Carrie Fisher è morta questa mattina a Los Angeles.

Secondo quanto riporta in tarda serata TMZ, l’attrice ha avuto un secondo arresto cardiaco martedì mattina in ospedale dove era ricoverata da venerdì a causa di un primo arresto cardiaco (inizialmente si riteneva fosse stato un violento attacco di cuore) avvenuto sul volo Londra – Los Angeles venerdì, 15 minuti prima dell’atterraggio. Sempre secondo TMZ, l’attrice non si era mai ripresa da venerdì: appena arrivata all’UCLA Medical Center, è stata attaccata a un respiratore, e non ha mai ripreso conoscenza. Ieri la madre Debbie Reynolds aggiornava con un semplice “è in condizioni stabili“, e secondo TMZ la famiglia stava discutendo sulla possibilità di rimuovere il supporto vitale quando il cuore dell’attrice ha smesso di battere e la Fisher è morta.

La notizia è stata poi diffusa in mattinata (ora di Los Angeles) da People tramite un comunicato della figlia dell’attrice Billie Lourd, diffuso dal portavoce della famiglia Simon Halls:

È con profonda tristezza che Billie Lourd conferma che la sua amata madre Carrie Fisher è morta questa mattina alle 8:55. “Era amata dal mondo, e mancherà a tutti noi tantissimo,” afferma Lourd. “La nostra intera famiglia vi ringrazia per i pensieri e le preghiere”.

Aggiunge la madre Debbie Reynolds:

Grazie a tutti coloro che hanno condiviso i doni e i talenti della mia amata e straordinaria figlia. Sono grata per i vostri pensieri e le vostre preghiere, che ora la guideranno verso la prossima fermata. Con amore, la madre di Carrie.

Nelle prossime ore e nei prossimi giorni ricorderemo questa grande icona qui, su BadTaste.it, con notizie, approfondimenti e speciali:

Figlia della celebre Debbie Reynolds e del cantante Eddie Fisher (i due divorziarono quando Carrie aveva solo due anni, il padre sposò poi Liz Taylor), Carrie Fisher era nata nell’ottobre del 1956 a Beverly Hills. Cresciuta nel mezzo dello showbiz, nel 1973 va a Londra per frequentare la Central School of Speech and Drama, dove rimane un anno e mezzo. Nel 1975 il suo debutto al cinema in Shampoo, al fianco di star come Warren Beatty, Goldie Hawn, Julie Christie. Due anni più tardi, la consacrazione in un ruolo che da un lato la rende una delle stelle più luminose di Hollywood, dall’altro rappresenta un pesante fardello. “Stava piovendo,” ricorda la Fisher quando parla del momento in cui apprese che era stata presa per la parte di Leia Organa in Star Wars. “Non piove mai a Los Angeles. Eppure stava piovendo. E io ero la Principessa Leia. Non ero mai stata la Principessa Leia prima, e ora lo sarei stata per sempre. Non sarei mai più NON-stata la Principessa Leia. Non avevo idea di quanto questo fosse profondamente vero, e quanto lungo fosse ‘per sempre'”. Aveva solo 19 anni.

Oltre agli altri due film della trilogia, negli anni ottanta la Fisher recita in film come I Blues Brothers, L’Uomo con la Scarpa Rossa, Hannah e le sue Sorelle, Harry ti Presento Sally. Ma proprio in quegli anni iniziano a emergere i primi problemi personali, legati a una forte depressione e all’uso di stupefacenti (la Fisher ammise più tardi di fare uso di marijuana sin da quando aveva 13 anni). “A 21 anni usavo l’LSD. Non amavo la cocaina, ma non tolleravo come mi sentivo abitualmente, e quindi provavo qualsiasi cosa,” rivela l’attrice nel 2013 durante una intervista.

Le debolezze della Fisher, unite al suo carattere e al suo senso dell’umorismo, le danno però anche una grandissima forza e quando nel 1985 scopre di soffrire di disturbo bipolare diventa portavoce della sensibilizzazione sulle malattie mentali.

Negli anni novanta si occupa principalmente della sua carriera di scrittrice, pubblicando Surrender the Pink e Delusions of Grandma e diventando script doctor (non accreditata) per film come Hook, Sister Act, Last Action Hero, Prima o poi me lo Sposo e altri ancora. Nel 1992 nasce la sua prima e unica figlia, Billie Lourd (Scream Queens, Star Wars – il Risveglio della Forza), avuta da Billie Lourd (super-agente di Hollywood che, scopertosi omosessuale, la lascerà per un uomo nel 1994). Compare in Austin Powers, nel 1997, e poi di nuovo in film come Scream 3 (2000), Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood!, nel seguito di Charlie’s Angels (2003), in un celebre episodio di 30 Rock, e più recentemente in Maps to the Stars di David Cronenberg. Nel 2015 il ritorno nei panni di Leila (diventata Generale Organa) in Star Wars – il Risveglio della Forza, panni in cui l’abbiamo rivista ancora una volta (grazie alla tecnologia) quest’anno in Rogue One – a Star Wars Story e, un’ultima volta, l’anno prossimo in Star Wars – Episodio VIII di Rian Johnson, le cui riprese sono terminate qualche mese fa.

Nel 2008, la Fisher scriveva in un articolo per il DailyMail:

Ricordate il vestito bianco? George arrivò da me il primo giorno di riprese, mi diede un’occhiata e disse: “Non puoi indossare un reggiseno sotto quell’abito”. “Ok, ti mordo,” risposi, “perché mai?” E lui rispose: “Perché… non ci sono reggiseni nello Spazio.”

Era assolutamente convinto di quello che mi stava dicendo. Come se fosse stato nello Spazio e si fosse dato un’occhiata in giro, non vedendo reggiseni e mutandine da nessuna parte.

Continuò a spiegare. “Vai nello Spazio, e sei senza peso. Il tuo corpo si espande, ma il tuo reggiseno non lo fa, quindi finisci strangolata dai tuoi stessi indumenti intimi”.

Penso che sarebbe un necrologio fantastico. Dirò ai miei amici più giovani che non importa come me ne andrò, ma voglio che venga detto che sono affogata nel chiaro di luna, strangolata dal mio stesso reggiseno.

Così, quindi, se ne va uno dei talenti del nostro tempo, strangolata dal suo stesso reggiseno.

 

Classifiche consigliate