Quando l’anno scorso la Pixar ha annunciato il rinvio l’uscita di The Good Dinosaur da quest’estate al 25 novembre 2015, è parso abbastanza chiaro a tutti che lo studio aveva deciso di rivoluzionare letteralmente il film, tanto che poche settimane prima era stato annunciato che Bob Petersen era stato rimosso come regista e che al suo posto erano stati inseriti come “registi ad interim” John Lasseter, Lee Unkrich, Mark Andrews e Pete Sohn.

Ora John Lithgow rivela a Collider che il film è stato cambiato completamente:

Ho registrato il mio ruolo in Good Dinosaur. Ora però lo hanno smantellato completamente e lo hanno reimmaginato: la storia è nuova ed è fantastica. Quindi dovrò registrare nuovamente la mia parte il mese prossimo. Non temete, uscirà e sarà molto meglio di come me l’ero inizialmente immaginato. […] Io e Francis McDormand, comunque, interpretiamo ancora Mamma e Papà Dinosauro.

La notizia non è per niente allarmante per chi conosce la Pixar: è piuttosto comune che lo studio rimuova il regista o rifaccia completamente la storia di un suo film. È uno dei motivi per cui la produzione dei progetti Pixar dura così tanto: il caso più clamoroso fu quello di Ratatouille (il film uscito in sala era sensibilmente diverso rispetto a quello originariamente pensato da Jan Pinkava, poi rimosso come regista), e più recentemente è capitato con Ribelle – the Brave. Ancor più recentemente lo studio ha cambiato il finale di Finding Dory dopo l’uscita del documentario Blackfish, incentrato sul SeaWorld di San Diego.

Chi scrive ha visitato la Pixar qualche settimana fa. Nello spiegare il lungo processo creativo che porta alla realizzazione di un film ci è stato sottolineato più volte quanto drastico esso sia. Il film in sè è stato definito come una “creatura” che cambia e si evolve, e i registi e i creativi che vi lavorano devono accorgersi di come cambia e, quando si rendono conto che sta prendendo una direzione completamente diversa da quella pianificata inizialmente, favorire questo instradamento.

Ovviamente la speranza è che questo processo funzioni ancora una volta, ma il fatto che la Pixar si sia voluta prendere il giusto tempo e non sia scesa a compromessi (arrivando ad avere un “anno sabbatico” senza nuove uscite come il 2014, cosa assai coraggiosa per uno studio controllato dalla Disney) è senza dubbio incoraggiante.