Jason Momoa con Conan the Barbarian 3D si è fatto odiare dai fan dello scrittore Robert E. Howard e delle due pellicole interpretate da Arnold Schwarzenegger, recuperando poi parte del terreno interpretando Khal Drogo nella prima stagione del Trono di Spade

A distanza di circa un anno e mezzo dall’uscita del fallimentare fantasy – 70 i milioni di dollari spesi dalla Lionsgate per produrlo a fronte di un incasso di appena 50 milioni in tutto il mondo – l’attore riflette sulla débâcle del suo Conan:

Ero un fan dei fumetti nonché un grande ammiratore di Frank Frazetta e quando è morto mentre noi stavamo girando il film sono stato davvero triste perché mi sarebbe piaciuto che lui lo avesse visto e detto “Wow, questo è il mio Conan”. Volevo che l’atmosfera dei suoi quadri arrivasse sul grande schermo. Nella mia memoria è impresso quello in cui Conan si erge sopra una pila di teschi e penso che visivamente Marcus Nispel abbia fatto un lavoro interessante. Solo che il film non è stato supportato da una sceneggiatura valida (…) In casi come questi non ti resta altro da fare, come attore, che andare in scena e fare il meglio che puoi.

Gli indiziati principali sono quindi gli autori dello script, Thomas Dean Donnelly e Joshua Oppenheimer, artefici, fra le altre cose del vituperato film americano di Dylan Dog che, al momento, paiono scomparsi dai radar della factory hollywoodiana.

Quanto al lavoro con Sylvester Stallone per Jimmy Bobo – Bullet to the Head:

E’ stato un onore, un’emozione unica lavorare con una leggenda come Stallone. Un sogno divenuto realtà e la mia scena d’azione con lui, come se mi fossi fermato e dato un pizzicotto dicendo “Non ci posso credere, sto combattendo contro Rocky!”. Per prepararmi a Conan guardavo proprio Rocky, mentre nel film interpreto un boss della mala per la prima volta. E’ stato divertente, non vedo l’ora che la gente lo veda.

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