afterdark

Fonte: varie

Si è conclusa la quarta edizione dell’After Dark Horror Fest: 8 Films to Die For.

Cerchiamo ora di riassumere l’intera manifestazione e ripercorrere i film in rassegna attraverso degli estratti di recensioni dei più importanti siti specializzati.
Alcuni risultati erano prevedibili, altri decisamente meno…

Dread

Shock Till You Drop ha apprezzato molto la pellicola:

DiBlasi non ha intenzione di offrirci una esperienza catartica, almeno non in senso convenzionale. Le umiliazioni fisiche e psicologiche sono tutte rimandate all’ultimo atto, Dread non finisce mai nel territorio del tortune-porn. Questo non è Hostel o Saw, dove si suppone di trarre godimento dal male che gli uomini fanno. DiBlasi riesce nel suo scopo di farci entrare in empatia con le vittime e sperare che possano salvarsi. Il finale fa perno su un finale molto aftificioso
[…] Con Dread, Diblasi scatena una bestia, che ci impone di guardare dentro e chiedersi se c'è veramente nulla da temere, ma la paura stessa.

Kill Theory

Bloody Disgusting boccia il film:

C’è una tensione ammirevole per la maggior parte del secondo tempo. […] Il problema di Kill Theory è che non è ancora pronto per una vera e propria release commerciale

FearNet rimane sostanzialmente sulla stessa linea:

Ha una base sufficiente per piacere ai fan vecchia scuola dello slasher, però Kill Theory è 10% di originalità e 90% ripetizione, è un film che si presta più al mercato home video.

 

Lake Mungo

Bloody Disgusting ne riconosce gli enormi pregi, ma commenta negativamente l’eccessiva saturazione:

Lake Mungo ha una natura unica. La sua realizzazione è calcolata e realizzata secondo i piani. La storia di Alice Palmer è affascinante. Purtroppo sono tante le strade che intraprende il film, e non sono tutte sono affrontate chiaramente, il problema più grande è stato avere tante buone idee e condensarle in un film troppo breve.

FearNet lo paragona a Paranormal Activity:

Nulla di particolarmente scioccante o originale, ma Anderson merita credito per l’attenzione nel realizzare il film in stile documentaristico, e ci sono momenti inaspettatamente pieni di tensione e un paio davvero terrificanti. È uno stile che richiama molto Paranormal Activity.

Hidden

FearNet non si sbilancia:

Asciutto e abbastanza prevedibile per la maggior parte del tempo, ma con sussulti impressionanti, è un film molto altalenante: inizia con lo studio del protagonista tormentato, perde un po’ di ritmo ma successivamente riprende a correre grazie ad alcuni cambi di direzione della trama. Grazie a produzioni nascoste come Manhunt e Cold Prey, sembra che la Norvegia stia progettando di fare un po’ di rumore nel panorama horror mondiale.

The Graves

FearNet declassa senza mezzi termini la pellicola:

È un racconto stereotipato, il film è stato concepito con troppa poca fantasia e mal realizzato. […] Non contiene nessun elemento necessario per avere successo, il che significa che, commercialmente parlando, è probabile che si imbatta in una morte rapida ed indolore.

ZMD: Zombies of Mass Destruction

Bloody Disgusting lo esalta:

È un film di zombie, non ha nessun elemento splatter, è molto classico da questo punto di vista. È un film molto divertente, l’umorismo proprio non manca. Ha un finale molto forte, è una delle conclusioni più soddisfacenti che abbia visto in uno zombie-movie recente. Per fortuna non mantiene nessuna inutile strada aperta ad un sequel.

FearNet ne apprezza le tematiche:

Contiene dei messaggi sociali molto forti, e cerca di affrontare tematiche attuali (politico-militari). Certamente non sulla scala di Romero, ma finalmente viene pagato un regista attento alle tematiche zombie.

The Reeds

Bloody Disgusting ne è entusiasta:

Ha alcuni momenti di grande tensione.[…] È un film magnifico. Peccato per il finale fuorviante, ricordi il modo in cui ti sei sentito quando hai visto il finale di Venerdì 13?

Sarà interessante vedere quali film dell'Horror Fest riusciranno a trovare una release italiana…

 

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