“Sapete che sono un perfezionista. Dovevo fare questo stunt, uno dei molti, incredibili, spettacolari stunt che vedrete in questo film, ma vi ho visti e così ho detto che sarei venuto a parlarvi, so che alcuni di voi devono partire e volevo essere sicuro di onorare la mia promessa.” Così Vin Diesel si presenta dopo che lo abbiamo rincorso sul set per due giorni. Siamo ai Pinewood Studios di Toronto, Canada, dentro all’immenso “MEGA Stage” e lui si sta facendo sparare da una parte all’altra dell’immenso teatro di posa da un’ora buona, girando una spettacolare scena d’azione che vedremo solo mesi più tardi in xXx: il Ritorno di Xander Cage.

Manca mezz’ora alla nostra partenza, e solo ora finalmente si concede a noi giornalisti per quella che alla fine sarà un’intervista davvero epica:

Come ti senti a tornare nei panni di Xander Cage dopo tutti questi anni?

Dizzy, in questo preciso momento, Mi sento benissimo! Ho sempre saputo che sarei tornato. Sapete il treno che va da Londra a Parigi? Ero su quel treno e vidi un cartellone pubblicitario di xXx 2. Ricordo che mi sentii malissimo, perchè molti fan sarebbero stati delusi dalla mia assenza. Era l’inizio della mia carriera, ed è stata una delle prime volte che ho rifiutato un film a causa della sceneggiatura, purtroppo seguo la filosofia da vecchio millennio che un film deve avere uno script perfetto. È una cosa che ho preso da mio padre, ha passato la sua vita in un teatro di New York, e il teatro funziona così: devi avere un copione perfetta prima di lanciare uno spettacolo. Ho preso da lui questa mia fissazione per gli script. In quel momento della mia vita mi ero reso conto che il pubblico aveva più fede nella mia abilità nel correggere il tiro una volta avviata la produzione.

Questo film ha un ensemble molto internazionale di attori. L’impressione è che faccia molto riferimento alla tua esperienza in Fast & Furious 7, è vero? Quanto è stato importante?

Quando sono diventato produttore di Fast & Furious, il mio obiettivo è diventato quello di portare una nuova forma di multiculturalità nel classico blockbuster di Hollywood. Volevo dimostrare che una famiglia può essere composta da persone provenienti da tante nazionalità diverse, e volevo che il pubblico apprezzasse questo concetto. Grazie al successo di Fast 6 e Fast 7 ho iniziato a riflettere su come questi film abbiano avuto successo su scala globale. Quando facciamo film hollywoodiani il più delle volte pensiamo di farli per il pubblico di hollywood, e sono in tanti ad aver pagato cara questa filosofia. Ma dopo aver viaggiato il mondo ed essermi reso conto del successo mondiale di FF, ho pensato che sarebbe stato bellissimo lanciare xXx in questo scenario globale con un cast internazionale, oltre ai direttori casting di Hollywood e agli attori Hollywoodiani. Ho deciso di andare direttamente in altri mercati cinematografici, a Hollywood, a Hong Kong, trovando Deepika, Donnie Yen, Tony Jaa. Un cast senza confini e che non conoscesse le limitazioni di Hollywood. Penso che questo aspetto ci darà le maggiori soddisfazioni: un cast globale per un lancio globale.

Ci sono molti agenti al cinema, da James Bond a Jason Bourne, passando per Ethan Hunt, ma nessuno è come Xander. Come rimane originale e fedele a se stesso questo personaggio dopo 12 anni?

Quando uscì il primo film incassò più del Bond che era uscito in quel periodo. A quel punto venne annunciato che Daniel Craig sarebbe stato il nuovo Bond e che sarebbe uscito Casino Royale, quasi fosse una risposta al crudo realismo di Xander e che sembrava mancare ai film di James Bond. Oltre a quello, tutti gli altri film di agenti segreti secondo me falliscono perchè non sono contemporanei. Quando uscì xXx eravamo agli inizi dello spettacolo sugli sport estremi, e guardate invece ora dove siamo 15 anni dopo. Xander Cage nasce da quello, Xander Cage appartiene a quella gente, non è diventato un atleta facendo qualche corso all’università, è diventato un atleta rompendosi braccia e gambe in qualche sport folle che non viene riconosciuto alle olimpiadi, sulle strade. È questo suo essere accessibile che lo ha reso così popolare, quindi a parte l’umorismo e il lato sexy del personaggio, Xander Cage è in grado di parlare direttamente a questo millennio, è l’agente segreto del 21esimo millennio. “Non è l’agente segreto dei vostri genitori”, recitava la tagline del primo poster.

xander

Ti piacciono gli sport estremi?

Moltissimo, sono cresciuto a New York City praticando sport estremi. Non è il caso che vi racconti quante cose pericolose mi divertivo a fare all’epoca… Poi ho deciso di fare questi film d’azione, e così mi sono trovato a fare cose pericolose per lavoro e ho preferito non farne più nella vita vera.

Sei molto legato ai tuoi personaggi, che tipo di rapporto sviluppi con gli sceneggiatori quando si tratta di film come questo?

È uno dei motivi per cui voglio fare anche il produttore di film come Fast & Furious e xXx. È una risposta a questa domanda. Questo personaggio vive dentro di me, quando lo interpreto lo evoco dentro di me. Quindi devo collaborare il più possibile con gli sceneggiatori per assicurarmi che tutto proceda per il meglio, e loro ne sono lieti. A Hollywood non bisogna accontentarsi di avere in mano un buono script che ti faccia ottenere il via libera: una volta che la luce verde si è accesa, devi migliorarlo sempre di più. Ci sono frasi che devono diventare un classico per il tuo personaggio, e spesso nascono quando cerco di articolare cosa sta provando realmente il mio personaggio. Anche se in quel momento non sembra avere alcun senso. Molte volte, ripeto, un bravo sceneggiatore ti fa ottenere il via libera a Hollywood, bisogna essere sceneggiatori specializzati e dotati per riuscire a ottenere sceneggiature che ricevano l’OK dalle major. Ma non significa che quelle siano le sceneggiature definitive, magari non contengono la poesia necessaria a far trascendere lo schermo a un personaggio, facendolo arrivare realmente alle persone.

Tu più di ogni altro attore sei diventato davvero abile nel creare franchise, ma prima menzionavi il fatto che quando eri più giovane ti sei allontanato da questa saga per via dello script. Cosa è cambiato? In che punto della tua carriera ti sei reso conto che questa saga doveva riprendere vita e lanciarsi verso scenari molto ambiziosi, con un cast internazionale?

Ho sempre avuto una certa propensione al costruire mitologie, questo probabilmente perché ho passato infinite notti a giocare a Dungeons and Dragons, creando mondi. Negli anni settanta, ottanta e novanta, prima di Warcraft e dei videogiochi i giochi di ruolo riuscivano a fornire un tipo di intrattenimento incredibile. E quel tipo di intrattenimento veniva da persone che passavano settimane e settimane a progettare quei giochi, quei mondi, per permettere a tutti di calarsi nei personaggi e fuggire dalla realtà. Quel tipo di amore per il dettaglio mi ha sempre affascinato. Michelle Rodriguez mi dice sempre: “Sai Vin? C’è chi non capisce ciò che stai facendo realmente a Hollywood.. la stai “D&D”endo!” Sono stato fortunato da trasformare un hobby del quale ero veramente drogato da piccolo in un modo per costruire mitologie. Nel 2003 avevo fatto… ovviamente prima dicevo che ero molto fissato con le sceneggiature, è stata una svolta quando mi sono reso conto che c’erano delle persone che avevano adattato quel personaggio, e se io mi identificavo in quel personaggio, “Chi sono io per non essere quel personaggio in quel momento?” diceva sempre Paul Walker. Se penso al momento particolare: ero sul set, sul fiume Hudson, con l’anziano Sidney Lumet, era il film Find Me Guilty. Era la fine della giornata, era molto gentile con me e mi faceva molti complimenti: “Se ti avessi conosciuto, Vin, negli anni cinquanta… avrei avuto due grandi attori in quel film. È un peccato. Quando qualcuno fa azione, la gente non riconosce il suo valore, proprio come ha fatto la critica quando ignorò una splendida donna rifiutandosi di credere che potesse essere una straordinaria attrice.” Mi disse di continuare a fare film d’azione, e di farli come li faccio io, che è “ciò che riesco a vedere anche in questo film, in questo dramma giudiziario”. Il re dei courtroom drama mi diceva: vedo che hai lo stesso approccio in un film dramma giudiziario e in un film d’azione, con la stessa convinzione. Avevo ricevuto il permesso da una persona che avevo ammirato per tutta la vita, di continuare ad avventurarmi nel cinema d’azione!

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Hai progettato uno scenario futuro per la saga di xXx come è capitato con Fast & Furious?

Quello che ho fatto con F&F l’ho fatto scendendo nel dettaglio, con xXx invece mi sono mosso a braccio. Negli ultimi 8 anni ho cercato di trovare una finestra per lanciare questo franchise, e se non fosse stato per il momento più duro, malinconico e drammatico della mia vita non penso che ce l’avrei fatta. Dopo l’esperienza del finire F&F7 ho deciso di combattere il più duramente possibile per riuscire a fare questo film. Avevo veramente bisogno di interpretare Xander ora, in questo momento della mia vita, un personaggio divertente, liberatorio, irriverente, oltraggioso, sopra le righe. Era il momento giusto. Questo direttamente per via di ciò che era successo con Fast & Furious 7.

Quanto era importante, con un cast di volti nuovi internazionali, coinvolgere nuovamente un nome importante come Samuel L. Jackson?

Era importante su molti livelli. È sempre importante, per me, mantenere degli elementi di familiarità tra i film. Mi è capitato molte volte, in Fast & Furious, di dover insistere per riportare un personaggio sullo schermo. È un concetto che arriva da una mentalità legata al mondo dei videogiochi. Con Fast & Furious, chi ha visto tutti i film ottiene una soddisfazione maggiore nel vedere ricomparire dei personaggi. Lo stesso capita nei videogiochi, con i vari boss che si combattono livello dopo livello. Non so quanto senso abbia questo paragone, ma il punto è che voglio premiare il pubblico che conosce molto bene i film precedenti. È come quando vedi il trailer di Star Wars: il Risveglio della Forza. Se non conosci la trilogia originale, quella frase “Chewie, siamo a casa” non ha alcun senso. Ma se la conosci… assume un significato potentissimo, è davvero emozionante. Secondo questa filosofia, ci tenevo che Samuel tornasse. Poi c’è un livello personale: ero all’inizio della mia carriera, e Samuel accettò di interpretare quella parte in un film in cui c’erano agenti segreti abili negli sport estremi… e questo mi rassicurò tantissimo. Ora sono in una posizione diversa, e voglio riconoscere il valore di ciò che fece anni fa. È speciale per me, e dovevo coinvolgerlo. Inoltre il suo personaggio era fantastico, a livello drammatico, nel film. Sarebbe stato folle non riportarlo nel terzo episodio!

Parli dell’importanza che ha per te la sceneggiatura, qual è allora secondo te il segreto per ottenere una grande sceneggiatura per un film d’azione?

Prima cosa da tenere in mente, o meglio primo modo per rispondere a questa domanda: “film d’azione” è una definizione relativamente recente, arrivata con i film di Stallone. Non avremmo mai definito Fronte del Porto un film d’azione, Gioventù Bruciata, che poi è la stessa cosa di Fast… Ci sono tanti classici che non avremmo chiamato film d’azione. Il concetto di film d’azione è nato per vendere i film, così come il concetto di blockbuster: quel termine è nato per definire le persone che erano in piedi lungo il marciapiede del “block”, l’isolato, a New York, aspettando di vedere Jaws: “chiamiamo questo film un blockbuster”, ma era solo una lunga coda di gente che voleva vedere il film di questo nuovo regista di nome Steven Spielberg riguardo uno squalo! Detto questo, io penso che i migliori script d’azione non solo hanno le scene spettacolari richieste a tutti i film d’azione che ti lasciano a bocca aperta, ma toccano la tua anima con la loro storia. La storia deve seguire le regole della mitologia classica, una storia nella quale ci si può immedesimare. Una storia su un eroe classico e un classico villain. La piccola aggiunta che mi piace inserire in un film d’azione è il momento “ohhhh ca**o!” …penso dovrebbe esserci una categoria apposita agli Oscar! Nessuno valuta quanto sono rari questi momenti e quanto sono difficili da ottenere. MTV e i People’s Choice Awards, forse… è come nei videogiochi: il momento epico in cui stai per morire e improvvisamente ottieni una nuova arma. I pionieri hanno creato momenti del genere in film come Rocky… è il momento in cui tutti si spingono sull’orlo della poltroncina del cinema, con il sangue che pompa nelle vene e non riescono a contenere più l’entusiasmo e… stanno per eiaculare!

C’è un approccio alla Fast 5 in questo film, l’intenzione di lanciare un grande franchise? Tanti personaggi diversi con una loro storia che lavorano in team?

Ci sono decisamente dei team in questo film… espanderemo l’universo di xXx e, simultaneamente, creeremo la storia di origini per i prossimi film

Che ci puoi dire del personaggio di Asia Argento? È morta come Xander a Bora Bora?

Poveretti. Pensavano veramente che Xander potesse morire così, che la gente ci avrebbe creduto? Il pubblico stesso avrebbe detto: “no, Paramount, non è successo quello! È successo tutt’altro… Sappiamo che il protagonista è ancora vivo!” Per quanto riguarda Asia… dovrai vedere il film. Ma posso dire una cosa? Adoro Asia. È grandiosa, e sul set di xXx è stata una forza potentissima è una ragazza straordinaria. E se la vedi… dille che le Vin le vuole bene!

 

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