È una fredda giornata di dicembre a Berlino quando incontriamo Hailee Steinfeld e John Cena, i protagonisti di Bumblebee, spin-off/prequel della saga di Transformers diretto da Travis Knight, produttore e regista noto per i film dello studio d’animazione stop-motion Laika.

La pellicola è un vero e proprio tuffo nel passato: non solo perché è ambientata negli anni ottanta, all’epoca del “primo contatto” tra l’umanità e l’iconico Autobot giallo, ma anche perché ripropone i celebri personaggi nati come giocattoli della Hasbro nella loro forma originaria, la celebre Generation 1. Ecco quindi che il robot protagonista, Bumblebee, non è più la Camaro della saga di Michael Bay ma è il classico maggiolino giallo. Una scelta che ha mandato in visibilio John Cena, che nel film interpreta l’Agente Burns:

Sono una specie di fanatico delle automobili in generale, mi interesso praticamente a ogni genere di autoveicolo, di tutte le epoche, dagli anni cinquanta, sessanta, ma anche settanta, ottanta e fine anni novanta… e mi interesso di argomenti quali, per esempio, la speculazione che l’intelligenza artificiale stia togliendo la magia dell’esperienza di guida… Insomma potrei parlare per ore! La mia prima auto fu una 1984 Cadillac Coupe de Ville, la ottenni quando avevo 14 anni e mezzo e non arrivai mai a guidarla legalmente: la distrussi che avevo quindici anni. Da allora ho avuto un bel po’ di auto. Ho sviluppato un vero amore per le auto, ritengo che la creazione delle automobili sia un’arte, sono legatissimo ad alcuni design. Possiedo ancora la prima auto che comprai con i miei soldi, non la darei via per tutto l’oro del mondo. È una Jeep Wrangler del 1989. È in grado di fornire l’esperienza di guida più affidabile, amabile, fradicia, ricoperta di patina, orrendamente spettacolare e che ti fa chiedere per quale motivo ti sei messo sul sedile del passeggero!

Cena, al contrario di Hailee Steinfeld (che interpreta l’adolescente Charlie), era già nato quando i Transformers divennero un fenomeno globale:

Erano gli anni ottanta… all’epoca mi pestavo con i miei fratelli, ascoltavo musica rap che i miei genitori non volevano sentissi, facevo non pochi disastri, mangiavo tantissimo, iniziavo ad allenarmi (e da allora non ho più smesso)… collezionavo figurine del baseball, contavo i giorni che mi separavano dalla patente di guida… e mi godevo le vacanze estive! I miei eroi negli anni ottanta? Da ragazzino adoravo Stallone, Schwarzenegger, Bruce Willis. Die Hard è il più grande film natalizio di sempre.

E ovviamente ero completamente fanatico dei Transformers. È difficile da descrivere, è impossibile contestualizzare questa cosa con un prodotto attuale. Fu un fenomeno simile a quello del Nintendo Switch: una console versatile che puoi usare a casa, puoi portare in giro con te e puoi connettere con quella dei tuoi amici. Ma i Transformers furono davvero rivoluzionari. Un bambino di otto anni diventava un mago: era in grado di trasformare un veicolo in una action figure, era incredibile. Li promossero bene, i giocattoli erano di alta qualità, e nascondevano delle vere sorprese. Avevi due giocattoli al prezzo di uno, era una vittoria a prescindere. I cartoni animati costruirono un vero e proprio universo: i buoni divennero più buoni, i cattivi divennero più cattivi. All’epoca il pubblico non era interessato alle sfumature: volevano i buoni e i cattivi, punto. Era il momento perfetto per quella tecnologia, presentata in quel modo, e per i bambini divenne il giocattolo che tutti volevano. Qualcosa di simile a quello che accadde con i giocattoli di Star Wars. Tutti cercarono di copiare i Transformers, e lo fanno anche oggi.

Bumblebee

La Steinfeld ha inevitabilmente un’immagine molto più stereotipata degli anni ottanta, proprio perché non li ha vissuti in prima persona:

Gli anni ottanta… la mia generazione li percepisce come “pantaloni a vita alta, capelloni, makeup colorato…” ma c’è qualcosa di molto più cool che ho scoperto facendo questo film. Oltretutto sono cresciuta ascoltando tantissima musica, inclusa la musica degli anni ottanta, e questo elemento del film mi rendeva famigliare l’ambientazione.

Per quanto riguarda i Transformers, invece… li ho conosciuti (e apprezzati) guardando i film di Michael Bay. Mio fratello più grande fa le corse in automobile, apprezza molto più di me questo genere di cose e ovviamente mi è stato di grande aiuto quando mi hanno ingaggiato per la parte. Era sempre presente sul set con me, e spesso mi dava consigli su quello che dovevo fare, visto che nel film Charlie è molto esperta di automobili.

Al contrario della saga di Michael Bay, Bumblebee non è costato tantissimo. Il regista Travis Knight ci spiega che l’esperienza accumulata negli anni con il suo studio d’animazione Laika gli ha permesso di non sforare il budget (che è di “soli” 100 milioni di dollari):

La disciplina è la cosa più importante che mi ha insegnato il mondo dell’animazione. Lavorare in stop-motion ti costringe a essere molto attento a come usi il tuo tempo: può volerci una settimana per realizzare un’inquadratura di cinque secondi, se sbagli qualcosa hai perso tempo e soldi. Leggendo la sceneggiatura mi sono reso conto che molte scene di questo film sono a tutti gli effetti scene animate, e quindi le ho organizzate e storyboardate come se fossero sequenze di uno dei film d’animazione a cui avevo lavorato in passato, cercando di sprecare meno inquadrature possibile e di assicurarmi che fosse tutto chiarissimo e preciso. Ecco quindi che ogni giorno sapevo esattamente cosa mi serviva per realizzare ogni scena, e questo mi ha permesso di risparmiare moltissimo. È difficile che un blockbuster come il nostro costi costato, alla fine, “solo” un centinaio di milioni di dollari.

Questo non significa che Knight non abbia chiesto consigli a Michael Bay (che ha prodotto il film), anzi:

C’è un consiglio che mi ha dato quando ho iniziato a lavorare al progetto, un consiglio molto semplice ma anche molto efficace: “proteggi a tutti i costi il film”. Si riferiva al fatto che il mega-produzioni come questa ci sono tantissime voci in capitolo, tantissime situazioni nelle quali il progetto può deragliare completamente dai suoi obiettivi primari, e il ruolo del regista in questo caso dev’essere sempre proteggere il film. Ho fatto mio questo consiglio e ci ho pensato spesso nei momenti più complicati.

Bumblebee

Una forte discontinuità con la saga di Michael Bay è data dalla semplicità della storia e dei personaggi. Ne è un ottimo esempio l’Agente Burns, come ci spiega Cena:

L’agente Burns ha dei momenti divertenti, ma penso che non abbia per forza bisogno di essere divertente. Abbiamo girato molte versioni delle sue scene: quelle che voleva Travis venivano subito bene, ma alla fin fine eravamo lì, su questi set giganteschi illuminati, e così ne approfittavamo per girare versioni alternative, per sperimentare. Alcuni di quei momenti sono finiti nel film. Burns è un personaggio chiaro, diretto, onesto, che tiene alla sicurezza del suo paese e vuole… vendicarsi, perché ha visto distruggere il suo mondo. Sono elementi necessari, in un film come questo. Va benissimo ridere, ma se il villain scivola su una banana il pubblico finisce per non tifare per Bumblebee. Il film racconta la storia tra Bumblebee e Charlie… mi hanno messo sul poster per farmi un regalo, ma è la loro storia! Anche se la cosa bella di questo film è che tutti i personaggi hanno un’evoluzione e, lungo la storia, cambiano, incluso Burns.

L’esperienza sul set è stata anche molto “fisica”, come ricorda Hailee Steinfeld:

Il primissimo giorno di riprese, la produzione non era ancora ufficialmente iniziata… girai la scena di flashback in cui Charlie partecipa alla gara di tuffi e suo padre la riprende con la videocamera. Mi presentai sul set: dovevo girare questa scena in maniera totalmente naturale. Ovviamente il tuffo venne eseguito da una controfigura, che mi diede anche dei consigli su come muovermi fino al bordo del trampolino. Non ho paura dell’altezza, ma certo non so tuffarmi, quindi è stata una scena molto particolare… anche perché al primo tentativo sono scivolata malissimo e sono caduta (per fortuna ero legata con dei cavi!). C’è un’altra scena, più avanti, in cui mi tuffo da una scogliera: faceva freddissimo e c’era tantissimo vento, un’altro momento decisamente terrificante. E c’è un altro salto, nel film, un vero salto della fede che è stato divertentissimo da girare… anche se perfino in quel caso ho mancato un paio di volte il bersaglio! Sono scene che servono a descrivere il carattere di Charlie, a far capire come mai è così coraggiosa e perché è in grado di fare certe cose che altri non si azzarderebbero a fare.

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

La sinossi del film:

L’anno è il 1987, Bumblebee in fuga si nasconde in uno sfasciacarrozze in una piccola cittadina sulla costa californiana. Charlie (Hailee Steinfeld), quasi diciottenne, sta cercando il suo posto nel mondo quando trova Bumblebee, rotto e segnato dalla battaglia. Quando Charlie lo risveglia, scopre rapidamente che non si tratta del classico maggiolino giallo Volksvagen…

A produrre la pellicola Lorenzo di Bonaventura e Michael Bay, assieme a Chris Brigham, con Steven Spielberg, Brian Goldner e Mark Vahradian come produttori esecutivi.

Nel cast Hailee Steinfeld, Pamela Adlon, John Cena, Stephen Schneider, Jorge Lendeborg Jr., Jason Drucker, Kenneth Choi, Ricardo Hoyos, Abby Quinn, Rachel Crow, e Grace Dzienny.

L’uscita dello spin-off, scritto da Christina Hodson e diretto da Travis Knight, è fissata al 20 dicembre 2018.

L’ultimo capitolo della saga principale, Transformers: L’Ultimo Cavaliere, è uscito il 23 giugno 2017, il 22 in Italia.

 

 

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