La Tenebra, il buio, l’oscurità.

Noi giocatori siamo abituati ad avere a che fare con corridoi impenetrabili dalla luce, creature demoniache e protagonisti perennemente tesi fra luce e ombra, fra bene e male.

Nel 2007, tuttavia, il primo episodio di The Darkness fu, a suo modo una piccola sorpresa. Nonostante alcune ingenuità a livello di gameplay e una componente stealth non proprio riuscita, le avventure di Jackie Estecado, un criminale rinnegato che – dopo aver scoperto dentro di se un enorme potere oscuro – riesce a prendere il controllo di una delle più importanti famiglie mafiose di New York, pagando però un prezzo altissimo, la perdita del suo unico grande amore.

 
 
Come nel gioco originale, The Darkness II ci rimette nei panni di Jackie, anche se le cose sono decisamente diverse: gli anni passati nel dolore e nella solitudine hanno reso il nostro protagonista un capo ruvido e anaffettivo, incapace di provare anche il più blando dei sentimenti e, come se non bastasse, corroso da continui e terribili incubi. La sua vita sembra arrivata a un punto morto, la ricchezza e il potere non hanno per nulla sanato il trauma seguito alla perdita della fidanzata e né le donne, né i soldi né il gioco d’azzardo sembrano essere più di nessun interesse. Poco dopo l’inizio del gioco – in una maniera rocambolesca che non vi sveliamo – Jackie sarà però contattato da un misterioso individuo il quale, sprezzante, gli rivolgerà una sola frase “sei più forte di tuo padre”. Come fa quella persona a conoscere i genitori di Jack? Chi è in realtà? Cosa significa essere forti?
 
Tutte queste domande spingeranno il nostro protagonista a risvegliare la Tenebra che è in lui, imbarcandosi in una nuova avventura durante la quale, oltre a scoprire inquietanti risvolti del suo passato, riuscirà a far luce sull’omicio della sua bella Jenny.
 
La prima cosa che si nota appena avviato il gioco è il deciso cambio di registro stilistico dell’intera produzione, 2k, infatti, passando il testimone dello sviluppo da Starbreeze ai ragazzi di Digital Extremees (già autori lo scorso anno di Homefront) ha scelto di proporre uno stile grafico e narrativo molto più vicino a quello del fumetto originale. Per questo motivo l’intero gioco è mosso da un motore interamente in cel shading, per certi versi molto simile a quello che i giocatori più esperti (o attempati) ricordano in XIII; questa scelta, disturbante per certi versi, ben si adatta all’obiettivo primario dell’estetica ludica, ovvero, richiamare il più possibile le atmosfere del fumetto originale, caratterizzate da un mix molto interessante di humor, azione e gore puro. Sempre in quest’ottica non stupisce la modificazione radicale dell’impianto ludico, che abbandona in maniera definitiva ogni velleità tattica e lancia fin da subito il giocatore nell’azione più pura facendosi amare per la sua immediatezza.
Come nel gioco originale, il modo migliore per veicolare distruzione non sarà l’affidarsi alle banali armi da fuoco, ma dovremo mischiare, nella maniera più sanguinolenta possibile, proiettili, poteri oscuri e le voglie sadiche del nostro minion darkling, una specie di demonietto che ci troveremo sempre attorno. Con i due grilletti e i due tasti dorsali controlleremo rispettivamente il nostro tentacolo oscuro, sinistro, quello destro e le due armi che avremo a disposizione. Le nostre propaggini di tenebra, seppur sempre ligie agli ordini hanno solo due necessità: stare il più possibile lontane dalla luce e ingurgitare cuori umani in modo tale da rigenerare l’oscura materia che le rende in grado interagire con il nostro piano esistenziale. Inutile dire che più gli omicidi che effettueremo saranno violenti e creativi (per esempio potremo sparare in una gamba a un nemico, alzarlo per aria con un tentacolo, lanciargli addosso un’automobile e infine strappargli il cuore passando dalla schiena) più punti bonus recupereremo. Qui The Darkness II abbandona – ma solo limitatamente – la sua natura intimamente da FPS/action e fa alcune timide aperture a una componente ruolistica, proponendoci uno skill tree da far crescere per ottenere poteri sempre più devastanti.
 
Purtroppo però, nonostante le ottime idee che mano a mano si presentano nel gioco, The Darkness II fa fatica a tenere insieme il bandolo della matassa e, oltre a proporre nemici dotati di un’IA non proprio eccelsa, ben presto diventa un po’ ripetitivo, riducendosi nelle fasi finali a un mero spara – spara in cui ormai il sense of wonder per i killstreak e le combo ottenibili se n’é andato da un pezzo. A parziale rimedio di questo difetto segnaliamo però una longevità piuttosto buona, intorno alle 8 ore per un giocatore medio, che non tedia per l’eccessiva lunghezza ma, al contempo, si prende tutto il tempo necessario per raccontare una vicenda ben articolata e non banale.
 
Per quanto riguarda la componente multigiocatore, The Darkness II offre alcune missioni co – op – invero piuttosto brevi – da giocare nei panni di alcuni assassini scelti mandati da Jackie ad effetture dei delitti su commissione. La modalità, pur non aggiungendo quasi niente al gameplay complessivo può essere interessante per gli aficionados del brand, per gli altri si tratterà solo di una breve digressione che, tuttavia, non li terrà impegnati troppo a lungo.
 
In conclusione, The Darkness II è un FPS molto onesto e non privo di buone idee, i poteri della Tenebra, combinati con l’innegabile carisma del protagonista e lo stile grafico personale e intrigante, lo elevano al di sopra della schiera di cloni di Call of Duty che riempiono gli scaffali. Un level design non sempre coerente e, più in generale, una sensibile ripetitività dei contenuti però non riescono a fargli fare quel salto necessario per entrare nell’olimpo dei grandi titoli. In ogni caso siamo davanti a un ottima base su cui lavorare in previsione di un terzo episodio.                                                                                                                                                                                         

[Voto: 7]