Non ama la definizione young adult.

Lauren Kate, classe 1981, è l’ultima autrice di una saga fantastica al femminile ad approdare al cinema dopo Stephenie Meyer, Suzanne Collins e Veronica Roth. Abbiamo parlato con lei in esclusiva di questo interessante fenomeno letterario degli ultimi dieci anni che ormai sta pesantemente influenzando anche il cinema mainstream. Uscito nelle librerie nel lontano 2009 Fallen si appresta a diventare un film diretto da Scott Hicks in sala nei primi mesi del 2016 con Addison Timlin, Jeremy Irvine e Harrison Gilbertson. È la storia di Lucinda Price, giovane donna appena arrivata in un riformatorio dove verrà contesa da due maschi (Daniel Grigori e Cam Briel) forse con un passato… sovrannaturale. Nel 2016 uscirà nelle sale il film mentre questo novembre la quadrilogia diventerà una sorta di pentalogia grazie a Unforgiven, nuovo romanzo spin-off dedicato solo al personaggio di Cam Briel.

Cosa pensi del fatto che Fallen stia per uscire come un film a sei anni dalla pubblicazione del libro? Ti rassicura il fatto di vedere la tua prima creatura al cinema a così tanto tempo di distanza dalla sua uscita in libreria dopo che quella saga è quasi finita e tu sei stata impegnata già in nuove avventure?

Sì. Trovo gradevole l’idea di aver avuto una prospettiva da cui poter vedere la produzione di Fallen. Avrei avuto non poche difficoltà a scrivere i libri contemporaneamente alla realizzazione dei film. L’opzione cinematografica scattò immediatamente dopo la pubblicazione nel 2009 e all’epoca questo mi mise in agitazione perché stavo ancora sviluppando la saga nella mia testa. Parlai con i produttori prima di scegliere gli attori per far capire loro la mitologia ma allo stesso tempo… stavo cercando di capirla anch’io. Ero nervosissima. Avevo bisogno di tempo. Pianificare il film con loro in questo modo è stato perfetto. E’ stata la scelta migliore: finire la saga prima di trasformarla in un film.

Altrimenti avresti dovuto scrivere i libri parallelamente alla costruzione dei film?

Certamente. E ora sono convinta che averlo evitato sia stata la cosa migliore per me.

Che immagini vedevi mentre scrivevi la saga? Colori, forme, riferimenti pittori o cinematografici?

E’ interessante come domanda… fu qualcosa di chimico, magico ed elusivo. E’ difficile rispondere… la mia famiglia e i miei amici mi dicevano costantemente che stavo parlando di loro e di noi. Io non ero d’accordo! Mi sedevo e la storia veniva fuori. Se proprio mi costringi a concretizzare in parole alcune delle ispirazioni per la scrittura… ti direi Alfred Hitchcock e Francis Scott Fitzgerald, Lucinda Williams. Quindi un grande regista, un grande scrittore e una grande musicista.

E in termini di volti dei personaggi? Mi riferisco a Lucinda, Daniel e Cam… avevi in mente qualcuno mentre scrivevi?

Molto presto ho usato i miei amici più stretti come ispirazione fisica ma solo perché quei personaggi erano delle materie non definite e non riuscivo ancora a formarli nella mia testa, soprattutto Lucinda.

Perché?

Era indisciplinata. Se volevo che andasse da una parte… lei andava dall’altra. Inoltre… se dovevo descrivere spazi esterni ed interni riuscivo a visualizzarli perfettamente. Con i personaggi non ci riuscivo.

E come li vedevi?

Li vedevo come dei corpi… senza volto.

Ma i corpi senza volto ti hanno accompagnato per tutti e quattro i libri o solo per Fallen?

Per tutta la saga. Ti sembrerà assurdo ma è così. In un certo senso non vedere i loro volti mi ha sempre permesso… non so come dire… di scrivere anche delle rivoluzioni improvvise nelle loro vite e di poterli vedere cambiare radicalmente sotto i miei occhi mentre scrivevo i romanzi.

E questa indefinitezza fisica è rimasta fino a quando?

Fino alla produzione cinematografica. Non potevo segnalare degli attori perché non avevo degli attori in mente per i tre protagonisti. Quando hanno cominciato a suggerirmeli… ho cominciato a preoccuparmi di meno. Mi stupì molto il senso di gioia e rilassatezza quando vidi per la prima volta la proposta dei volti di Addison Timlin, Jeremy Irvine e Harrison Gilbertson. Li trovai subito perfetti.

Perché non sei accreditata ufficialmente come sceneggiatrice anche se so che hai lavorato al copione del film?

Effettivamente ho dato un contributo piuttosto sostanziale. Sai… è un processo bizzarro quello del credit cinematografico nel senso che ci sono sempre stati due sceneggiatori ingaggiati dalla produzione fin dal principio e probabilmente è stata compiuta questa scelta perché è ancora troppo presto per me riuscire a ricoprire anche quel ruolo.

Perché?

Perché all’epoca non sapevo nulla di sceneggiatura ed è un mestiere che devi saper fare.

E’  completamente diverso?

Completamente. Il budget influenza la scrittura. Recentemente parlavo con Scott Hicks riguardo una delle prossime sceneggiature ed ero tanto contenta di proporgli un’idea molto bella da aggiungere al copione. Lui mi guarda e mi fa: “Lauren… questi cinque secondi che mi proponi costeranno 1 milione di dollari! Non si può fare”. Io non capisco niente di queste cose!

Ti piace la definizione young adult per questo tipo di letteratura?

No.

Perché?

Preferisco letteratura e basta.

Parliamo un attimo di questo vero e proprio movimento che si sta formando di scrittrici che fanno romanzi di formazione al femminile attingendo a metafore che provengono dall’horror, dalla fantascienza adulta e nel tuo caso addirittura dalla Bibbia. Io sono molto interessato a quello che tu Stephenie Meyer, Suzanne Collins e Veronica Roth avete fatto negli ultimi anni. C’è un’effettivo senso di riconoscimento tra voi autrici da questo punto di vista? C’è una sorta di movimento?

La risposta è sì. Partecipiamo a seminari, dibattiti e discussioni insieme. Suzanne Collins è per me un vero e proprio punto di riferimento e tutte le volte che l’ho incontrata mi ha profondamente colpito dal punto di vista intellettuale. Siamo molto unite e ci aiutiamo a vicenda. Sì, siamo consapevoli del fatto che siamo una sorta di movimento.

Che cosa pensi del fatto che state attingendo a un immaginario un tempo squisitamente maschile come l’horror e la fantascienza?

Penso che possa essere una reazione all’idea che in passato la donna doveva essere questa creatura con i piedi per terra completamente votata a una responsabilità di natura domestica. E poi c’era l’idea che innamorarsi… non fosse il traguardo esistenziale massimo per una donna. Partendo dal concetto che le favole sono antifemministe si è sviluppato in passato l’approccio opposto cioè che per una ragazza l’amore non dovesse essere necessario perché in realtà avrebbe potuto fare altro di più importante nella vita. Capisco che quella rottura fu importante ma quello che noi stiamo ribadendo adesso con i nostri libri è che l’amore è la sfida più difficile e l’avventura più difficile della nostra vita. L’amore ci rende quello che siamo. L’amore ci completa totalmente come essere umani. Per me è importante non mostrare l’amore con un approccio femminista ma attraverso la libera scelta di un donna di provare dei sentimenti radicali nei confronti di un altro essere umano.

Quanto sai del film?

Tutto! L’ho visto e sono totalmente soddisfatta. È sexy, eccitante, diretto e sincero in tutti i migliori sensi del mondo.

Ti vogliamo accreditata anche come sceneggiatrice per i prossimi film mi raccomando. Prometti?

Vi assicuro che ce la metterò tutta.

 

 

Scritto da Kathryn Price e Nicole Millard, e poi rimaneggiato da Michael Ross, il film non ha ancora una data di uscita.

A seguire, la sinossi del romanzo:

In seguito a un tragico e misterioso incidente, Lucinda è stata rinchiusa a SwordEtCross, un istituto a metà fra il collegio e il riformatorio. Nell’incidente un suo amico è morto. Lei non ricorda molto di quella terribile notte, ma la sua ricostruzione dei fatti non convince la polizia. La vita nella nuova scuola è difficile: il senso di colpa non le lascia respiro, proprio come le telecamere che registrano ogni singolo istante della sua giornata. E tutti gli altri ragazzi, con cui è più facile litigare che fare amicizia, sembrano avere alle spalle un passato spiacevole, se non spaventoso. Tutto cambia quando Luce incontra Daniel. Misterioso e altero, prima sembra far di tutto per tenerla a distanza, ma poi è lui a correre in suo aiuto, e a salvarle la vita, quando le ombre scure che Luce vede in seguito all’incidente le si stringono intorno. Luce, attratta da Daniel come una falena dalla fiamma di una candela, scava nel suo passato e scopre che standogli vicino, proprio come una falena, rischia di rimanere uccisa: perché Daniel è un angelo caduto, condannato a innamorarsi di lei ogni diciassette anni, solo per vederla morire ogni volta… Insieme, i due ragazzi sfideranno i demoni che tormentano Luce, e cercheranno la redenzione.

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