Le nomination alla prossima edizione degli Academy Awards sono state appena rese note (ecco il nostro coverage a riguardo). Fra i grandi assenti, anche se la questione era nell'aria malgrado gli sforzi della 20Th Century Fox, troviamo Andy Serkis; la sua performance motioncapturizzata nell'Alba del Pianeta delle Scimmie non ha ricevuto l'ambita nomination per la categoria Miglior Attore non Protagonista.

Qualche giorno fa, vi abbiamo proposto alcune sue considerazioni a margine di una sessione di Botta&Risposta in cui l'attore esponeva le sue idee sulla recitazione in performance capture.

Ora in una nuova intervista rilasciata a Hero Complex, Serkis, oltre a ribadire alcuni dei concetti già espressi nel precedente intervento (considerazioni che, lo ribadiamo, sono state rilasciate prima dell'annuncio delle nomination, ndr.), tocca una questione molto calda, ovvero il ritorno nella Terra di Mezzo con Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato (e relativo secondo capitolo) nei panni di Gollum, definendo il personaggio come qualcosa che, ormai, risiede nel suo stesso DNA:

[Tornare a impersonare Gollum] Gollum non si è mai allontanato più di tanto da me perché ormai è nel mio DNA. La parte che, tutt'al più, definirei strana è il tornare ad un personaggio che ormai è stato così profondamente recepito dalla coscienza collettiva che quasi non ti appartiene più. E in questa specie di ritorno mi sentivo – anzi, avvertivo, probabilmente nei primi due giorni di lavoro – la sensazione di star facendo una sua bizzarra variante: non riuscivo ad essere Gollum perché ci sono state così tante parodie, interpretazioni e via di questo passo e devo dire che alcune di esse sono davvero notevoli.

[Sulla voce di Gollum] Le mie corde vocali sono da buttare, non sento più niente laggiù. Durante la lavorazione del Signore degli Anelli ho dovuto ingurgitare tonnellate di quello che noi chiamavamo "Il Succo di Gollum", un intruglio composto da miele, limone e zenzero. Dovendo tornare ad impersonare Gollum nello Hobbit ho chiesto, più per una questione legata alla nostalgia e al romanticismo, che mi venissero preparati un po' di barattoli di Succo di Gollum; ma ad essere onesti comunque non fa più male.

[Il lavoro con Peter Jackson] Peter è un mentore fenomenale, un amico, un supporter, un collaboratore. Brindo al fatto di aver lavorato con lui, di aver compiuto questo viaggio incredibile per il quale mi ha voluto a bordo con lui. Anche perché ho lavorato a Lo Hobbit non solo recitando Gollum, ma anche come regista della seconda unità. Sono andato in Nuova Zelanda per rimanerci due settimane e lavorare alla mia parte e alla fine mi sono trattenuto un anno per dirigere a seconda unità. E' emozionante. Mi sono davvero goduto la possibilità di lavorare con Peter anche da un altro punto di vista. Sono stato, letteralmente, i suoi occhi e le sue orecchie per la seconda unità. Siamo stati in giro per due mesi a girare su alcune delle più belle location della Nuova Zelanda. Un'esperienza straordinaria. Amo lavorare con Peter e con tutto ciò che ha creato alla WETA. Tutta la squadra, tutto il comparto produttivo di Wellington; un posto e delle persone meravigliose con cui sarò sempre desideroso di lavorare.

A seguire, una clip dagli extra delle Due Torri incentrata proprio sulla performance di Andy Serkis nella trilogia tolkieniana: