Contact di Robert Zemeckis, anche grazie alle solidissime performance di Jodie Foster e Matthew McConaughey, viene ricordato come un ottimo film capace di rappresentare in maniera interessante il dialogo, spesso acceso, fra scienza e fede.

Prima dell’arrivo di Zemeckis in cabina di regia, un altro filmmaker si stava già occupando dello sviluppo di questa pellicola tratta dal romanzo di Carl Sagan, ovvero sia George Miller.

Per un anno Miller, Sagan e sua moglie hanno lavorato allo script, prima del nulla di fatto. Collider ha avuto modo di intervistare George Miller durante il junket americano di Mad Max e di affrontare anche questo argomento.

Miller ha ammesso di non aver mai visto l’opera del collega, ma ha specificato che quello che lui aveva in mente era molto meno conciliante di quella che la Warner Bros. avrebbe voluto vedere sul grande schermo.

Non voglio mancare di rispetto a Rob, sia chiaro, ma era chiaro che la Warner non era interessata al film che avevo intenzione di fare. Doveva essere più conciliante, così, di comune accordo, abbiamo deciso di prendere strade differenti. Poi qualcuno mi ha spedito lo screenplay del film di Zemeckis e ho avuto la conferma di questo regresso a materiale più digeribile e prevedibile […] Non voglio dire che sarebbe stato un altro 2001, ma di sicuro avrebbe avuto molta meno esposizione, con tutti questi personaggi che parlano degli accadimenti drammatici della loro vita al posto di far vedere al pubblico queste esperienze […] Il mio Contact sarebbe stato qualcosa di simile a Interstellar anche se, ripeto, non ho visto il film di Zemeckis, ma ho solo letto lo script.

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