Presentato alcuni giorni fa al Toronto Film Festival, Cloud Atlas ha ovviamente fatto molto parlare di sè – non solo per il film, ma anche per la lunga conferenza stampa che ha rappresentato una delle poche apparizioni in pubblico dei Wachowski, qui accompagnati dal co-regista Tom Tykwer e da moltissimi membri del cast.

Inutile dire che la stampa ha colto l'occasione – anche se non subito – per chiedere informazioni ai Wachowski sul cambiamento di sesso di Larry (ora Lana), da lei recentemente discusso in un pezzo sul New Yorker. "Sapevate che sarebbe arrivata questa domanda!" ha scherzato Tom Hanks. "Sentivo una responsabilità nei confronti del popolo LGBT," ha spiegato Lana, "perché molte persone mi hanno chiesto di apparire più spesso in pubblico e parlarne più spesso. Ma noi amiamo l'anonimato, ci piace mantenere una grande riservatezza, non pensiamo che l'essere celebri migliori la vita. E' stata una grande decisione e ci abbiamo messo molti anni, ma abbiamo fatto questo film ora, e abbiamo un nuovo 'fratello' (indica Tykwer) che adora partecipare agli incontri con la stampa!" Lana ha quindi spiegato che loro due e Tykwer hanno raggiunto un compromesso tra la loro regola di evitare la stampa e la tendenza opposta del regista. "Non smetterebbe mai di fare conferenza stampa, questo nostro fratellino-sgualdrina-dei-media!" ha scherzato Lana. "Quindi abbiamo deciso di partecipare a questa conferenza." Il che non significa che rivedremo presto i Wachowski davanti alla stampa, anzi.

Costato 100 milioni di dollari, Cloud Atlas è il film più costoso mai realizzato al di fuori dello studio system e finanziato in maniera indipendente. Dopo la proiezione, molti giornalisti e spettatori hanno dichiarato di aver adorato la pellicola, tuttavia non sono stati pochi i giudizi negativi: Cloud Atlas appare come un film in grado di dividere, e questo può voler dire che farà molto parlare di sè. In termini di botteghino, il vantaggio può arrivare da un cast stellare composto da attori come Tom Hanks, Halle Berry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D'Arcy, Zhou Xun, Keith David, David Gyasi, Susan Sarandon e Hugh Grant, ma anche dalla nozione che il film sarà davvero spettacolare. Lo svantaggio può arrivare dal fatto che attualmente il montato finale (ma forse non definitivo) è di quasi tre ore, e che il montaggio non lineare sembra rendere le numerose storyline piuttosto complicate da seguire, in particolare durante la prima ora.

 

 

Durante la conferenza stampa sono emersi alcuni interessanti dettagli:

  • I Wachowski e Tykwer hanno deciso di fare il film solo se avessero ottenuto la benedizione dell'autore del romanzo originale David Mitchell. I tre sono andati in Costa Rica e hanno lavorato insieme a un adattamento del romanzo (invero complessissimo) che avesse senso sul grande schermo. L'unico modo era trovare dei punti in comune tra tutte le storie e tracciare una sorta di grande storia unica.
  • I tre registi non considerano il loro film un blockbuster, nonostante il budget e le ambientazioni spesso fantascientifiche. Il punto è che si è trattato di un vero e proprio esperimento.
  • Tom Hanks: "Quando ho saputo che stavano girando un blockbuster tedesco scritto in Costa Rica, ho accettato subito di parteciparvi. E' un approccio molto vicino alle Nazioni Unite!"
  • L'intero cast si è dovuto fidare dei registi perchè non sono mai stati sicuri che il materiale girato sarebbe diventato un'unica visione coerente ed unificata. E' stata una sorta di avventura rischiosa per tutti, ma la cosa più allettante per gli attori era la sceneggiatura.

Qui sotto potete vedere un estratto dalla conferenza stampa, che trovate in una serie di video su Traileraddict.

 

 

Qui sotto, poi, trovate due nuove locandine ufficiali:

 

 

Ed ecco infine i giudizi di alcuni dei blog e siti più influenti degli USA – su Rottentomatoes attualmente il film ha 17 recensioni di cui 13 positive, con un voto medio di 7.4. Vi ricordiamo che recentemente è uscito uno spettacolare trailer.

 

COLLIDER

Questo tipo di immaginazione – che trascende generi, ambientazioni e identità – richiede un certo grado di genio. Lana Wachowski, Andy Wachowski e Tom Tykwer hanno dimostrato il loro genio in Cloud Atlas. E' un'ambizione raramente vista nel cinema moderno e raramente realizzata per motivi di budget. La visione audace e coraggiosa di questo film va incoraggiata perché si spinge ai limiti di ciò che possiamo aspettarci dai film. Ci ricorda, insomma, qual è il potete del cinema.

THE HOLLYWOOD REPORTER

Sebbene il trio di registi faccia del suo meglio affinché le cose scorrano nel modo giusto ed emerga il messaggio subliminale del film – in pratica, non importa l'epoca, siamo fatti tutti allo stesso modo e dobbiamo lottare per la libertà – che infatti viene esclamato a gran voce e in maniera molto chiara, ci sono così tanti personaggi e sottotrame che nessuna storyline sembra davvero soddisfacente. […] E così tutto quanto viene omogeneizzato in un'unico insieme, e l'impatto di ciascuna storia viene attutito dal bisogno costante di ricollegare le fila del discorso.

HOLLYWOOD ELSEWHERE

Sono riuscito a vedere circa 70 minuti di film. Mi dispiace molto ma per me questa storia di reincarnazione cosmica con salti temporali è sembrata una cavalcata saliscendi di frammenti di storia e momenti di makeup. Mi è stato detto da un amico critico che se si riesce a superare la prima ora, le altre due sono fantastiche. Io non potevo, non ce la facevo…

THE PLAYLIST

Sul piano tecnico, il film soddisfa proponendo costumi e dettagli dell'epoca anche grazie ai 100 milioni di dollari di budget, ma offre anche una sorta di commento sociale da biscotto della fortuna mescolato a una serie di magre storie che si intrecciano tra loro, in un tentativo fallito di dire qualcosa di significativo sulla condizione umana e su come bene e male si contrappongano costantemente nei secoli. Troppo lungo di almeno mezz'ora, e ripetitivo mano a mano che procede, Cloud Atlas non mantiene mai la sua promessa.

SLASHFILM

Sì, Cloud Atlas è un film colossale, quel genere di film sui quali si potrebbe costruire un corso universitario. E' completamente coerente? Direi di no, ma il mio rispetto per lo sforzo supera la mia necessità di chiarezza. Non raccomanderei questo film a qualcuno che non fosse disposto a interrogarsi sul significato della sua vita, ma per certi versi è esattamente il tipo di film che vorremmo che i registi cercassero di fare. Se l'arte informa la cultura, e sicuramente lo fa, allora vorremmo che gli artisti ponessero delle grandi domande. E quello che fa Cloud Atlas.

HITFIX

Cloud Atlas è un film che osa immaginare qualcosa oltre a quello che viene tipicamente proposto nel cinema ad alto budget, è intenso e coraggioso, e proprio come Speed Racer penso che la gente rimarrà sconcertata dalla semplicità del vocabolario audiovisivo mostrato. Nulla viene servito su un piatto d'argento, e sono uscito dalla sala quasi ubriaco dal pensieri del potenziale di questa narrazione cinematografica e dall'idea che ci siano così tante frontiere ancora da esplorare in questo campo. E' facile accontentarsi dal flusso costante di Hollywood di remake e sequel e film tratti da fumetti, ma a me basta un solo Cloud Atlas per farmi credere ancora che tutto sia possibile se si dà agli artisti giusti la possibilità di sperimentare.

Basato sull’omonimo romanzo di David Mitchell, Cloud Atlas vede protagonisti Tom Hanks e Halle Berry, oltre a Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Doona Bae, Ben Whishaw, James D'Arcy, Keith David e David Gyasi. Nel cast anche Hugh Grant e Susan Sarandon, e le attrici cinesi Zhou Xun e Zhu.

Ecco la trama del libro, come riportata sulla quarta di copertina dell'edizione italiana pubblicata da Sperling & Kupfer/Frassinelli con il titolo L'atlante delle nuvole:

"Il diario di un notaio americano di metà Ottocento, giunto sull'isola di Chatham, nel Pacifico, per assistere ai devastanti effetti del colonialismo. L'epistolario di un giovane musicista nel Belgio tra le due guerre mondiali che, talentuoso ma senza un soldo, mette in atto un diabolico piano per intrufolarsi nella magione di un celebre compositore e carpire non solo le sue intuizioni musicali ma anche le grazie della moglie e della figlia. L'odissea di un'intrepida giornalista che si trova in mano la scottante denuncia di uno scienziato contrario a un catastrofico progetto nucleare e quindi ucciso su commissione dalla propria azienda. Le vicissitudini rocambolesche di un editore inglese in fuga dai creditori nella Londra anni Ottanta. Il testamento di un clone schiavizzato in una sorta di McDonald's della Corea futuristica. L'alba del nuovo mondo all'indomani dell'apocalisse… Sei diverse storie, collocate in tempi e spazi diversi, che allacciano tra loro una stupefacente rete di rimandi, echi, collegamenti. Ciascuna narrazione s'interrompe, a effetto, per poi ricominciare e ricongiungersi in un'architettura narrativa sontuosa. Attingendo a linguaggi e a generi letterari differenti, Mitchell sorprende ancora una volta il lettore, spingendolo a riflettere, in un ardito gioco, sul fluire incessante, mutevole e ciclico della vita, impossibile da fissare, come il corso infinito delle nuvole.