Fonte: Varie

Sarebbe facile dire che Furio Scarpelli, che ci ha lasciati all'età di 90 anni, ha fatto la storia del cinema italiano, spesso assieme al sodale Agenore Incrocci, in arte Age. Ma con un curriculum come il suo, la verà difficoltà è decidere quali, tra le decine di pellicole importanti, vadano citate a dispetto di altre (tanto che la soluzione più semplice sarebbe rimandarvi alla sua pagina di IMDB e avvertirvi di non rimanere sconvolti di fronte al numero incredibile di capolavori e film meravigliosi che lo hanno visto coinvolto).

Inizia la sua carriera alla fine degli anni quaranta e come tanti altri (penso a Raimondo Vianello, scomparso solo due settimane fa) deve il suo debutto a Totò, di cui firmerà tanti titoli importanti, tra cui i fondamentali Totò a colori, La banda degli onesti e Totò e Carolina.

La svolta della sua carriera avviene nel 1958, quando partecipa alla sceneggiatura de I soliti Ignoti. E' l'inizio di un sodalizio con Mario Monicelli che darà vita a film fondamentali come La grande guerra (1959), i Compagni (1963, questo assolutamente un capolavoro da riscoprire) e L'armata Brancaleone (1966). Per Scarpelli inizia un periodo d'oro, in cui firma alcuni dei titoli più importanti del panorama italiano di quegli anni: Il mattatore, I mostri, Straziami, ma di baci saziami e In nome del popolo italiano di Dino Risi; Mafioso di Alberto Lattuada; Tutti a casa di Luigi Comencini; Sedotta e abbandonata e Signore e signori di Pietro Germi.

Nel 1966, esce dal campo della commedia all'italiana per lavorare agli spaghetti western. Il risultato, Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone, può essere considerato come l'apice di questo genere nostrano. Nel 1968, con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?, inizia a collaborare con un regista che stava facendo i primi passi dietro alla macchina da presa: Ettore Scola. Ne nasce un sodalizio che dà vita a Dramma della gelosia, il capolavoro C'eravamo tanto amati, La terrazza, Ballando Ballando e La famiglia. Negli anni novanta, ha avuto un ruolo fondamentale anche in pellicole come Il postino e Ovosodo, mentre il suo ultimo lavoro Christine Cristina (esordio alla regia di Stefania Sandrelli) è in uscita nelle nostre sale.

Insomma, con Scarpelli finisce un pezzo di un'epoca d'oro del cinema italiano, in grado di lasciarci film indimenticabili. Per questo motivo, non serviranno neanche i tanti omaggi che sicuramente (e giustamente) gli verranno fatti nei prossimi mesi. Basterà un televisore e la voglia della gente di rivedersi per l'ennesima volta i suoi straordinari lavori

 

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