Nel lungo articolo dell’Hollywood Reporter dedicato ai vent’anni della saga cinematografica di X-Men e ai problemi legati al regista Bryan Singer c’è anche un interessante, quanto bizzarro, aneddoto legato a Michael Jackson.

Nello speciale si parla di come Singer portasse abitualmente sul set dei propri film giovani ragazzi, che a volte ottenevano piccole parti (come il diciottenne Alex Burton, che interpretò Pyro in X-Men e dieci giorni dopo la premiere del film fece causa al regista e ad alcuni suoi amici accusandoli di averlo drogato e violentato durante le riprese). Non solo: Singer era amico di personaggi molto famosi, e uno di questi, Michael Jackson, si propose per interpretare nientemeno che il professor Xavier.

La cosa era già stata citata dal produttore Ralph Winter qualche settimana fa sull’Observer, ma l’Hollywood Reporter cita dettagli più succosi:

Nella primavera del 1999, Bryan Singer e un gruppo di produttori di X-Men si stavano allenando fuori dai vecchi uffici della Fox tra Olympic e Bundy quando Michael Jackson fece il suo ingresso. Indossando occhiali da sole e rifiutandosi di stringere mani, Jackson era in visita all’area industriale per incontrare Singer e discutere la possibilità di interpretare il Professor Xavier nel film.

“Gli dissi: lo sai che Xavier è bianco ed è anziano?”, ricorda la produttrice Lauren Shuler Donner. “E Michael rispose: ‘Ma certo. Ma sai, posso usare il makeup”.

A quel punto, Jackson mostrò un’elaborata presentazione completa con il mediometraggio Ghosts, nel quale la pop star si trasformava in un sindaco sessantenne bianco (realizzato grazie allo straordinario lavoro di Stan Winston, ndr.) che marciava contro il Maestro, un giovane dalle buone intenzioni che stupiva i bambini locali con trucchi magici.

La 20th Century Fox non prese mai seriamente in considerazione Jackson per la parte, che alla fine andò a Patrick Stewart. E uno degli ex dirigenti ricorda: “Michael, all’epoca, era già stato travolto dagli scandali”.

Il co-produttore Ralph Winter, che incontrò Jackson durante quell’occasione (un’altra volta arrivò Shaquille O’Neal), spiega che si trattò solo di uno dei tanti momenti bizzarri a cui li aveva abituati Singer, con cui nulla era prevedibile, l’impulsività regnava sovrana e c’era sempre un entourage di gente intorno a lui.

Qui sotto potete vedere il mediometraggio citato:

 

 

Ecco invece un documentario su come venne realizzato il film:

 

 

Fonte foto: Stan Winston School

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