Domani vi proporremo la seconda classifica, di Andrea D'Addio.
Potete dirci i vostri film del 2011 in questo topic del forum.

Siccome dieci posizioni non bastano mai, quest’anno, oltre alla classifica dei film che più mi sono piaciuti, mi hanno stupito, mi rimarranno impressi dell’annata (tra quelli usciti in Italia), ho pensato anche a una serie di menzioni speciali, in positivo e in negativo, riguardo i film che in un modo o nell’altro, senza necessariamente rientrare nei dieci più belli, si sono comunque distinti nel corso del 2011.

Ma andiamo con ordine, ecco la mia top ten dei film usciti nel 2011:

LA CLASSIFICA

  1. Warrior di G. O’Connor
    C’è voluto molto per decidere di mettere al primo posto questo film di sentimenti repressi, seconde occasioni, fratelli che non si parlano e commozione mescolata con arti marziali miste. Specie per farlo finire davanti a pellicole con molte più credenziali. Ma alla fine è l’unico film che sono andato a rivedere una seconda volta al cinema con gioia e che rivedrei ancora per piangere di nuovo.
     
  2. Faust di A. Sokurov
    Non solo è stato il più bel film visto al festival di Venezia, probabilmente è stato il miglior vincitore delle ultime 10 edizioni della mostra lagunare. Una delle opere più complesse, stratificate, audaci e contemporaneamente di una disarmante semplicità degli ultimi anni. Dal primo all’ultimo fotogramma uno dei rari esempi di unione di tradizionale e moderno, analogico e digitale. Il cinema al suo meglio.
     
  3. Una Separazione di A. Farhadi
    Sono anni che i film iraniani arrivano in occidente attraverso i festival e le case di distribuzione più coraggiose, eppure nessuno mai aveva convinto per davvero, nessun film aveva dato l’impressione che valesse la pena guardare cosa germogli nell filmografia dell’Iran. Una Separazione ha la sceneggiatura migliore vista negli ultimi anni e con il suo stile sobrio ma dalla ferma volontà, dimostra che il cinema è ancora in grado di appassionare con vicende umane che raccontano più di quello che mostrano.
     
  4. Le Avventure di Tintin: il Segreto dell’Unicorno di S. Spielberg
    Era da talmente tanto tempo che Spielberg lavorava a questo suo primo film d’animazione che anche i più tenaci non ne potevano più d’attendere, eppure il risultato ha pagato. Tintin è contemporaneamente qualcosa di mai visto prima e un ritorno alla forma migliore del regista di Indiana Jones. Un film che è pura maestria registica, un grande affresco impensabile per qualsiasi altro regista, in cui il racconto fluisce con un’azione che sembra non fermarsi mai, in un’impressione di impossibile unico piano sequenza in realtà frutto di mille tagli invisibili. Mostruoso.
     
  5. Drive di N. W. Refn
    Quando accade di vedere qualcosa di nuovo e diverso dal solito non ci si può che inchinare. Refn si è saputo mettere in mostra nel corso degli ultimi 20 anni con film buoni, ottimi e sorprendenti (ma anche con cadute di stile come Valhalla Rising). Drive incorpora quanto di diverso Refn ha da dire sulle storie di criminali violenti, e quanto di meglio ci arriva dalla tradizione in merito del cinema americano. Tutto il cinema americano da venire non potrà prescindere dalla storia del driver muto con il giubbotto dallo scorpione giallo.
     
  6. The Tree Of Life di T. Malick
    Odiatissimo da tanti e altrettanto amato da molti, l’ultimo film di Malick è uno dei più ambiziosi in assoluto, addirittura più audace (nella concezione) di 2001: Odissea Nello Spazio. Un’opera filosofica che non si maschera dietro nessuna trama o racconto ma che ha la forza di un linguaggio per immagini che va oltre le immagini stesse. C’è chi si è innervosito per tanto ermetismo e chi si è fatto avvolgere dalla magia di un film senza storia che ha in ogni piccolo bastoncino di legno lasciato cadere sulla strada un protagonista.
     
  7. Il pezzo mancante di G. Piperno
    Uno dei documentaristi italiani più interessanti affronta la famiglia Agnelli dal punto di vista più scomodo, parlando delle figure meno raccontate, quelle lasciate in ombra o addirittura nascoste dalla stessa famiglia. Ma il suo percorso non è lineare, come i migliori film di finzione anche Il Pezzo Mancante invece che mostrare cerca di suggerire quello che le immagini, le dichiarazioni e i fatti non possono dire esplicitamente ma lasciano intuire.
     
  8. Il ragazzo con la bicicletta di J.L. e P. Dardenne
    Nonostante le due Palme d’Oro vinte i Dardenne non hanno ancora il riconoscimento che meriterebbero. Nel 1996 con La promesse e poi con Rosetta nel 1999 hanno letteralmente cambiato il modo in cui si intende e si gira il cinema autoriale in Europa. E lo hanno cambiato per il meglio, inventando elementi di linguaggio e sintassi filmica, girando storie anticonvenzionali ed estremamente empatiche. Ora cercano di battere altre strade abbandonando il loro consueto pessimismo e il risultato è di nuovo un film unico, dalla forza ineludibile.
     
  9. Monsters di G. Edwards
    Uscito poco e male nel nostro paese questo piccolo grande film di fantascienza meritava miglior sorte. Instradato sul percorso aperto da District 9 (quello della fantascienza dalla decisa pregnanza politica), Monsters racconta di animali alieni giganteschi e dell’incapacità di accettare le differenze e i diritti di chi non è come noi. Come se non bastasse Monsters regala una delle immagini più politiche del 2011: un gigantesco muro al confine tra Stati Uniti e Messico per tenere fuori dagli USA le creature indesiderate.
     
  10. I guardiani del destino di G. Nolfi
    “Un clichè è ridicolo, mille commuovono” lo diceva Umberto Eco a proposito di Casablanca ma va bene anche per I Guardiani del Destino, film che guardando a Frank Capra ne aggiorna la poetica e l’ottimismo unendola all’attitudine geek di smontare i meccanismi e spiegare gli ingranaggi dietro qualsiasi fenomeno. Inoltre la classica storia d’amore combattuto e di lotta di un singolo contro il destino apparentemente scritto per lui, stavolta diventa una fuga reale trovando una passione e una soddisfazione che ci ricorda come le pellicole semplici possano essere straordinarie.

MENZIONI AL MERITO

  • Miglior film che sembra una cosa invece è un’altra: Super di J. Gunn
  • Miglior film italiano con tutti i crismi del cinema italiano: Scialla di F. Bruni
  • Miglior romanticheria sdolcinatissima: One Day di L. Schefrig
  • Miglior film di cazzotti e lagrime: Warrior di G. O’Connor
  • Miglior atteso ritorno ai fasti del passato: Le Avventure di Tintin – il Segreto dell’Unicorno di S. Spielberg
  • Miglior attore: Andy Serkis nell'Alba del Pianeta delle Scimmie di R. Wyatt
  • Miglior film che nessuno è andato a vedere (sbagliando!): Faust di A. Sokurov

  • Miglior film visto ad un festival ma di certo non uscito in Italia: Kotoko di S. Tsukamoto
  • Miglior film per nulla buonista: Bad Teacher di J. Kasdan
  • Miglior omaggio ai propri miti: Super 8 di J. J. Abrams
  • Miglior giubbotto: Drive di N. W. Refn
  • Miglior inseguimento: Drive di N. W. Refn
  • Miglior favola ottimistica e romantica all’americana: I guardiani del destino di G. Nolfi
  • Miglior film di fantascienza (quella vera): Monsters di G. Edwards
  • Miglior documentario: Il pezzo mancante di G. Piperno
  • Miglior film videoludico: Source Code di D. Jones
  • Miglior sorpresa imprevista: Limitless di N. Burger
  • Miglior horror spensierato: Piranha 3D di A. Aja
  • Miglior film che nessuno va a vedere solo per la sua nazionalità: Una Separazione di A. Farhadi
  • Miglior commedia in stile adolescenziale anni ‘80: Easy Girl di W. Gluck
  • Miglior film d’animazione: Rango di G. Verbinski
  • Miglior film con supereroe: The Green Hornet di M. Gondry
  • Miglior film con dinosauri: The Tree Of Life di T. Malick

MENZIONI AL DEMERITO