Se è vero che spesso e volentieri si pecca di eccessiva intransigenza nei confronti di progetti che palesano alcune pecche, ignorandone quasi completamente i molteplici pregi (e il recente remake di Resident Evil 3 ne sa qualcosa in merito), nel caso di Fallout 76 ogni critica rivolta a Bethesda è stata più che dovuta, quasi un gesto di civiltà per evitare che simili eventualità possano ripetersi in futuro.
Del resto, l’MMO del publisher statunitense era nato prematuro, afflitto da fin troppi problemi tecnici, anemico sotto il profilo contenutistico. C’era una mappa di discrete dimensioni, un gran numero di missioni, armi e oggetti da recuperare in gran quantità, ma era un mondo fondamentalmente vuoto, ridondante, per nulla vario.
A suon di aggiornamenti e piccole novità introdotte a cadenza regolare, Fallout 76, quasi inspiegabilmente, è sopravvissuto a scelte incomprensibili degli sviluppatori, errori di comunicazione madornali, il...
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