Inizia con una dichiarazione d'intenti chiara il nuovo film di Luca Miniero, una frase di Massimo Troisi: "Si dice sempre che Napoli deve cambiare ma non sento mai dire che Mantova o Rovigo devono cambiare" (cito a memoria l'italianizzazione fatta da Miniero della battuta in napoletano contenuta in No grazie, il caffè mi rende nervoso).
Centra poco la mafia o il contrasto tra criminalità e legalità, tra alta borghesia e veracità criminale in Un boss in salotto, cioè tutto quello che titolo e poster sembrano suggerire non sono veramente l'asse portante del film (lo sono forse e poco, solo all'inizio) ma specchietti per le allodole, tentativi di far rientrare il film in una convenzionale prevedibilità commerciale dalla quale (senza sforzarsi troppo) cerca di uscire. Perchè in realtà ciò che muove realmente tutti i contrasti e scatena le gag del film è ciò che anima ogni opera di Luca M...
Apatico e lieve nelle gag come molte commedie italiane moderne, il nuovo film di Miniero si concede la violenza e la rabbia che Benvenuti al Sud/Nord non potevano avere, trovando così un senso...
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