Stuzzicati dalla direzione artistica all’insegna del low poly e incuriositi dai tanti riconoscimenti assegnatigli dalle testate statunitensi, ci siamo avvicinati timidamente a Mulaka, un indie dall’intento antropologico. Lienzo infatti rielabora in forma interattiva i miti e le leggende dei Tarahumara, una civiltà indigena del Messico settentrionale, che a oggi conta fra i 50.000 e i 70.000 individui. Nasce così un racconto quasi onirico, anima di un gioco palesemente ispirato a Okami.

Per molti anni il genere umano e le creature delle lande desolate – nel bestiario si contano mantidi antropomorfe, rane dalle dimensioni ciclopiche e teschi fiammeggianti – hanno vissuto in perfetta armonia, un delicato equilibrio ora venuto meno. La situazione è davvero disperata: la popolazione batte in ritirata e si rifugia in piccoli insediamenti, martoriata dai continui assalti e dalle scorribande delle mostruosità. Una luce di speranza giunge nell’ora più buia e si plasma in un giovane sciama...