In una recente intervista con GQ UK, Andrew Garfield è tornato a parlare del ruolo di Spider-Man nei film di The Amazing Spider-Man, sottolineando che all’inizio non è stato facile gestirne il peso.

L’attore non era neanche trentenne quando è stato scelto dalla Sony per interpretare l’Uomo Ragno:

È stata un’esperienza interessante, questo è certo. Se ripenso al me ventiseienne e a quel ruolo mi viene da dire: “Cazz*o, era roba tosta con cui fare i conti“. Lo desideravo ardentemente, ero pronto, ero disposto. Non sembrava un fardello, ma alcuni elementi sono stati… diciamo che ho avvertito il pericolo, sia della fama, che dell’esposizione mediatica. 

Ha poi aggiunto:

Anche dopo aver accettato il ruolo mi dicevo: “Voglio assicurarmi di poter fare Angels in America e Morte di un commesso viaggiatore nel giro di qualche anno”. Volevo prima di tutto fare l’attore di teatro, perché sembra qualcosa di permanente. Se avessi potuto fare teatro per il resto della vita anche davanti a un pubblico di 50 persone a sera, so che la mia vita sarebbe stata soddisfacente. Non voglio essere superficiale, ma è così. Se tutto fosse andato storto avrei affittato una appartmento a Londra e avrei fatto solo teatro.

Quanto al ritorno in No Way Home e del rapporto con gli altri colleghi, ha spiegato:

Ho trattato il mio ritorno come una speccie di cortometraggio su Spider-Man e i suoi amici. Non ho sentito pressione, perché era tutta sulle spalle di Tom [Holland], è la sua trilogia. Io e Tobey eravamo lì per sostenerlo e per divertirci i più possibile, ma anche per lasciar scatenare l’immaginazione, la creatività e l’ingegno, oltre a una certa dose di infantilismo. […] Sin da subito ci siamo sentiti come fratelli e suppongo si veda anche nel film.

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