Fonti: deadline, TheWrap, thr, IndieWire

Tre grandi nomi, molto diversi l'uno dall'altro (anche per fama) – hanno presentato oggi i loro film, anche se solo uno era in concorso.

WOODY ALLEN DA LONDRA A CANNES

Woody Allen torna sulla Croisette fuori concorso con il suo You Will Meet a Tall Dark Stranger: presenti alla conferenza stampa quasi tutti gli attori principali nel cast di un film ancora una volta corale, e incentrato sulle storie di due coppie in crisi – Josh Brolin e Naomi Watts, Anothony Hopkins e Gemma Jones. Parlando con i giornalisti, il regista 74enne ha commentato le tematiche del film, ancora una volta legate alla morte e all'inutilità della vita:

La mia posizione nei confronti della morte è sempre la stessa. Sono fortemente contrario. Non vedo alcun vantaggio a invecchiare. Ho 74 anni, non sono più saggio, non sono più generoso: Ti fa male la schiena, vedi male… non ci sono aspetti romantici nella cosa. La eviterei tranquillamente, se potessi.  (…) Per anni ho interpretato il protagonista romantico dei miei film, poi sono invecchiato, non ho più potuto interpretare quel ruolo. Non è divertente non poter interpretare il ragazzo che si prende la ragazza. E' molto frustrante fare dei film in cui Scarlett Johansson e Naomi Watts finiscono tra le braccia di un altro. Vorrei essere io il ragazzo seduto davanti a loro nel ristorante, che le guarda negli occhi e mente!

Allen ha anche commentato i due personaggi maschili del film, Rob (Brolin) e Alfie (Hopkins), sostenendo di riflettersi ugualmente in entrambi:

Sono molto pessimista e negativo. Sin da quando ero un bambino… ho sempre pensato che la vita fosse una esperienza da incubo, senza significato, e che l'unico modo di essere felici fosse costellarsi di illusioni.

Ecco un po' di reazioni riguardo il film, che da noi arriverà a dicembre distribuito da Medusa:

  • Alex Billington (Firstshowing): You Will Meet a Tall Dark Stranger era semplicemente okay, meh. Ho perso il conto di quanti tradimenti e storie romantiche fossero in corso durante il film.
  • Jason Solomons (Guardian): Il nuovo film di Woody è il migliore che ha girato finora a Londra. Divertente e riflessivo, grandi performance da parte di Anthony Hopkins, Gemma Jones, Lucy Punch. Phew.
  • TotalFilm: Il nuovo Woody Allen diverte finché dura, ma non aggiunge nulla alla sua carriera.
  • Movieplayer: Nonostante manchino le battute graffianti che sono il marchio di fabbrica del regista newyorkese, è il cinismo di fondo della pellicola a rendere interessante il suo ultimo lavoro.

IL RITORNO DI MIKE LEIGH e gregg araki

Unico film in concorso della giornata Another Year di Mike Leigh, e ancora una volta si torna sul tema della vita e della morte: nel film, Leigh indaga la vita della coppia sposata Tom e Gerri (Jim Broadbent e Ruth Sheen) e delle persone che incontrano nella loro tenuta di campagna e che con loro si confidano tra un bicchiere e l'altro: persone divorziati, vedove, ragazzi single ecc.

Interrogato sul significato del film, il regista ha spiegato che "parla di come affrontiamo noi stessi e gli altri. Non penso che il film offra una soluzione. Ma spero che sollevi interrogativi e riflessioni in ciascuno di noi su quale approccio avere nei confronti della vita. E' quello che dobbiamo affrontare, e dobbiamo imparare." La lentezza del film, sottolineata da un giornalista, lo ha portato a rispondere "Siamo tutti spinti da una passione naturale a osservare la vita. La sua domanda non ha veramente rilievo, perché le persone non sono noiose. Il fatto è che lei pensa che lo siano, ma io no." Peter Sciretta di Slashfilm giudica la pellicola "un ottimo film costruito sui personaggi con ottime interpretazioni, ma alla fine lento e poco interessante"; Totalfilm lo ritiene "la summa dei suoi film, un piacere guardarlo scena dopo scena anche se suona un po' familiare", il bimestrale Little White Lies lo trova "tragico e bello", mentre il Telegraph assegna quattro stellette su cinque.

Qui sotto trovate tre clip del film:

 

Tra le proiezioni speciali della giornata il documentario Over Your Cities Grass Will Grow e soprattutto Kaboom, il ritorno di Gregg Araki dietro la macchina da presa tre anni dopo Smiley Face. Il regista americano, ormai cinquantenne, ha presentato il suo film sulla Croisette e sembra aver ricevuto parecchi consensi: un ritorno alle origini dei suoi primi film, come spiega il regista stesso: "è un cult movie vecchia scuola di Araki. Il che forse non verrà condiviso da quelli che pensano che tutti i miei film facciano schifo tranne Mysterious Skin. Ma è stato divertentissimo da girare."

arakiKaboom racconta la storia di un giovane ragazzo (Thomas Dekker) che, dopo aver mangiato alcuni biscotti allucinogeni, si ritrova imbrogliato nell'enigmatico omicidio di una ragazza dai capelli rossi dei suoi sogni. Il mistero della sua morte cambierà non solo il corso della sua giovane vita, ma il destino dell'intero pianeta. "E' un film da Sundance Festival," spiega Araki. "Penso che lo sarebbe stato, effettivamente, ma non siamo riusciti a finirlo in tempo per il festival di quest'anno. Tuttavia potremmo proporlo al prossimo" – il che significa che la Why Not Productions, con cui ha sviluppato il progetto, intende sì venderlo a Cannes, ma probabilmente non conta di distribuirlo nei cinema prima del 2011.

Durante la presentazione, Araki ha voluto commentare anche la situazione attuale del cinema indipendente americano, del quale si sente uno dei principali rappresentanti: "Non ho mai avuto il lusso di trovarmi davanti produttori che mi gettassero in faccia 20 milioni di dollari per girare un film. Tutte le mie pellicole sono state realizzate con budget ridottissimi, e ho sempre lavorato così per anni, il che mi permette di sopravvivere al periodo di difficoltà economica che sta attualmente vivendo il cinema indipendente. I film indipendenti che costano sui 10-20 milioni sono quelli che, attualmente, soffrono di più. Chi spende meno, come me, è in grado di sopravvivere. (…) Siamo molto più popolari in Europa che in America, il che aiuta. Ma anche l'Europa ha i suoi problemi economici. Ringrazio il cielo di essere in grado di girare i miei film in economia."

Questi i primi commenti su Twitter di chi ha visto il film (

ha già la recensione): 

  • Il tipico film colorato di Gregg Araki. Buffy incontra The OC ma con più sesso, droghe e manicomio.
  • Kaboom: la presa in giro di Araki nei confronti di qualsiasi cosa (inclusi i suoi primi film), una cospirazione da college piena di sesso e colori, tra droga e follia
  • Kaboom di Gregg Araki: una commedia piccante con teenager, un po' apocalittica e un po' presa in giro, e anche un thriller cospirazionista. Divertente ed eccitante

 

Il festival si concluderà il 23 maggio. A presiedere la giuria di quest'anno è Tim Burton, già membro della giuria nel 1997 e nel 2006.

  • I film presenti al festival

 

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