Il principio di Pareto afferma che con il minimo sforzo è possibile ottenere il massimo della resa. A quanto pare lo sa bene Game Freak, che con Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto ha segnato un nuovo record di vendite, pur pubblicando un titolo parzialmente incompleto.

Perché è inutile girarci intorno, se non avete vissuto in una grotta, quest’ultimo mese ne avrete già letto di cotte e di crude sull’ultima generazione Pokémon. Scelte tecniche improponibili perfino per un hardware che ormai ha quasi sei anni sul groppone e, senza troppi giri di parole, il titolo della saga meno pulito di sempre.

Il 2022 è stato un anno proficuo per The Pokémon Company: Leggende Pokémon Arceus ha dominato i primi mesi dell’anno, ma è stato messo da parte fin troppo presto per lasciare spazio al primo titolo veramente Open World (o almeno così diceva la campagna marketing) del brand. La tanto attesa nona generazione, con le sue nuove meccaniche, la nuova regione di Paldea e i suoi nuovi mostriciattoli. Chi è abituato ai titoli Pokémon sa bene che il comparto tecnico non è mai stato all’altezza delle altre uscite ma, quando il tuo nuovo titolo di punta performa peggio di un porting di un gioco di cinque anni prima o perfino dei capitoli precedenti dello stesso brand su quella console, magari qualche dubbio su uno sviluppo affrettato ti inizia a sorgere.

Luci e Ombre di Pokémon Scarlatto e Violetto

A quest’ora, se foste stati davvero interessati a Scarlatto e Violetto, avrete sicuramente completato le tre campagne principali che portano al vero finale dell’avventura a Paldea. E vi sarete accorti da soli che il senso di libertà promesso dai trailer è, ahimé, solo relativo. Certo, una volta completato il prologo potrete avventurarvi dove volete ma, senza le abilità del leggendario, sarete comunque costretti a intraprendere un percorso preciso. Allo stesso modo, ho trovato alquanto inutile permettere di scegliere quale palestra affrontare per prima. Questo perché l’avversario non ha uno scaling di livelli e ci obbliga così a farmare esperienza o, peggio, non rappresenta una sfida se affrontato troppo tardi.

Ovviamente, ci sono alcuni momenti che sono comunque molto riusciti, e che piaceranno sicuramente ai fan dei mostriciattoli tascabili. La storia di Koraidon (e Miraidon) è interessante e ricca di spunti, anche grazie alla presenza di un personaggio come Pepe, che è stato davvero in grado di stupirmi in positivo. Un po’ più deboli le altre due storie, sebbene alcuni dei personaggi riescono a ritagliarsi il proprio spazio. La nona generazione di Pokémon, nonostante sia l’aspetto più soggettivo del prodotto, regala accostamenti di tipi interessanti e nuove abilità molto utili. A rubare l’attenzione però, sicuramente i Pokémon Paradosso. I paradossi sono forme impossibili di Pokémon conosciuti e, sebbene sia convinto che saranno limitate a Paldea e alla nona generazione, sono incuriosito da cosa potrebbe essere mostrato nei probabilissimi DLC dedicati a questi titoli.

L’idea di aggiungere un’altra categoria alle già introdotte forme regionali e varianti evolutive, potrebbe inizialmente sembrare caotica. Ma, nel marasma rappresentato da scarlatto e violetto si tratta sicuramente di una delle aggiunte più curate da Game Freak.

Purtroppo, per ogni cosa buona, ce ne è il doppio che lascia interdetti, o quantomeno storditi. La maggior parte delle prove delle palestre sono solamente una perdita di tempo o una nuova meccanica di gameplay che semplicemente non funziona. Altre sembrano essere state rimosse, o acconciate alla ben e meglio per poter rispettare la data di lancio. Insomma, capisco chi il gioco non l’ha voluto comprare o chi si è sentito profondamente deluso da Paldea.

Passato Scarlatto

“La realtà è che la nona generazione di Pokémon aveva bisogno di più tempo.”Quale miglior modo di dare la sensazione di un open world vivo se non quella di eliminare qualsiasi tipo di interno? Quindi addio ai negozi, sostituiti da un semplice menù a schermo. Addio alle palestre, ora precedute da delle prove quasi del tutto inutili (simili a quelle di Alola). Addio perfino alle stanze dei Super Quattro, con la Lega Pokémon ridotta a un semplice monolocale in cui i campioni si daranno il cambio per sfidarci. E addio a qualsiasi edificio esplorabile, in Scarlatto e Violetto non si potrà entrare in nessuna casa tranne che nella nostra e in quella di Nemi. Sembra che Game Freak abbia messo a tacere la critica degli interni tutti uguali semplicemente eliminando ogni tipo di interno dal gioco.

La realtà è che la nona generazione di Pokémon aveva bisogno di più tempo. È incredibile infatti come il titolo giri peggio di Leggende Pokémon Arceus. Vuoi per gli ambienti più grandi, vuoi per i molti più Pokémon a schermo, il framerate di Scarlatto e Violetto è decisamente incostante. In alcuni punti di Paldea, siamo al limite della presentazione powerpoint da quanto scatta il gioco. Per fortuna, rispetto ad Arceus è stata migliorata l’acqua ed è assente l’orripilante (e inspiegabile) filtro viola. Si è scelto poi di rendere il tutto più vivace, con una tavolozza di colori più calda, rispecchiando i paesi spagnoli a cui Paldea è ispirata. Ma anche qui si tratta di un lavoro fatto a metà e, una volta giunti alla Sierra Napada, vi troverete di fronte al nulla bianco. Terreni scoscesi su cui sono stati gettati manciate di Pokémon, senza un apparente senso logico.

Scarlatto Violetto

L’unico aspetto che ci spinge a esplorare Paldea, oltre ai Pokémon, sono i 32 paletti sacri. Si tratta di veri e propri collezionabili che non solo non sono segnalati, ma ci metteranno di fronte a quattro Pokémon leggendari inediti. Sparsi per le terre spagnoleggianti poi, ci sono un quantitativo di oggetti ed MT che si rigenerano casualmente ogni giorno. Non sono nascoste, o meglio, non tutte, ma sono un incentivo a esplorare la mappa più volte o a tornare in un luogo già visitato.

Anche la Teracristallizzazione, sebbene sia brutta da vedere (e causa anch’essa dei cali di framerate o dello stuttering) è una buona rinfrescata al comparto competitivo della serie. Sarà ovviamente da vedere sul lungo periodo, ma dai primi tornei trasmessi l’assenza di una meccanica totalizzante per una meno invasiva sta giovando sia ai team che allo spettacolo.

Futuro Violetto

Anche sul fronte multigiocatore, Scarlatto e Violetto sono pieni di alti e bassi. Da un lato, Game Freak ha reso possibile il gioco co-operativo fino a quattro allenatori. I quattro condivideranno la Paldea dell’host, incontrando perfino le creature esclusive della versione scelta. Un’interazione che era già stata promessa dalla generazione precedente e che finalmente trova spazio in questa.

Sul versante raid però, mi trovo a riscontrare l’ennesimo passo indietro. Tramite la sezione apposita, si potrà accedere ai raid tutt’ora in corso, ma non è più possibile vedere gli amici che stanno giocando in quel momento. In più, nella maggior parte dei raid in evidenza, il timer è già scaduto, e il più delle volte ci è risultato impossibile aggiungerci. La scelta ricade quindi sui raid casuali, che potrebbero essere di qualsiasi difficoltà, impedendoci di ottenere i materiali necessari vincolati proprio a quelli più difficili. O costringendoci a affrontare solo quelli presenti nel nostro overworld o in quello degli amici della nostra cerchia.

Anche sul versante delle Quality of Life si è fatto qualche passo indietro rispetto a Leggende Pokémon Arceus. Se da un lato resta la possibilità di modificare le mosse a piacere in qualsiasi momento, dall’altro si torna a una gestione dei box oscena, con l’impossibilità di liberare in blocco gruppi di Pokémon e addirittura con un lag nel caricamento che non si è mai visto in 25 anni della serie.

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Per i cacciatori di Pokémon cromatici poi è ancora più dura la situazione. Anche se le chance di beccare un pokémon dal colore diverso sono maggiori (dato l’alto numero di spawn di creature nell’overworld), Game Freak ha optato per togliere le stelline all’apparizione, o l’effetto sonoro presente per l’appunto in Arceus. Questo rende estremamente complicato distinguere alcune delle varianti cromatiche, specialmente dato il pessimo sistema di luci e ombre del gioco.

Potrebbe trattarsi di una semplice distrazione, dato che per le prime due settimane di gioco il team si era dimenticato di programmare l’animazione del sonno (aggiunta con la prima patch).

Lettera di un assuefatto allenatore di Pokémon

Mi è stato detto da più persone che il motivo per cui Game Freak non si sforza più di tanto tecnicamente, è perché in ogni caso porterà a casa un risultato economico incalcolabile. E infatti, anche questa volta, Scarlatto e Violetto hanno superato ogni record dei predecessori, diventando i giochi Pokémon più venduti al lancio. Questo perché, per ogni giocatore che si lamenta di un bug o di un difetto grafico, ce ne sono almeno altrettanti a cui non importa, e che saranno sempre lì puntuali ad afferrare la propria copia il giorno d’uscita.

E credetemi, lo so bene, perché sono uno di quelli. Sono parte del problema. Ma mai come nella mia avventura a Paldea, mi sono trovato di fronte a un disastro visivo indifendibile. Potete vedere alcuni esempi negli screenshot di questa recensione. A questi vanno sommati i numerosi cali di frame e soprattutto i Pokémon che sparivano dietro le pareti. Eppure, nonostante tutto questo, sono andato avanti, assuefatto da una formula ormai consolidata e dalla voglia di scoprire tutti i nuovi mostriciattoli. Un po’ come un cocainomane in cerca di una dose, mi sono ritrovato a fare le tre di notte cercando un cromatico, o proseguendo nell’esplorazione di posti completamente spogli e che non dovevano offrirmi altro che rabbia e seccatura.

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Le buone idee in Scarlatto e Violetto ci sono. Sono fermamente convinto che con qualche mese in più di polishing non si sarebbe verificato questo disastro tecnico. Lo dico convinto del fatto che per tutta l’avventura mi ritrovavo con un mezzo sorriso. Quello delle occasioni perse. Quello di chi ha capito che con il tempo giusto un pezzo del prodotto poteva essere ampliato e dare di più. Quello del giocatore deluso ma che, nonostante tutto, sa che al momento non c’è niente come Pokémon nel genere del Monster Collector. E quest’ultima cosa The Pokémon Company la sa bene, e la sfrutta a dovere con tutti gli altri prodotti.

Nei giochi invece, sembra che abbia puntato davvero al minimo sforzo massima resa e i risultati di mercato parlano chiaro. Un vero peccato perché, fino a questa coppia di capitoli, a fronte di un pacchetto esterno poco curato e spesso arretrato, ci trovavamo davanti un regalo interno ben più delineato e completo. Scarlatto e Violetto invece gli interni li hanno direttamente rimossi.

VOTO6.5
Tipologia di gioco

Pokémon Scarlatto e Pokémon Violetto sono l’ultimo capitolo della saga di JRPG più famosa del mondo.

Come è stato giocato

Ho completato l’avventura (e il pokédex) in più di un centinaio di ore, grazie a un codice gentilmente offerto da Nintendo.