Qualche giorno fa, si è tenuto alla Pixar l'incontro con i giornalisti della stampa web. L'argomento è stato, naturalmente, Ribelle – The Brave, il nuovo lungometraggio dello studio in arrivo a giugno negli Stati Uniti e a settembre in Italia. Fra i blog presenti c'era anche /Film che ha avuto modo d'intervistare la produttrice della pellicola, Katherine Sarafian.

Sarafian è uno dei membri storici dello studio, dato che è in forze alla Pixar fin dal 1994, dapprima come coordinatrice di produzione, poi come direttore del marketing e, infine, come producer; negli ultimi cinque anni abbondanti ha lavorato, appunto, come produttrice di questa attesa opera incentrata sulle avventure della battagliera e ribelle principessa scozzese Merida, attraversando tutte le – travagliate – fasi della lavorazione di Brave: il cambio di regia, della storia e del cast vocale.

Vi proponiamo i passaggi più interessanti dell'intervista rilasciata al popolare blog:

Quello di produttore è un ruolo abbastanza variegato. Cosa significa ricoprire questa parte alla Pixar, per Ribelle – The Brave nello specifico?

Non penso sia tanto diverso da quanto accade da altre parti. Il nostro ruolo è assicurare che la visione e le idee del regista arrivino sullo schermo, consegnare il prodotto finito e mettere insieme la miglior squadra possibile per farlo, con le migliori risorse. Alla Pixar c'è una vera e propria partnership fra il regista e il produttore. Non è che lui ha lavorato per me o viceversa. Siamo partner sullo stesso livello e penso sia un ottima maniera per favorire la stimolazione creativa (…) E' una relazione che deve basarsi sulla fiducia reciproca quindi stiamo molto attenti nel momento in cui dobbiamo scegliere il team regista-produttore. Non è una roba buttata lì a caso, cerchiamo di capire se le dinamiche potranno funzionare o meno.

Ribelle è andato incontro a diversi cambiamenti nel titolo, nel concept, nella storia. Quali degli elementi originali del film sono arrivati in quello che vedremo al cinema? Quali sono gli aspetti dell'Orso e l'Arco (il "vecchio" titolo di Ribelle, ndr.) arrivati fino a noi? Cosa ha portato Brenda Chapman e cosa è rimasto di questo suo contributo?

Beh, per prima cosa il titolo originale era già Brave, quindi la vera deviazione era L'Orso e l'Arco. Si è trattato di un ritorno alle origini. Le primissime idee per il film risalgono a prima del mio coinvolgimento. All'epoca Brenda stava finendo Cars e il focus della storia ruotava attorno alla vicenda di una madre, di una figlia, una grande spaccatura con elementi magici e un sacco di azione. Era questo il cuore della trama con, in più, la presenza di un padre più complice con la figlia di quanto non fosse la madre. Gli altri elementi sono scappati fuori col passare del tempo, proprio come accade con gli altri film della Pixar. 

Con quanto anticipo viene deciso il marketing di un film Pixar? Quando è che decidete "Sarà questa l'immagine finale. E' questo quello che venderemo e lo faremo in questa maniera"?

Un sacco di decisioni vengono prese negli ultimi diciotto mesi. Avevo solo un paio di anni d'esperienza nel reparto marketing della Disney e della Pixar, ma proprio per questo sono pensieri che ho avuto fin dall'inizio. Appena ho cominciato a lavorare a Brave mi ponevo già dei problemi in stile "Come realizzeremo il trailer?" e lo facevo davvero con troppo anticipo perché quando poi facevo le mie domande al prossimo, quando chiedevo "Non dovremmo preoccuparci di questo e quello?" tutti mi rispondevano "Non ti preoccupare Katherine, ora ci focalizziamo sul film". Per cui ho imparato che all'inizio bisogna concentrarsi sulla pellicola, sul raccontare bene la storia e poi dedicarsi al marketing, che infatti parte circa diciotto mesi prima dell'uscita del film.

Il cambio di regia ha creato problemi? Sulla carta è sembrato qualcosa di drammatico.

Al tempo non abbiamo parlato di contraccolpi, anche perché poi sarebbe sembrato che le nostre decisioni si basano su questo. Alla Pixar quello che conta è ciò di cui ha bisogno il film e sia io che Mark Andrews siamo rimasti molto sorpresi di quanto sia nato da tutto questo. Nel campo dell'animazione accade spesso, i registi cambiano…quasi come fosse parte del processo creativo. E' di certo un problema, ma non lo paragonerei a una fase di stallo nell'elaborazione della storia. E' un flusso in continua evoluzione, con contrasti creativi che nascono e muoiono e qua non fa differenza. Di certo ne abbiamo lette di ogni.

Una domanda su Cars 2. Con questo film la Pixar è andata incontro al suo primo passo falso critico e commerciale. Ovviamente si tratta di una cosa soggettiva, ma riguardando indietro a Cars 2 come lo giudicate? Siete delusi che non abbia vinto un Oscar o che non abbia incassato più di un miliardo di dollari? Oppure si tratta di storia vecchia e ora pensate solo a andare avanti?

Domanda interessante. Tutti i nostri film vengono fatti seguendo un mantra: la storia, la storia, la storia. Il nostro scopo è raccontare la miglior storia possibile e per Cars 2 non fa differenza. Siamo molto orgogliosi e poi al botteghino ha avuto un buon esito. Non c'è stato il riscontro critico che speravamo, ma si è trattato di una storia raccontata con passione e alle persone è piaciuto ritrovare i personaggi di Cars sul grande schermo. Stando agli incassi la gente aveva voglia di vederlo.