Dopo aver visto il primo trailer, Babylon’s Fall poteva essere tante cose. Conoscendo Platinum Games, poteva essere un titolo brutto da vedere, ma bello da giocare, a tratti imperdibile. Poteva essere un titolo mediocre, facilmente dimenticabile, come i tanti prodotti su licenza sviluppati dal team nel corso degli anni. Oppure avrebbe stupito tutti, e dato il via a una nuova IP indimenticabile, come già successo in passato. Sfortunatamente Babylon’s Fall è l’ennesimo buco nell’acqua.

Nonostante la clamorosa disfatta, perché ormai di quello si tratta, subita con Marvel’s Avengers, Square Enix ci riprova e manda in campo un altro Game as a Service. Un’epopea ambientata in un mondo medievaleggiante, dove uomini e donne senza più nulla si arruolano con la speranza di cambiare il proprio destino. Nelle ultime due settimane sono stato impegnato a scalare l’altissima, e quasi inabitata, Ziggurat a Neo Babylon, in quello che è probabilmente tra i peggiori titoli mai concepiti da Platinum Games. Una sentenza dura e netta, che potrebbe cambiare in futuro con i naturali rehaul di gioco. Tenete quindi di conto la data in cui è stata pubblicata la recensione, prima di gettarvi in inutili invettive. Con la speranza che nei prossimi mesi tutti i punti critici di Babylon’s Fall vengano corretti o modificati.

Babylon’s Fall, morto ancora prima di nascere?

Dai primi trailer, Babylon’s Fall sembrava un GDR action con una forte impronta narrativa, con la possibilità di essere giocato fino a quattro giocatori contemporaneamente così da rendere più divertente e appagante ogni scalata della Ziggurat. La beta e la demo uscite negli scorsi mesi però, riportarono i fan di Platinum Games alla realtà. Babylon’s Fall può sì essere giocato da soli, ma ben presto vi troverete a sbattere contro un sistema di bilanciamento pensato per la progressione di gruppo, con mostri che subiscono ben pochi danni per essere affrontati in solitaria. Non senza ripetere allo sfinimento lo stesso piano per accumulare materiali o drop leggermente più forti da permetterci di proseguire col racconto.

Per fortuna, dal lato della storia non vi perdete nulla. Si tratta di un racconto fantasy abbastanza basico, in cui un prescelto (in questo caso il giocatore) si ritrova un potere inimmaginabile e, una volta arruolato, scoprirà come usarlo per salvare amici e sgominare intrighi politici e militari. Una classica storia vista e rivista con relativi colpi di scena facilmente dimenticabili.

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Sophia, a capo della legione di soldati in cui sarete arruolati

Molte delle rivelazioni vengono fatte durante gli stage, da voci fuori campo negli auricolari dei protagonisti oppure da sequenze statiche tra un livello e l’altro. Un vero e proprio disastro narrativo. Nelle circa venti ore necessarie ad arrivare al post game il comparto narrativo di Babylon’s Fall non decolla mai del tutto. È una storia che rimane nelle retrovie per tutto il tempo. Il titolo inoltre non è tradotto nella nostra lingua, ulteriore paletto che terrà distante una fetta di giocatori (almeno nel nostro paese) soprattutto vista la mole di oggetti e termini da imparare per usufruire al meglio del gameplay.

Questo ovviamente a patto che troviate giocatori con cui affrontare gli stage. Se c’è un punto a favore del progetto però, è la sua natura crossplay. I giocatori PlayStation 4 e PlayStation 5 potranno unire le forze con quelli PC, facilitando il matchmaking. Purtroppo il titolo ha scelto una finestra d’uscita sfortunata, oltre a essere affossato dalle critiche. Su Steam, Babylon’s Fall ha ottenuto il peggior lancio per un GaaS degli ultimi anni, con sole 650 persone il giorno d’uscita. Numeri infimi, che purtroppo si rispecchiano con le poche persone presenti sul server.

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Alla fine di ogni livello potete valutar ei vostri compagni mentre ricevete i diversi premi per la performance.

Nei primi giorni ho trovato qualche difficoltà ad affrontare delle partite rapide, mentre gli stage di mia scelta non hanno mai raggiunto il limite massimo di giocatori. Questi magri risultati si sono poi riflessi sulla progressione dei livelli, rallentando la mia scalata della Ziggurat. L’impossibilità di affrontare con la CPU uno stage (a differenza per esempio di Marvel’s Avengers) è sicuramente uno dei difetti che minano la giocabilità della produzione. C’è da dire però che il netcode è stabile e, una volta avviata una partita, non ho mai riscontrato fenomeni di lag o crash di sorta.

La sensazione di una progressione sbilanciata poi, si sente anche nell’evoluzione del gameplay. Babylon’s Fall permette al giocatore di utilizzare quattro armi: due affidate agli attacchi veloci e pesanti, e due di supporto. Si tratta sicuramente dell’aspetto più interessante del gioco, nonostante ricicli quanto già fatto dal team in produzioni precedenti, ma per poterne godere al meglio, dovrete per forza arrivare al post game.

In cerca d’identità

Come però ho scritto in precedenza, il vero problema sarà mantenere alta la voglia di arrivarci al post game. Per potenziare il nostro soldato dovremo, come spesso accade nei giochi di questo tipo, ottenere un equipaggiamento diverso. Si tratta di drop casuali con un valore numerico, che andranno a migliorare le nostre statistiche, permettendoci poi di eliminare più velocemente i nemici. Qui ci scontriamo con un altro dei grandi problemi di Babylon’s Fall. L’aspetto estetico e di conseguenza quello artistico e tecnico.

Se da un lato abbiamo un framerate stabile anche nei momenti più caotici, dall’altro abbiamo un’estetica banale e poco memorabile, con perfino dei ripesconi dagli asset delle armature di Final Fantasy XIV. Gli equipaggiamenti più originali sono infatti bloccati dalle micro-transazioni e dal season pass, anche se quest’ultimo è al momento gratuito. Ogni elemento estetico aggiuntivo è disponibile solamente a pagamento e per ottenere valuta di gioco dovrete completare delle speciali missioni post-game. Anche in quel caso però, si otterrà veramente troppo poco denaro per potersi permettere l’armatura migliore. Diamo un merito però a Square Enix: mettere microtransazioni in una IP inedita richiede una fiducia smisurata nelle proprie capacità.

babylon's fall grafica

L’intero gioco è graficamente due generazioni indietro

Non finisce purtroppo qui. L’assenza d’identità dell’ultima produzione di Platinum Games è evidenziata anche da un comparto grafico fermo a due generazioni fa. Inferiore non solo a un NieR Automata, ma anche a un Astral Chain, per nominare due dei migliori prodotti del team nipponico degli scorsi anni. Babylon’s Fall è brutto da vedere, con un effetto stilistico da pennellata del Rinascimento che non si può eliminare e che rende il tutto orrido e di difficile lettura. Buone invece le musiche, orchestrali e con coro, ma che potete ascoltare senza dover per forza acquistare il gioco.

In sostanza, dopo averlo giocato nelle scorse settimane mi duole ammetterlo: Babylon’s Fall avrebbe potuto essere tante cose, ma non c’è riuscito. Il titolo rappresenta un passo falso per Platinum Games e l’ennesimo disastro in ambito GaaS per Square Enix. Non basta riprendere lembi dal gameplay di Nier Automata per portare a casa una vittoria, soprattutto se vai a pescare negli archivi delle tue produzioni per mettere insieme un mostro di Frankenstein deforme e senza carisma.

VOTO5
Tipologia di gioco

Babylon’s Fall è un action RPG cooperativo con una struttura da Game as a Service, quindi con un season pass, un premium pass e micro-transazioni di vario genere.

Come è stato giocato

Ho scalato la Torre di Babele per una ventina di ore, raggiungendo insoddisfatto il finale e con ben poca voglia di esplorare il post game.