"Il potenziale creativo che i moderni mezzi tecnologici danno ai filmmaker è enorme – oggi come oggi è diventato possibile portare sul grande schermo la Terra di Mezzo di Tolkien così come le battaglie futuristiche di Ender's Game, o The Avengers. Visto il potenziale, è un po' deprimente vedere come una parte sempre crescente di blockbuster Hollywoodiani sembri interessata a coinvolgere sceneggiatori, registi, animatori e artisti della pre-visualizzazione di talento per… far esplodere tutto."

Così esordisce Zack Stentz in un editoriale pubblicato sull'Hollywood Reporter e incentrato sulla tendenza Hollywoodiana alla distruzione. Stenz, assieme ad Ashley Edward Miller, ha co-sceneggiato film come Thor, X-Men: L'Inizio e serie televisive come Fringe e Terminator: le Cronache di Sarah Connor, e quindi sa bene di cosa sta parlando.

La distruzione è sempre stata un tropo cinematografico, ancor prima dello sviluppo degli effetti visivi, quando si utilizzavano prevalentemente effetti speciali di tipo pratico sul set. Ma Stentz nota che in particolare quest'estate c'è la tendenza a distruggere, far esplodere o collassare landmark reali o immaginari. Dalla San Francisco futuristica di Into Darkness – Star Trek (demolita da una astronave) alla Londra di G.I. Joe: La Vendetta, passando per Krypton, Smallville e Metropolis nell'Uomo d'Acciaio, o ancora le esplosioni e la devastazione di World War Z, la distruzione della Casa Bianca in White House Down e le apocalissi di commedie come Facciamola Finita e La Fine del Mondo: "In un film del 2013, se vi mostreranno una immagine idilliaca di una città sarà perché poco dopo verrà fatta saltare in aria per il vostro diletto".

 

 

Ma perché la distruzione è diventata uno degli ingredienti principali della costruzione di un film estivo? Perché "è divertente distruggere le cose," sottolinea Stentz. Ma "è anche una scorciatoia narrativa per mettere in difficoltà l'eroe. Molto spesso la distruzione rappresenta la manifestazione dello spendere i soldi per via di qualche problema narrativo. Se il pubblico – o addirittura qualche dirigente di Hollywood – non sente una sensazione di escalation, o di 'più grande – più grande – grandissimo', la soluzione è fare il botto. Il problema è che più distruzione si mostra, più la si sminuisce."

Secondo lo sceneggiatore, comunque, si tratta anche di una situazione di domanda-offerta: il pubblico "paga" per veder distruggere le cose, e non è un caso che in genere queste pellicole finiscano per essere anche le più viste. Per quanto tempo ancora, tuttavia, potrà durare questo trend? "E' diventato tutto molto ripetitivo e monotono, quante città americane rimangono che non siano già state sottoposte a una devastazione in CGI? E in quanti altri modi potremo vedere un grattacielo collassare?"

La speranza di Stentz è che presto gli studios e i registi cerchino di catturare l'attenzione del pubblico riempiendo i film di viste spettacolari e immaginari che evochino stupore, e non mera distruzione, anche perché di materiale in questo senso ce n'è moltissimo. C'è un film originale che lo sceneggiatore non vede l'ora che esca, ed è Elysium: "Neill Blomkamp ci ha già mostrato la sua abilità nel proporre un ricco immaginario assieme a una storia coinvolgente con District 9, e la guerra di classi che vedremo in Elysium sembra essere nel contempo impegnativa a livello intellettuale e impressionante dal punto di vista visivo. Speriamo solo che non faccia esplodere la stazione orbitante".

E' comunque evidente che qualcosa dovrà cambiare: lo stesso Joss Whedon, dopo aver devastato New York in The Avengers, ha spiegato che sarà necessario fare qualcosa di diverso (e non "di più") nel sequel. Stesso dicasi per Zack Snyder e L'Uomo d'Acciaio 2: solo qualche ora fa il regista spiegava che se nel primo film è stato quasi distrutto il mondo, nel secondo sarà necessario fare qualcosa di nuovo…