È in una sala gremita all’inverosimile, tappezzata di persone rimaste in piedi tra le quali si scorgono alcuni dei nomi maggiori del cinema italiano e su un palco con l’esagerato schieramento di 10 persone chiamate a parlare più un moderatore, che viene annunciato Moviement.

È uno sforzo una volta tanto necessario perché stavolta la notizia è proprio la mobilitazione, cioè il fatto che tutta la filiera (ma tutta tutta) sia compatta in uno sforzo senza precedenti. Produttori, distributori ed esercenti sono coinvolti nella ridefinizione della distribuzione su base annuale. Significa cambiare tutta la maniera in cui i film sono portati in sala lungo l’anno (quindi anche come sono prodotti e come sono lavorati). La parte cruciale, va da sé, è l’estate ma la ridefinizione coinvolge tutta l’annata: alleggerire da una parte per infoltire da un’altra.

La Spagna porta in sala 32 milioni di spettatori d’estate, la Germania 29 milioni, la Francia 59 milioni e infine l’Italia solo 16,6 milioni a fronte del fatto che per il resto dell’anno il numero di spettatori è lo stesso degli altri paesi (Francia a parte). Questa è la partenza.

Gli interventi istituzionali (non pochi) parlano tutti di cambiamento epocale, il tentativo ambizioso di modificare le abitudini di consumo culturale di cinema in Italia. Non sarà facile, non sarà rapido e prevederà (lo sanno tutti, lo dicono tutti) dei periodi di perdita per ogni comparto.

Altra cosa che sanno tutti è che non avverrà di certo con le prese di posizione istituzionali, con gli spot, i loghi, gli slogan e i testimonial (tutti espedienti che comunque saranno messi in piedi), ma con i film. Una prima lista (non esaustiva!) di titoli che le major americane porteranno comprende: Il Re Leone, Spider-man: Far From Home, Godzilla II, X-Men Dark Phoenix, Hobbs & Shaw, Pets 2, Il Sole È Anche Una Stella, Men In Black, Toy Story 4 e Rocketman. Alla stessa maniera le società che lavorano sul cinema d’autore porteranno il nuovo film di I fratelli Sister di Jacques Audiard, Domino di Brian De Palma, All is True di Kenneth Branagh, The Golden Glove di Fatih Akin, Greta di Neil Jordan, Submergence di Wim Wenders, Dolor Y Gloria di Almodovar e tra gli italiani ci saranno Il Grande Spirito di Rubini, Il Signor Diavolo di Pupi Avati più i titoli che saranno annunciati a Cannes. A oggi più di così non si può rivelare ma è una buona indicazione.

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Il Mibact è il principale finanziatore della campagna promozionale che supporterà l’iniziativa, ci saranno incentivi ed aiuti alle distribuzioni che sceglieranno l’estate (ma era un’intenzione già presente nella nuova Legge Cinema) come un’aliquota oltre il 40% riservata ai film italiani distribuiti in più di 200 e a scalare al diminuire delle copie (cioè chi investe più di 500.000€ per il lancio avrà un ammortizzamento sul rientro fino al 70%). Quest’iniziativa non ha solo l’obiettivo di portare incasso in mesi che non ne hanno (usciranno 60 nuovi film tra Maggio e Agosto), ma consentirà ai film che escono in autunno e inverno di respirare di più in sala invece che essere schiacciati dai concorrenti piccoli o grandi. Per questo non si parla di “cinema d’estate” ma di “cinema tutto l’anno” con una promozione che durerà tutto l’anno per 3 anni, al termine dei quali si farà il primo bilancio.

La sintesi migliore la fa Francesca Cima di Indigo, presidente dell’associazione produttori presso l’Anica: “È bello pensare che sia il cinema a fare il primo passo per un diverso utilizzo dello spazio urbano delle nostre città, per renderle vivibili, vivaci e appetibili anche in estate”. L’idea infatti è di tirare la volata alle altre attività culturali, perché cambiare le abitudini significa non solo portare le persone in sala (obiettivo primario) ma creare una diversa mentalità riguardo i consumi.
Ad essere coinvolti ovviamente saranno media partner, sponsor e testimonial, il primo, già alla conferenza, è Pif ma Piera Detassis ha spiegato molto chiaramente che la serata dei David di Donatello dimostrerà quanto tutti gli attori e i registi sono mobilitati.

Saranno inoltre organizzati eventi, cioè anteprime, incontri con registi, rassegne, retrospettive ecc. ecc. Ci saranno investimenti in comunicazione come il resto dell’anno (anche perché se una casa mette un film in sala non vuole andare in perdita, quindi ci investe).

Sembra allora che i più pavidi siano stati i distributori di film italiani, presenti e in uscita ma in numero decisamente minore rispetto agli stranieri (a pochissimo serve dire che mancano quelli di Cannes perché saranno comunque piccoli numeri). Su questo è stata molto decisa sempre Francesca Cima:

I film italiani un po’ latitano perché i canali di comunicazione che più funzionano per la promozione del cinema italiano vanno in ferie, si parla di trasmissioni televisive che non ci sono e siti a carattere urbano che sono meno frequentati. I film italiani avrebbero insomma più difficoltà a farsi strada. Dopo questa estate chiederemo alle trasmissioni televisive di prolungarsi o almeno ai canali di lanciare programmi che si occupino di cinema per l’estate.

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