Sono state giornate inevitabilmente dense di update riguardanti The Amazing Spider-Man: prima la sneak peek, poi il nuovo trailer e le dichiarazioni del regista Marc Webb e del protagonista Andrew Garfield.

Di recente all'appello, mancava solo Emma Stone, co-protagonista del comic-movie, dove interpreta Gwen Stacy. La lacuna può essere ora colmata con una nuova intervista che arriva, via CBM, dal Comic-Con Annual; anche se l'attrice non rivela dettagli sconvolgenti o inediti, discute di alcuni aspetti e dinamiche davvero interessanti della pellicola. 

Eccovi le sue parole:

D: Cosa ti ha colpito dell'apparire in un grande film di supereroi dove interpreti un personaggio così iconico come Gwen Stacy?

R: Quando ho fatto le audizioni, non mi sono potuta basare sullo script integrale, dato che non ce lo avevano consegnato, ma solo su alcune scene che ho fatto insieme ad Andrew. Sapevo di Spider-Man, ma non pensavo fosse qualcosa che potesse coinvolgermi. Pensavo non fosse adatto a me. Poi ho provato queste scene e e ho realizzato che si trattava di una relazione fantastica ed interessante fra due persone e che ero stata chiusa mentalmente. Mi erano piaciuti tutti e tre i film di Spider-man, così come altre pellicole di supereroi, quindi non so spiegare perché avessi quel tipo di approccio. Poi ho iniziato a fare le audizioni con Andrew, ho imparato a conoscere il personaggio di Gwen, la sua storia, e mi sono innamorata del personaggio, dei fan. Ho cominciato a leggere dei forum e mi sono lasciata coinvolgere da tutto l'universo fumettistico ed è diventato un mondo di cui volevo far parte proprio grazie a tutti questi elementi.

D: Sei passata da un personaggio letterario come quello di The Help, che a suo modo ha un certo seguito, a quello di un fumetto che ha una schiera di agguerriti seguaci. Qual è secondo te la differenza fra di loro e sul modo in cui sono trattati dai fan?

R: Beh, ovviamente parliamo di personaggi estremamente differenti, e c'è una base di fan diversa fra The Help e Spider-Man. Ci sono convention sull'Uomo Ragno e non ci sono su The Help, anche se sarebbe fico vederle perché sarebbero tipo le feste del Grande Lebowski. Ma questi due mondi hanno tonalità differenti, a prescindere dal loro seguito. Parlo proprio della maniera in cui dare forma cinematograficamente ad essi. Ci sono varie incarnazioni di Gwen Stacy e Peter Parker nel corso degli anni, tutte queste storyline da cui estrarre quello che t'interessa a prescindere dallo script che stai per assemblare. Con The Help, avevamo questa storia ben distinta che, in una certa maniera, è stata adattata battuta per battuta. C'è un altro grado di coinvolgimento, un differente modus operandi nel processo di trasposizione cinematografica. Ma come attrice, è emozionante far parte di un film che parla di personaggi con una base di fan così nutrita e agguerrita.

D: Perché secondo te i produttori e gli scrittori hanno preferito Gwen Stacy a Mary Jane?

R: La storia di Gwen avviene prima di quella di Mary quindi immagino che si ricolleghi tutto al voler andare alle radici del personaggio. E' stato interessante esplorare le donne che sono arrivate prima di Mary Jane. Ha un ruolo molto importante nel definire quella che poi sarà la sua relazione con Mary Jane che ha un carattere diametralmente opposto a quello di Gwen. Poi Gwen ha una storia bella e importante nella formazione di Peter e dell'Uomo Ragno. Hanno deciso di adottare questa prospettiva.

D: Marc Webb ha esordito con 500 Giorni Insieme, una commedia sentimentale dai toni agrodolci. Cosa pensi che sia riuscito a portare a Spider-Man grazie al suo background?

R: E' riuscito a andare al nocciolo delle emozioni e anche se abbiamo a che fare con un ragazzino che acquisisce dei superpoteri dopo essere stato morso da un ragno, è un adolescente molto realistico che si trova a fronteggiare le circostanze di cui sopra. Ha perso suo zio, si sta innamorando per la prima volta, sta attraversando tutte queste esperienze umane anche se lui stesso non è più propriamente umano. La visione di Marc è sintetizzabile così: abbiamo a che fare con un mondo davvero grande e imponente, ma è come se la storia raccontasse le vicende di alcune persone in una stanza. Chiaro, tutta la roba "spidermaniana" è presente all'appello: gli inseguimenti, le scene spettacolari, azione e violenza, ma Marc si è focalizzato molto sul cuore della vicenda e l'umanità delle relazioni.

D: Come è stato lavorare con Andrew Garfield?

R: Il suo profondo amore e apprezzamento per Spider-Man era chiaro e limpido attraverso tutte le fasi di lavorazione del film. E' fantastico vedere un grande fan dell'Uomo Ragno interpretare questo personaggio; è stato molto protettivo verso tutti quegli elementi tipici della natura di Peter Parker. E' affascinante ammirare qualcuno che legge Spider-Man dall'età di quattro anni e che desidera essere questo personaggio da quando era piccolo, mentre riesce ad esaudire questo sogno. Poi è anche un attore eccellente, una persona meravigliosa, mi sento così orgogliosa di lui e di quello che ha dato al film.

D: Cosa ne pensi della sua apparizione al Comic-Con, di come ha preso il microfono e raccontato la sua storia del e col personaggio?

R: Ci stavamo mordendo tutti le unghie perché avevamo avuto un preavviso di un'ora scarsa. E' stata una roba last minute, ma lui era del tutto naturale, accorato, onesto e non poteva davvero essere più indicativo di come avrebbe interpretato il personaggio. C'era tutto il suo cuore, la sua passione. Ho amato questa sua uscita.

D: E Del costume? Che ne pensi?

R: Era davvero in target. Grandioso. Poteva andarsene tranquillamente in giro per il Comic-Con.

D: Un sacco di attori e registi vanno in giro mascherati al Comic-Con così da poter girare indisturbati per gli stand. L'hai già fatto o hai intenzione di farlo?

R: Mi piacerebbe farlo. L'anno scorso dovevo mettermi un costume da stormtrooper, ma dopo il panel siamo dovuti tornare di corsa a Los Angeles, per cui spero di riuscirci al prossimo. Beh, ora che ho rivelato che sarei dovuta essere uno stormtrooper dovrò cambiare costume, ma ci sarò.

D: Come ti senti al pensiero di avere un'action figure tutta tua?

R: Ci sarà davvero??!!? Se un bambino si ritroverà ad avere un'action figure che mi rappresenta e la impiegherà in maniera simile a quello che io facevo con le action figure quando ero piccola, saranno situazioni davvero inappropriate!

D: La terresti nella confezione o la tireresti fuori?

R: La tirerei fuori. Vanno sempre tirate fuori!