Fonte: MTV

Harry riprende fiato dietro una lapide, le gambe che tremano, il braccio ferito, gli scherni di Lord Voldemort che gli rimbombano nelle orecchie. Disperato, solo, decide di alzarsi e combattere come un uomo, di morire nella lotta come aveva fatto suo padre.

Ha un che di Old West questa scena finale di Harry Potter e il Calice di Fuoco. Guardando indietro, si può porre questo preciso istante come punto cruciale dell'intera serie di sette libri, punto dal quale Harry darà inizio alla sua più diretta e definitiva battaglia contro Voldemort.

Ora che i Doni della Morte è stato pubblicato in gran parte del globo (l'Italia, invece, dovrà aspettare fino al 5 gennaio), ci si chiede se Newell, regista del quarto film della saga, fosse consapevole dell'importanza di quegli istanti durante la produzione, e se l'autrice JK Rowling gli avesse concesso di essere al corrente di alcuni dettagli sulla direzione ultima di Harry, il suo destino finale, come d'altronde aveva fatto con alcune delle giovani star del film.

 

"Niente. Assolutamente niente. Le ho fatto un mucchio di domande e semplicemente si rifiutava di rispondermi. Si divertiva addirittura," ha dichiarato Newell. "A ogni mia domanda rispondeva 'non te lo dico. Non questo. Non questo. Non questo.'" "Ricordo quando sono andato a incontrarla a Edimburgo e sua figlia che era nella stanza con noi ha cominciato a dire cose del tipo 'Farai questo, Mamma?" ha proseguito Newell, divertito. "E [Jo] le rispondeva 'Tesoro, perché non vai nell'altra camera a giocare?'"

 

Scordatevi dell'Incanto Fidelius, questa donna sa bene come mantenere un segreto.

Ma anche se ne avesse la possibilità, Newell non tornerebbe mai indietro per cambiare – o aggiungere qualcosa. Non il C.R.E.P.A., non Dobby, non Rita Skeeter e nemmeno la celebre e oscura espressione di trionfo negli occhi di Silente alla fine del libro. Niente.

"Ho pensato che c'era un ottimo modo per realizzare questo film, che avrebbe funzionato alla perfezione. Ci saremmo dilungati troppo se avessimo inserito tutte le sottotrame." L'intera campagna di Hermione per liberare gli Elfi Domestici avrebbe potuto essere inserita se il Calice di Fuoco fosse stato diviso in due film, ma a quel punto "non ci sarebbe stato nulla per tenere in piedi il secondo film," si è difeso Newell.

E JK?

"Era decisamente soddisfatta," ha insistito il regista. "Ha detto che il libro è il libro, e il film è il film."

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