Quello che chiamiamo "cinema di resistenza civile" oggi non somiglia per nulla al suo equivalente di una volta, siamo negli anni in cui i film flirtano pesantemente con i fatti reali, in cui i documentari stessi sono in gara con loro nella maniera in cui riescono a raccontare la realtà. Allora il cinema di resistenza civile deve ogni volta partire anch'esso dalla realtà, prendere qualcosa che è successo e metterlo in scena.

 Fruitvale station imbastisce la sua storia attorno al più classico dei soprusi, l'omicidio di un nero che non aveva fatto nulla, ma di cui si presumeva tutto, da parte di un poliziotto.

Come in una pessima trasmissione televisiva si scava nel suo passato, si mostrano i suoi familiari che saranno affranti dal dolore, si guarda quel che avrebbe fatto o stava per fare assieme al suo futuro che non si concretizzerà mai, all'ingiustizia che lo circondava e alla paradossale ordinarietà del contesto in cui &e...