntate. Nel fare questo passaggio, lo show diventa una storia di mancanze e insoddisfazioni personali, ognuna diversa dall'altra. Non è più solo la ricerca di un senso di una vedova in lutto, ma uno sguardo a tante piccole vite, ognuna alla ricerca di uno scopo più alto.

Ad esempio Jules inizia una nuova relazione romantica e cerca di capire cosa vuole fare con il proprio lavoro; Amy attraversa una vera crisi di mezza età e deve distaccarsi da tutto e andare alla ricerca di se stessa (anche nella serie non diventa meno vago di così); Danny soffre l'ombra del fratello sulla propria vita, tra senso di colpa, rabbia, amore inespresso – per Matt – e amore che vorrebbe esprimere – per Leigh. E comunque si torna sempre a Leigh, alla sua sofferenza che esplode in momenti e in modi spesso sorprendenti, secondo una gestione delle emozioni che non può essere universale – perché il dolore di ognuno è unico – ma è umana.

Sorry for Your Loss di per sé è un dramma nella media, non eccezionale. Ma ha qualcosa di particolare. Questo qualcosa si può trovare nei commenti delle puntate su Facebook, che spostano quasi sempre l'attenzione dal contenuto e dal giudizio sull'episodio per parlare delle proprie esperienze personali, e della possibilità di ritrovarsi nelle stesse emozioni. In questo senso la presenza sul social di Sorry for Your Loss è un elemento caratteristico da non sottovalutare. Qui avviene qualcosa di completamente diverso dagli altri distributori di testi visivi: il contenuto e il luogo per eccellenza dove oggi si esprimono giudizi si incontrano. La visione allora diventa ancora più condivisa, l'argomento emerge con più forza, lo show riesce a far risuonare meglio i propri temi.

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